IL DIBATTITO È ormai una verità scientifica assodata che l’alcol sia nocivo alla salute: sta al consumatore consapevole assumersi i rischi. Tuttavia, alcuni produttori e associazioni di categoria sono impegnati in una campagna di contro informazione per distinguere il vino dagli altri alcolici.

Sul tema è intervenuto Angelo Gaja, il re del Barbaresco, con una lettera aperta. Il testo ha attirato l’attenzione di Dario Bressanini, chimico e divulgatore, seguito su YouTube da oltre mezzo milione di iscritti. Il video “Vino e alcol. Una risposta a Gaja” ha superato 160mila visualizzazioni.
In apertura, Bressanini dichiara di voler «fare a pezzi la lettera per evidenziare fallacie logiche, errori fattuali e artifici retorici». Nella lettera, Gaja lamenta che il vino sia equiparato ad altre bevande soltanto per via della componente alcolica, proponendo una distinzione tra alcol di fermentazione (quello del vino), di distillazione e di addizione, sostenendo che il primo sia diverso e più naturale. Bressanini, però, ribatte: «Senza dirlo, suggerisce che sia meno dannoso. Ovviamente è una sciocchezza: la molecola di alcol è sempre uguale. Il richiamo al naturale non cambia nulla». Inoltre, aggiunge, «il vino non è mai rimasto immutato. Nemmeno il Nebbiolo di Gaja, e meno male. E la distillazione non toglie componenti: li separa».
Quando Gaja invita a «battersi affinché l’immagine del vino venga separata e percepita in modo diverso da quella di aperitivi, superalcolici e similari», Bressanini commenta: «in sostanza, chiede di smettere di informare correttamente. Gli scienziati non criticano il vino in sé, ma l’alcol, che non è un alimento e non apporta nutrienti. Gaja chiede di difendere gli interessi dei produttori, ma non accenna ai danni alla salute».
Poi il chimico puntualizza: «Non è un video contro il vino, ma contro la sua retorica. Mi piace berlo e lo faccio consapevole dei rischi. La convivialità ha un valore, ma le scelte vanno fatte su basi scientifiche, non su miti romantici. La disinformazione è tossica, come l’alcol».
Per approfondire consiglia Non me la bevo di Michele Antonio Fino, docente all’Università di Pollenzo.
( Fonte Gazzettadalba.it )