Home Arrabbiature Xylella o incuria? Il mistero degli ulivi in Puglia

Xylella o incuria? Il mistero degli ulivi in Puglia

L’Italia olivicola corre seriamente il RISCHIO di perdere il patrimonio olivicolo dell’intera provincia di Lecce.

 

Il ‘Comitato europeo per la salute delle piante’ ha preso in esame la situazione del caso Xylella ed ha deliberato interventi drastici per l’intero sistema olivicolo leccese e di contenimento per le aree vicino a Brindisi e Taranto, cosiddette cuscinetto. Le misure previste dal Comitato Ue, molto più dure di quanto ci si poteva attendere, sono state prese senza tener minimamente conto delle raccomandazioni pervenute dalla Regione Puglia. Ora la parola definitiva spetta alla Commissione Europea, che dovrà rendere operative le determinazioni del Comitato.

 

 

 

La Xylella Fastidiosa

 

La Xylella fastidiosa è il batterio indicato responsabile dell’essiccamento di parte degli ulivi secolari del Salento. È un batterio isolato negli USA nel 1987 e non ne era mai stata segnalata la presenza in Italia. Il caso riguarda un’area tra gli 8.000 ed i 10.000 ettari dei 377.000 totali dell’oliveto pugliese e gli olivi a RISCHIO eradicazione sono fino a 600.000, degli 11 milioni presenti nella regione. Nelle piante colpite dal batterio le foglie ingialliscono, la pianta deperisce fino all’essiccamento, che avviene in 3 o 4 anni.

 

Un dibattito irto di contraddizioni

 

Il dibattito sviluppato ha assunto toni accesi, animato dall’intervento di tutti gli attori del comparto e caratterizzato da diverse prese di posizione opposte anche sul piano scientifico. È stato un susseguirsi di allarmi, proteste, soluzioni, sotterfugi presunti dell’uno sulla pelle dell’altro, denunce di interessi di multinazionali pronte a debellare il batterio irrorando di fitofarmaci il Salento, o di coloro che avrebbero colto volentieri l’occasione, per trasformare un territorio disegnato da olivi secolari, in un oliveto super intensivo, inattaccabile da batteri e funghi. Se da una parte si ipotizzavano scenari apocalittici, dall’altra si ergevano barriere a difesa del territorio, non ritenendo Xylella colpevole ed indicando la lotta ad essa non il fine, bensì il mezzo per raggiungere l’obiettivo vero: la gestione dei fondi destinati agli interventi.

 

 

 

Il blocco delle importazioni di Francia, Algeria e Marocco

 

Pur in assenza di prove scientifiche certe – su 13.250 prelievi su piante, solo 242 erano risultate positive alla Xylella -, il Governo e la Regione Puglia sono giunti ad un passo dal dichiarare lo stato di calamità naturale, ottenendo di rimbalzo la presa di posizione di Francia, Algeria e Marocco, leste a vietare l’importazione di frutta ed ortaggi dalla Puglia, settore strategico con un fatturato annuo che supera il miliardo di euro.

 

L’EFSA se ne lava le mani

 

A metà aprile, l’EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare europea), in risposta ai quesiti della Commissione europea, dopo aver tenuto conto delle analisi, della bibliografica scientifica e dei video in rete, con un rapporto di 13 pagine ha affermato: “Non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che comprovi l’indicazione che alcuni funghi, piuttosto che il batterio Xylella fastidiosa, siano la causa primaria della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi osservata in Puglia”.

 

 

 

L’incuria e l’abbandono di un intero comparto

 

L’essiccamento degli ulivi c’è, ma non è solo la Xylella ad esserne responsabile. “Ho visto – racconta Francesco Travaglini, produttore del Molise – immagini di alberi colpiti da Xylella ai margini della ferrovia, abbandonati con succhioni decennali che li deprimono. Questa Xylella è la malattia dell’abbandono che purtroppo affligge l’olivicoltura italiana. Quanti alberi come questo, a pochi chilometri da casa nostra, abbandonati da decenni, ci sono in giro per l’Italia?”. Incuria ed abbandono, sono conseguenze della scarsa redditività di un’olivicoltura legata alla quantità di prodotto e non alla qualità reale dell’olio. Il vero malato è l’olivicoltura italiana; è per essa che dovrebbe essere chiesto lo stato di calamità nazionale.

 

Eradicazione a prescindere dal loro stato di salute!

 

Per ogni pianta infetta è prevista l’eradicazione di tutte le specie ospiti per una superficie di tre ettari, anche di olivi sani, che non manifestano sintomi di Xylella, sacrificati nella logica del contenimento della batteriosi. Secondo il Comitato nel Leccese è inutile procedere alle misure di drastico contenimento previste in altre aree cuscinetto, come le province di Brindisi e Taranto. Nel leccese “dovranno essere rimosse sistematicamente tutte le piante infette e si dovranno testare quelle circostanti nell’arco di 100 metri, nella zona di 20 km adiacente alle province di Brindisi e Taranto”. Per “rigide misure di eradicazione” si deve intendere “la rimozione e la distruzione delle piante infette, e di tutte le piante ospiti nel raggio di 100 metri, a prescindere dal loro stato di salute”.

 

 

 

Immediate le reazioni

 

Immediate reazioni in Italia. Non si accetta l’eradicazione di piante sane. Si chiede un controllo dettagliato, pianta per piante, per salvare il salvabile. La speranza è legata alla decisione della Commissione Europea che nei prossimi giorni dovrà verificare l’applicabilità reale delle misure determinate dal Comitato. E’ davvero fastidioso il ‘batterio’ che si aggira nell’oliveto Italia, alimenta un malessere diffuso, amplifica il disinteresse istituzionale, dove come nel caso Xylella, tutti parlano, tutti sono pronti a cambiare, purché nulla cambi. Ma la scure europea ora sta per abbattersi sull’olivicoltura pugliese. E qualcosa non sarà più come prima.

 

 

( Fonte Gazzagolosa di Maurizio Pescari )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.