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Vini in asta, Pandolfini ottiene risultati internazionali –

Pandolfini di Firenze conferma la sua leadership nel mercato italiano delle vendite all’asta di vini da collezione, uno dei pochi settori che non ha conosciuto la crisi finanziaria. La sua asta primaverile, tenutasi il 14 marzo scorso nella propria sede in Borgo Albizi a Firenze, è divenuta un appuntamento fisso per gli appassionati del settore, a fianco dell’ormai consolidata vendita di ottobre e del nuovo appuntamento prenatalizio.

 

Come ha dichiarato ad ArtEconomy24 Francesco Tanzi, responsabile del dipartimento vini della casa fiorentina: “grazie alla globalizzazione, che permette ormai di effettuare le vendite online, le aste nazionali del settore, quando presentano adeguati assortimenti delle migliori annate delle più ricercate etichette, proposte con la giusta stima, ottengono quotazioni conformi con quelle internazionali, oltre a godere fatturati importanti, mentre fino a qualche anno fa nelle vendite all’estero, come quelle di New York, le aggiudicazioni potevano essere del 40% superiori. Alle nostre aste di vini si rivolgono sì clienti prevalentemente italiani, ma ultimamente sono apparsi anche svizzeri, cinesi, russi (in particolare i cinesi sono diventati estremamente attenti a quello che acquistano).

L’asta del 14 marzo, anch’essa ricca di bottiglie di pregio anche in formati particolari, ha visto il 99% dei lotti venduti per il 188% delle stime minime, con un fatturato totale di 281.200 euro”.

In fatto di mercato, Tanzi fornisce indicazioni aggiornate: “attualmente si assiste a una crescita delle quotazioni per i Domaine storici della Borgogna, come il Romanée, che hanno goduto negli ultimi cinque anni aumenti del 30-40%: ad esempio un Romanée Conti vendemmia 2005, messo in commercio nel 2007, aveva all’epoca una quotazione di 2mila euro, ora è trattato intorno ai 7mila (nell’asta del 14 marzo una bottiglia di Romanée Conti 2003 Domaine de la Romanée Conti, stimata 4.700 euro, è stata aggiudicata per 7.560 euro). Le quotazioni del Romanée già all’uscita del vino sono alte (le produzioni sono minime, 3mila bottiglie, con assegnazioni già predefinite), e già all’epoca è difficile recuperare una bottiglia. Tra i Borgogna più ambiti, il Domaine Leroy e l’Henry Jayer. Blue chip indiscusso, tra i vini francesi, rimane il Bordeaux, in particolare quegli Château che già all’imprimatur hanno alte quotazioni, come il Lafite, il Margaux, l’Haut-Brion, il Petrus. Nell’asta del 14 marzo una bottiglia di Château Petrus 1985, valutata 600 euro, ne ha realizzati 1.560; un lotto di sei bottiglie di Château La Mission Haut-Brion 2000, stimato 1.500 euro, è stato aggiudicato per 2.520, mentre un lotto di cinque bottiglie di Château Latour 2000, valutato 2mila euro, è stato acquistato per 3.360.

La vendita prevedeva un’importante selezione di Champagne, tra cui il Dom Pérignon (60% di Chardonnay e 40% di Pinot Noir): una bottiglia Dom Pérignon Oenotheque 1985 (annata maturata in condizioni ideali) valutata 1.500 euro è stata acquistata per 2.556 euro. Un lotto di 13 bottiglie di Armand de Brignac, valutato 100 euro, è stato aggiudicato per 2.400 !

Il mercato internazionale ormai riconosce eccellenze anche tra i vini italiani.”Purtroppo nel passato non erano prodotti per durare nel tempo ed essere collezionati” spiega Francesco Tanzi, “il primo vino ad essere prodotto con tali requisiti è stato il Masseto del 1985. Oggi il mercato dei vintage nazionali si è molto allargato e comprende tra i toscani, oltre il Masseto, l’Ornellaia, il Sassicaia, Le Macchiaiole Bolgheri, in Piemonte il Giacosa e il Gaja, e nel Veneto l’Amarone del forno, tutti vini ambiti dal collezionismo”. Tra questi il Masseto e il Sassicaia sono attualmente nella lista “Liv-Ex 100 Fine Wine Index” (indice che misura l’andamento del prezzo dei 100 vini più richiesti al mondo per i quali esiste un forte mercato secondario). Un lotto di tre bottiglie di Masseto Tenuta dell’Ornellaia 2005, stimato 600-800 euro, ne ha realizzati 1.680, mentre una bottiglia Magnum (1,5 lt) di Sassicaia Tenuta San Guido 1985, stimato 1.000-1.200 euro, ne ha realizzati 2.040.

 

( Fonte www.arteconomy24.ilsole24ore.com )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

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>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.