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Vitivinicoltori Legacoop: ‘no’ a estirpazioni vigneti in regione

 


Vitivinicoltori Legacoop: ‘no’ a estirpazioni vigneti in regione


 


Vitivinicoltori contrari alla riforma Ue su organizzazione comune del mercato


Marchetti: ”Sì ad una riforma per spingere, attraverso incentivi mirati, le aziende alla reale competitività, allo sviluppo della filiera e delle attività promozionali e all’internazionalizzazione”


Ancona,  febbraio 2007. – I vitivinicoltori di Legacoop Marche e i soci della Cooperativa Moncaro di Montecarotto ( An ) chiedono che  l’Organizzazione comune di mercato del settore di cui la Commissione europea ha dettato la bozza di linee guida, preveda incentivi per la promozione del vino marchigiano nei mercati internazionali e per la crescita delle imprese. Dicono invece ‘no’ alle estirpazioni dei vigneti che, al momento, sembra invece essere la principale azione prevista da Bruxelles con lo scopo di far uscire dal mercato tutte le aziende non competitive per arrivare alla totale liberalizzazione dal 2013.


 


Della riforma dell’Ocm del vino, si e’ parlato in un incontro promosso da Legacoop Marche e da Moncaro, nell’ambito del progetto ‘Associ@zione’ sostenuto dalla legge regionale 37 del 1999, nella Sala convegni ‘Le Busche’ a Montecarotto (An), a cui ha partecipato un’ampia rappresentanza dei 1.400 soci della cooperativa vitivinicola, attivi su una superficie produttiva di 1.700 ettari, di cui 1.200 ettari nei Colli Esini e 500 ettari nel Piceno, che, nel 2006, hanno portato l’azienda ad una produzione di 150.000 ettolitri di vino e ad un fatturato di 19 milioni di euro.


 


Il progetto di riforma interesserebbe, come ha spiegato Gabriella Ammassari di Legacoop Agroalimentare, il 12% della superficie agricola comunitaria coltivata a vigneto, pari a 48.000 ettari, con un investimento di 2,4 milioni. Una stima rapportata alle Marche, ma e’ solo un’ipotesi, significherebbe 2.400 ettari coinvolti dalle conseguenze della riforma su un totale di 20.000 ettari.


 


”Siamo molto preoccupati per questa proposta -ha detto Doriano Marchetti, presidente di Moncaro- perche’ gli incentivi all’estirpazione accelererebbero un naturale percorso di abbandono dei vigneti, spesso dovuto all’eta’ degli imprenditori agricoli. Crediamo che possa si’ servire una riforma del mercato ma per spingere, attraverso incentivi mirati, le aziende alla reale competitivita’, allo sviluppo della filiera e delle attivita’ promozionali e all’internazionalizzazione perche’ quello che ci serve come sistema e’ far conoscere il vino delle Marche nel mondo”.


 


Una richiesta che ha trovato d’accordo l’assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Petrini. ”La nostra proposta di Piano di sviluppo rurale prevede gia’ 10 milioni per la promozione -ha detto Petrini- perche’ crediamo che, per il futuro del settore, non si possa pensare solo alla competitivita’ ma si debba far conoscere il nostro prodotto oltre a legarlo alle altre eccellenze del nostro territorio”.


 


Per Petrini, ”il vino non puo’ essere trattato come qualsiasi altro settore perche’ ancorato ad esso ci sono tante altre attivita’ e, soprattutto, c’e’ la possibilita’ di mantenere un paesaggio che, senza viti, non sarebbe altrettanto tutelabile. Gli obiettivi della Ue in questo campo non vanno di pari passi nella direzione della nostra tradizione. Non credo giusto il principio che, siccome non riusciamo ad esportare tutto il prodotto, dobbiamo tagliare le viti. Dobbiamo invece puntare a vendere nei mercati esteri tutto il vino e quindi puntare al rafforzamento delle imprese, alla promozione”.


( Fonte Adnkronos )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.