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Strade del vino, scende in campo la politica

 


 


Occorre muoversi in modo coordinato e coeso. Non si può prescindere da un lavoro sinergico fra i diversi operatori e in particolar modo fra organismi pubblici come gli assessorati dellagricoltura, del turismo, dellambiente e delle attività produttive



LIncontro sulle Strade del Vino tenutosi al Vinitaly il 31 marzo scorso ha assunto i toni di un incontro di alto livello grazie ai sagaci interventi dellAssessore Regionale allAgricoltura, prof. Giovanni La Via, dellon. Giuseppe Castiglione, deputato europeo e Membro della Commissione Europea per lagricoltura e lo sviluppo rurale e del dr. Orazio Pellegrino, Assessore Provinciale alle Politiche di Valorizzazione dellEtna.


 


A questi interventi politici hanno fatto da contraltare tecnico le riflessioni di Davide Contri, Membro della Giunta esecutiva dell Associazione Nazionale delle Città del Vino e Direttore della Strada dei Vini Modena e Bologna, di Maurizio Ninfa, Direttore Associazione Strada del Vino dellEtna, nonché di Elio Archimede Coordinatore delle 5 Strade del Vino del Piemonte e direttore dellAssociazione Italiana delle Enoteche pubbliche e delle Strade del Vino. Ha concluso gli interventi il cav. Giuseppe Benanti, Presidente dellAssociazione Strada del Vino dellEtna.


 


Ma andiamo con ordine. Giovanni La Via ha voluto ricordare che oggi quando si pensa ad iniziative di grande respiro come quelle di organizzare lofferta enogastronomica di una grande Regione come la Sicilia non si può prescindere da un lavoro sinergico fra i diversi operatori e in particolar modo fra organismi pubblici come gli assessorati dellagricoltura, del turismo, dellambiente, delle politiche produttive, dellartigianato e così via. E in questo senso, nella prima bozza del documento di Programma di Sviluppo Rurale che andrà ad interessare tutto il territorio isolano nei prossimi sei anni (2006-2013), e che è stata presentata a Palermo il 6 febbraio scorso, sono state inserite anche le Strade del Vino come attori di merito per lo sviluppo e il sostegno dellenogastronomia siciliana.


 


A questa, che ci è sembrata unottima notizia, ha fatto seguito Giuseppe Castiglione che ci ha riferito di una recentissima visita (il 27 marzo scorso) sul territorio etneo del Commissario Europeo per lAgricoltura e lo Sviluppo Rurale, Mariann Fischer Boel.


Con linsigne visitatrice, dopo aver mostrate le realtà produttive orticole, agrumicole e vinicole locali, si è insistito affinché, a seguito delle istanze presentate da tutti Paesi dellarea mediterranea oltre a Germania ed Austria, Bruxelles abbia a dichiarare lanno 2008 come Anno europeo dellenoturismo e dellEducazione al gusto. Dello stesso avviso di La Via, Orazio Pellegrino, che più di tutti ha posto laccento sulla stringente necessità che organismi diversi abbiano a muoversi in stretto concorso fra di loro e non solo quelli operanti allinterno di uno stesso Ente (come la Provincia) ma anche appartenenti a Enti differenti (Camera di Commercio, Parco dellEtna e altro). A suo avviso, comunque, un rilancio dellidea federativa delle Strade del Vino darebbe più forza a tutto il comparto turistico legato allenogastronomia.


Abbiamo ascoltato quindi, con attenzione, le voci di due dei maggiori esperti nazionali sullargomento Strade del Vino, i quali vivono quotidianamente sul campo le loro difficili realtà operative.


 


Davide Contri, direttore della Strada dei Vini e dei Sapori Città Castelli Ciliegi che interessa un vasto bacino compreso fra le città di Modena e Bologna, ha voluto ricordarci che la sua organizzazione conta ormai ben 14 dipendenti con una ricaduta in termini lavorativi, assolutamente non trascurabile. Alle proposte enogastronomiche si affiancano quelle culturali secondo un principio generale che il turismo non è solo pernottamento e alimentazione: la riprova di essere sulla buona strada lo si ha dal fatto che mentre la vicina costa romagnola ha perso nellultimo anno il 20 % dei visitatori, la Strada dei Vini li ha acquisiti. Loratore ha concluso ricordando che le Strade del Vino Emiliano-Romagnole saranno inserite, anche qui come in Sicilia, nel prossimo P.S.R. e ha insistito sul fatto che, a suo parere, il contenitore naturale delle Strade del Vino cè già ed è lAssociazione Nazionale delle Città del Vino.


 


Di tuttaltro avviso, Elio Archimede che vede nella dirigenza delle Città del Vino composta per statuto da Sindaci e da loro Delegati una decisa limitazione operativa, dovuta allopprimente presenza pubblica, che potrebbe inibire nelle Strade del Vino unazione collegiale pubblico-privato e la conseguente volontà di fare impresa. In sostanza, meno politici e meno organizzazioni sindacali, rimane il messaggio di Archimede cui si affianca, seppur con qualche distinguo, Maurizio Ninfa, per il quale, peraltro, si deve assolutamente creare, nel più breve tempo possibile, un coordinamento nazionale per le Strade del Vino.


 


Più pragmaticamente, Giuseppe Benanti si chiede, nelle sue conclusioni, se esiste in Italia una reale cultura del territorio e dellaccoglienza e se non sia meglio, allo stato attuale, rivedere il tutto con un po più di modestia e ripartire da capo creando strutture consortili (magari con lausilio di Camere di Commercio e Province) capaci di organizzare il sistema, di coordinare i rapporti fra produttori grandi e piccoli e di creare marchi di qualità per i prodotti da proporre alla vendita in apposite strutture territoriali recuperate da vecchi edifici rurali. Il tutto spiegando allagricoltore e agli altri operato

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.