L’ Indagine della Guardia di Finanza di Pavia e dei Carabinieri all’alba di quest’oggi ha portato all’arresto di cinque persone di nazionalità italiana che, in associazione fra loro, si sono rese responsabili di una complessa frode in commercio nel settore vinicolo, perpetrata dalla Cantina sociale di Canneto Pavese, nell’Oltrepò pavese.
L’operazione è iniziata la scorsa notte nel territorio dell’Oltrepò pavese e nelle province di Asti, Cremona, Piacenza, Verona, Vicenza e Trento. Sono stati coinvolti i militari della Compagnia Carabinieri di Stradella (PV) e della Compagnia Guardia di Finanza di Voghera (PV), con il concorso dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e dei Comandi Provinciali dell’Arma e della Guardia di Finanza di Pavia e con il supporto aereo dei Nuclei Elicotteri dell’Arma dei Carabinieri e del Roan della Guardia di Finanza e dei cash dog del Gruppo della Guardia di Finanza di Linate.
In tutto, come già detto, sono state eseguite cinque misure cautelari degli arresti domiciliari e due obblighi di firma emessi dal Tribunale di Pavia, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari (DOC e IGP). Oltre a questo tra i reati anche l’utilizzo e l’emissione di fatture false che servivano a giustificare quantitativi di vini etichettabili con denominazioni pregiate, non presenti in magazzino, e sostituiti dal produttore con vini di qualità inferiore, alterati e destinati alla vendita come vini di tipologie tipiche dell’Oltrepò Pavese.
I NOMI DEGLI ARRESTATI
Carla Colombi, 65 anni, stretta collaboratrice del presidente della Cantina, residente a Montescano; Aldo Venco, 65 anni, enologo di Casteggio, vice presidente di Assoenologi Lombardia-Liguria; Massimo Caprioli, 58 anni, enologo, residente a Stradella; Claudio Rampini, 63 anni, mediatore vitivinicolo
A tali prodotti venivano quindi aggiunti “aromi” vietati nella produzione vinicola, allo scopo di falsarne le proprietà olfattive e al palato così da imitare sapore e profumi delle tipologie tipiche dell’Oltrepò Pavese.
Le complesse indagini, durate oltre un anno, hanno permesso di evidenziare che i vertici della Cantina, con il concorso di enologi di fiducia, hanno posto in commercio vino spacciandolo per Doc, Igp/Igt , ma in realtà contraffatto per quantità, qualità e origine.
IL COMUNICATO DI COLDIRETTI
FALSO VINO DOC: COLDIRETTI, FRODE DOPO RECORD EXPORT A 6,4 MLD
Occorre fare chiarezza al più presto, perché episodi come questo mettono a rischio il successo del prodotto agroalimentare italiano piu’ venduto all’estero dove il vino ha messo a segno nel 2019 il record di circa 6,4 miliardi di esportazioni con un aumento del 4% secondo le prime proiezioni.
E’ quanto afferma la Coldiretti alla luce dell’indagine della Procura di Pavia su una nuova presunta frode nel settore vitivinicolo che ha portato all’arresto di cinque persone con una operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nell’ Oltrepo’ Pavese e in altre regioni. Dopo il grande percorso di crescita qualitativa che ha portato il vino italiano alla conquista di ripetuti successi occorre insistere – afferma la Coldiretti – sulla strada della “tolleranza zero” nei confronti di episodi che causano un danno economico e di immagine gravissimo anche all’estero.
Occorre tutelare un settore strategico che – precisa la Coldiretti – offre opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio, per un fatturato che ha superato nel 2019 la quota record di oltre 11 miliardi, grazie alla crescita in valore di export e consumi nazionali.
Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare poiché – conclude la Coldiretti – l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che per questo va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali.