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Siddùra, cantina sempre più green

Luogosanto, un altro passo verso il biologico e nuovi riconoscimenti per i suoi vini

 

LUOGOSANTO. Per la cantina Siddùra di Luogosanto arriva un altro passo verso il biologico. Per questo, l’azienda ha scelto un tipo di coltivazione più naturale, completando un processo di trasformazione che da convenzionale la identifica come “integrata”. Uno status acquisito in questi giorni e definito ufficialmente da un disciplinare dell’Unione Europea, recepito dal Ministero delle Politiche agricole e dall’agenzia regionale sarda Laore, che impone limiti più restrittivi rispetto ai consueti trattamenti chimici.

In pratica, da quest’anno le attività saranno sottoposte a una serie di controlli periodici che verificheranno il rispetto del disciplinare e, di conseguenza, confermeranno la qualifica di azienda “green”. Le regole non devono essere applicate solo nella tenuta principale di Luogosanto ma anche in tutti vigneti da cui arrivano le uve dei conferitori dei vitigni Cannonau e Cagnulari: anche loro sono obbligati a garantire uguali standard qualitativi. Si prosegue quindi lungo un percorso iniziato anni fa con il primo raccolto: Siddùra infatti ha sempre avuto come obiettivo quello di salvaguardare l’ecosistema dei terreni in cui sorgono i filari. Scelte di qualità confermate dai premi che conquista nelle competizioni enologiche in giro per il mondo. L’ultimo riconoscimento in ordine di tempo è “il Trofeo” all’Iwc (International Wine Challenge) per Bàcco, il Cagnulari della Cantina Siddùra. Bàcco è stato considerato un “fuoriclasse”. Solo 13 vini italiani, sui 14 mila in concorso provenienti da ogni parte del mondo, hanno ricevuto il prestigioso premio e Bàcco è stato l’unico vino sardo. «Questo Cagnulari ha bisogno di una lavorazione sul campo davvero certosina – spiega Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra -, infatti i suoi acini hanno bucce molto sottili e rischiano di perdere la loro consistenza a causa degli sbalzi termici. Per questo è necessario controllarli costantemente attraverso concimazioni fogliari e irrigazioni contenute».

Un vino che rappresenta la Sardegna nel mondo. «Il nostro Cagnulari dopo una lunga fermentazione estrae dei colori intensi e dei profumi riconducibili solo alla nostra isola – sottolinea Massimo Ruggero, amministratore delegato – come il sentore di macchia mediterranea e di mirto. Questo premio così prestigioso, vinto da un vino che rappresenta un vitigno autoctono sardo, ci rende particolarmente felici e orgogliosi».

 

 

( Fonte la Nuova Sardegna )