Serve etichetta per indicare lorigine degli alimenti venduti sul mercato europeo
Quasi la met (46 per cento) delle notifiche di rischio per la sicurezza alimentare riguardano prodotti importati da Paesi extracomunitari quali la Cina e respinti alle frontiere dellUnione perch ritenuti dannosi per la salute. E quanto afferma la Coldiretti che, nel commentare i dati contenuti nel Rapporto sulle frodi alimentari ‘Truffe a tavola’ 2006 elaborato da Legambiente e dal Movimento per la difesa del cittadino (Mdc), evidenzia limportanza dei controlli, ma anche la necessit di stringere le maglie larghe della legislazione nazionale ed europea. Si tratta di un risultato che – precisa la Coldiretti – evidenzia lurgenza di accelerare il percorso intrapreso a livello comunitario anche con lestensione a tutti i prodotti alimentari dellobbligo (gi in vigore nella UE per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette lorigine della componente agricola impiegata per ridurre i rischi e favorire i controlli per assicurare il rispetto di adeguati standard socio ambientali anche nelle produzioni importate. Da una recente indagine della Coldiretti era peraltro emerso che due italiani su tre (65 per cento) ritengono che il compito principale dellUnione Europea sia proprio quello di garantire nei cibi la sicurezza e la trasparenza dellinformazione su qualit, origine e caratteristiche per tutelare la salute e consentire scelte di acquisto consapevoli. Secondo il rapporto RASF della Commissione Europea i casi di rischio sono aumentati del 22 per cento per un totale di 3158 notificazioni segnalate nel 2005 e hanno riguardato la presenza di micotossine, di microrganismi nocivi (salmonella, ecc.) e di sostanze illegali (colorante Sudan, ecc.), ma anche il colorante ITX, sostanza chimica presente nelle confezioni di latte destinato ai neonati. Si tratta di situazioni che – sottolinea la Coldiretti – coinvolgono direttamente lUnione Europea che il principale importatore mondiale di prodotti agroalimentare e ha il dovere di svolgere un ruolo di leadership nel garantire la sostenibilit del commercio dal punto di vista sanitario, ambientale e sociale. Una opportunit per lItalia che pu vantare i primati raggiunti sul piano della qualit, sicurezza alimentare e ambientale dall’agricoltura nazionale con la leadership nazionale di ben 155 denominazioni di origine italiane riconosciute nellalbo comunitario sul totale di 720 (22 per cento) e il fatto che una impresa biologica europea su tre italiana (37,7%), la superficie nazionale coltivata a biologico rappresenta pi di un quarto (27,7%) del totale coltivato a livello Ue, senza dimenticare il divieto sancito a livello nazionale di coltivare produzioni biotech. Ma anche – conclude la Coldiretti – il record assoluto del 99 per cento dei campioni di frutta e verdura con residui di pesticidi al di sotto dei limiti di legge che conferma gli ultimi risultati pubblicati dalla Commissione Europea dai quali emerge che la frutta e la verdura Made in Italy sono le pi sicure in Europa con una presenza di residui chimici nettamente inferiore a quella di altri Paesi produttori dove le irregolarit rilevate per i prodotti alimentari sono superiori di tre volte in Germania, quattro volte in Francia e Spagna e di oltre 6 volte in Olanda.
( Fonte Coldiretti )