(AGI) – Siena, 22 feb. – Per il Brunello di Montalcino, l’ultima, quella del 2002 e’ un’annata scadente. L’allarme e’ stato lanciato da Vinarius, Associazione Enoteche Italiane. Dal 23 al 26 febbraio prossimi, infatti, nella Fortezza di Montalcino si terra’ Benvenuto Brunello 2007, la consueta presentazione annuale del Brunello di Montalcino, del Brunello di Montalcino Riserva, del Rosso di Montalcino, del Moscadello di Montalcino Sant’Antimo. Quest’anno per il Brunello sara’ presentata l’annata 2002. Il Brunello e’ senz’altro uno dei prodotti italiani per eccellenza, e proprio per questo tutti ricordiamo quello che fu detto a suo tempo dell’annata 2002: disastrosa. Come ricorda oggi Francesco Bonfio, Presidente di Vinarius: “l’andamento stagionale molto piovoso del 2002 ha compromesso seriamente la qualita’ del millesimo, per cui negli esempi migliori i Brunelli presentati saranno si’ vini piacevoli, ma di leggero/medio corpo, senza la profondita’, lo spessore e la capacita’ di invecchiamento che sono le caratteristiche proprie del Brunello. Per questo le cantine piccole e di qualita’ hanno perlopiu’ evitato di imbottigliare il vino di questa annata. Andando incontro ad una sicura perdita economica, ma con questo gesto hanno dato prova di serieta’ e hanno incrementato la loro immagine. Le grandi cantine invece – come Banfi, Frescobaldi etc… – hanno dovuto ovviamente produrre e imbottigliare il 2002, per loro comprensibile necessita’ di vendita, per non perdere posizioni sui mercati. Quello che stupisce, e di cui ci rammarichiamo, e’ che ci aspettavamo un consistente ribasso delle quotazioni, a fronte di una qualita’ molto ma molto inferiore rispetto agli standard, mentre i listini sono stati sostanzialmente uguali a quelli dello scorso anno, e l’annata 2001 era stata di tutt’altro livello qualitativo. Sara’ complicato, e compromettente, spiegare al consumatore che per due bottiglie di Brunello di qualita’ cosi’ diversa, si debba pagare lo stesso prezzo. Anche per l’esportazione si pone un bel dilemma visto che la quota di export per il Brunello e’ superiore al 70%: offrire un Brunello di qualita’ inferiore pur di non perdere le posizioni negli scaffali e nelle carte dei vini, o essere seri ma rischiare di dover ricominciare l’anno prossimo a recuperare le posizioni perdute? “Forse – si legge in una nota -dovrebbero uscire ad un prezzo parecchio inferiore, dando un prodotto corretto e affiancando la vendita con una comunicazione seria, responsabile e chiara, dando al consumatore una spiegazione dei motivi della qualita’ inferiore e del prezzo inferiore”. (AGI)