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Più api e meno chimica nei vigneti del futuro

Ovada – Anni fa nel vigneto c’erano le rose, in futuro ci saranno gli alveari. «Prima il vigneto doveva essere bello, rappresentava l’estetica e il prestigio del vino ma oggi e in futuro dovrà rispettare la natura – è la proposta dell’apicultore gaviese Francesco Panella, presidente emerito dell’Unione Nazionale Apicultori, con sede a Firenze.

 

Ha trasferito alcuni apiari a Silvano, Tagliolo e Rocca Grimalda per diversificare la produzione e soprattutto i punti di osservazione delle api, sempre più disorientate dal clima e dall’inquinamento.«Il 2016 è stato drammatico per la siccità, è sempre più deleterio l’impatto della chimica. In Piemonte ogni anno 50 mila ettari di vigneto devono essere obbligatoriamente trattati con insetticidi contro il vettore della flavescenza dorata». Ecco perché le api diventeranno il segno distintivo del vigneto che non userà la chimica ma sarà sempre più naturale

 

Panella a Ovada ha parlato ai docenti e agli studenti dell’Istituto comprensivo Barletti, dove ha sede anche il corso di Agraria, dove gli studenti hanno piantato un mini vigneto biologico di Dolcetto.

 

«Il sistema agricolo è al capolinea, segue lo stesso criterio dell’Ilva, cioè produrre. Nessuno ha la soluzione del cambiamento e non si può tornare alla zappa, ma bisogna cercare alternative. La Fao rivela che il 65% dei prodotti chimici usati mediamente in azienda è inutile». L’Italia per prima nel 2008 ha bandito gli agrofarmaci sistemici, utilizzati sul mais. «A maggio la Commissione Europea valuterà se proibire i fitofarmaci anche per le altre coltivazioni. Temiamo l’ingerenza delle multinazionali, ma dobbiamo insistere, perché l’agricoltura in generale rappresenta un’alternativa occupazionale e un nuovo stile di vita».

 

La lezione fa parte della programmazione dell’istituto, è rivolta all’Agrario, nasce dal progetto trasversale Adia del Liceo Pascal per contrastare il diabete, partendo dall’educazione alimentare e riguarda il corso di Meccatronica e marketing, in cui gli studenti simulano la creazione di un’impresa agroalimentare. Il legame con il territorio è la bussola, per il preside Felice Arlotta, come per Panella e le sue api. «Ci siamo ispirati a Rapsodo nell’antica Grecia–dice Arlotta – la comunicazione non convenzionale ha un effetto più immediato». Hanno completato la lezione due spettacoli musicali del gruppo Yo Yo Mundi.

 

Dopo le slide di Panella nell’aula magna il il fondatore Paolo Enrico Archetti Maestri alla chitarra, il batterista Eugenio Merico, la violinista Chiara Giacobbe hanno tradotto l’aspetto poetico delle api.

 

 

( Fonte ilsecoloxix.it )

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