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Vino: proposta di riforma per eliminare la burocrazia

Vera e propria eccellenza italiana, il vino della penisola è noto e apprezzato in tutto il mondo, come testimoniano i numeri di produzione, vendita ed esportazione.

 

Primi produttori con circa 49 milioni di ettolitri, gli italiani si confermano infatti leader a livello internazionale, tanto da poter vantare un giro d’affari di oltre 14 miliardi di euro che, con oltre 5 miliardi di euro di valore, costituisce la principale voce dell’export agroalimentare italiano.

 

 

Una bella realtà che viene però troppo spesso messa a rischio da una soffocante burocrazia, tale da divenire insostenibile, come afferma il senatore del Partito Democratico Giorgio Pagliari, che ha depositato in queste ore un Disegno di legge volto ad alleggerire in maniera significativa il carico di quanti, nel nostro Paese, si dedicano alla produzione e alla vendita di vino e non solo. “Le procedure burocratiche creano disagio a tutti gli imprenditori della filiera – afferma il senatore Giorgio Pagliari – I nostri produttori sono impegnati ad investire in qualità e non possono spendere più tempo e denaro per eseguire adempimenti, spesso inutili, o subire ripetuti controlli, piuttosto che produrre e commercializzare il prodotto”.

 

Ancora secondo il senatore Pd sono oltre 70 le attività burocratiche necessarie per la produzione e il commercio del vino, con 20 diversi soggetti coinvolti fra pubblici e privati, oltre 1000 norme di settore e un totale di 4000 pagine tra direttive, regolamenti, comunicazioni, note e decisioni del Consiglio e della Commissione europea, leggi, decreti, provvedimenti, note, circolari e delibere nazionali e regionali. Inaccettabile conseguenza, circa 100 giornate di lavoro all’anno, pari ad oltre il 20% del tempo lavoro dell’impresa vitivinicola, sono spese per compiti legati alla burocrazia.

 

“E’ indispensabile riorganizzare la normativa – prosegue dunque Pagliari – sia sotto il profilo degli adempimenti cui sono tenute le imprese, che delle funzioni pubbliche di coordinamento e controllo, secondo criteri di semplificazione, corresponsabilizzazione degli operatori, razionalizzazione dei controlli, unificando la normativa anche in funzione della certezza del diritto. È concretamente possibile eliminare o semplificare almeno 40 tra adempimenti e registri con una riduzione del 50% del tempo e dei costi legati alla burocrazia, costi che ricordiamo sono a carico delle imprese e della pubblica amministrazione. Tutto questo può essere realizzato senza ridurre l’efficacia delle attività di controllo che invece in molte situazioni risulterà aumentata”.

 

Tra le proposte concrete avanzate, la realizzazione di un sistema informatico unico di gestione, l’estensione dell’applicazione e dell’efficacia dell’autocontrollo aziendale e il principio dell’effettuazione di controlli a campione basati su analisi dei rischi, oltre alla creazione di uno sportello unico per l’esportazione dei vini Made in Italy che fornisca assistenza alle imprese per gli adempimenti normativi, fiscali e doganali, sviluppando in particolare forme di vendita diretta. Infine, per quanto riguarda un’altra eccellenza italiana strettamente connessa, ossia l’aceto, si prevede l’indicazione obbligatoria dell’origine del vino nell’etichettatura e, per aumentare la trasparenza sulle importazioni di prodotti vitivinicoli, l’obbligo di rendere disponibili sul sito Internet dell’Agenzia delle dogane le informazioni relative alle importazioni di prodotti vitivinicoli specificando le imprese, le tipologie di prodotto e le quantità.

 

 

( Fonte parmaquotidiano.info )