Home News Vino: la Francia ricorre allo zuccheraggio, servono regole uguali per tutti

Vino: la Francia ricorre allo zuccheraggio, servono regole uguali per tutti

Mentre in Italia quest’anno i produttori di vino non potranno beneficiare degli aiuti per l’utilizzo dei mosti concentrati e rettificati, la Francia ha autorizzato l’arricchimento tramite zuccheraggio a secco in un’ampia zona del Sud del Paese (dipartimenti di Aix-en-Provence, Nimes, Montpellier, Toulouse, Agen, Pau, Bordeaux e Bastia).

( in Francia l’aggiunta di zucchero è chiamata chaptalisation )

Queste zone, che come tutta l’Italia rientrano nella zona viticola C, normalmente dovrebbero utilizzare i mosti concentrati e rettificati per l’aumento della gradazione alcolica. 


Si ripropone così il tema delle regole che i produttori di vini europei devono rispettare e che purtroppo non sono uguali per tutti. Infatti, seppure il provvedimento francese – autorizzato in via eccezionale – prevede che l’impiego del saccarosio utilizzato per gli arricchimenti sia soggetto a una tassa di 13 centesimi di euro/kg, di fatto questa disposizione determina una sostanziale disparità tra le produzioni di quei dipartimenti rispetto ai vini italiani e di tutto il resto del Mediterraneo. 
Infatti, la deroga francese non è prevista in nessun altro Stato della zona viticola C (come ad esempio, Spagna, Portogallo e Grecia) e l’aumento di 1 grado della gradazione alcolica naturale con saccarosio costa circa il 75% in meno rispetto a quello ottenuto con i mosti concentrati. 
Questa situazione danneggia inevitabilmente i vini italiani sui mercati internazionali con l’aggravante che il consumatore è del tutto inconsapevole dell’intera operazione: non esiste alcun obbligo di etichettatura della pratica dello zuccheraggio non solo per i vini del Nord Europa dove l’aggiunta di zucchero è definita “tradizionale”, ma adesso anche per quelli del sud della Francia dove l’aggiunta di zucchero è “eccezionale”, vini questi ultimi che sono in diretta competizione con i vini italiani.
Tra l’altro il provvedimento francese non sembra coerente con l’andamento climatico della campagna vitivinicola 2012, che anche in quei dipartimenti d’Oltralpe è stato caratterizzato dalla “canicule”, così come nel nostro Paese. Inoltre, anche le stime produttive francesi che prevedono una forte riduzione dei quantitativi (produzione stimata di 43 milioni di ettolitri con una riduzione del 15% rispetto allo scorso anno), farebbero attendere una maggiore gradazione zuccherina naturale delle uve. 
Questa disparità di trattamento rilancia la necessità che, in sede di negoziati Ue, il nostro Paese sostenga la proposta di Coldiretti – attualmente già recepita tra gli emendamenti alla Ocm unica presentati al Parlamento europeo – di rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta della eventuale aggiunta di saccarosio nei vini.

( Fonte www.coldiretti.it )
 
Annotazioni a margine di Roberto Gatti
 
Sono contrario a queste pratiche ” correttive ” per due motivi :
 
1) perchè solo la Francia viene autorizzata all’aggiunta di zucchero, con una disparità di trattamento tra Stati appartenenti alla stessa zona vitivinicola C ) ? Creando in questa maniera un danno economico ai competitor diretti, quali Italia, Spagna e Portogallo ?
 
2) Sono sempre stato contrario, e lo sarò anche in futuro, all’aggiunta di zucchero di canna e/o da barbabietola, perchè non possiamo unire un prodotto a base d’uva, con uno a base di barbabietola.
Molto meglio resta l’aggiunta di MCR, ovvero mosto concentrato rettificato ottenuto solamente dal succo d’uva !
 
Ma anche in quest’ultimo caso, dove va a finire la tanto decantata ” tipicità ” o il tanto decantato ” legame al territorio ” ? Sia con l’aggiunta di zuccheri da barbabietola ( ancora peggio ) o con mosti d’uva ( quale uva, di quale tipologia e proveniente da quale zona d’ Italia ? ) abbiamo uno stravolgimento della natura intrinseca di quel vino, convinti di trovarci nel bicchiere quella specifica tipologia di vino che abbiamo acquistato, mentre nella realtà stiamo degustando un cocktail di vino, barbabietole e nella migliore delle ipotesi, mosto di uva proveniente da altre zone e di altra tipologia.
 
Roberto Gatti
01/10/2012