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Ripercorrere la storia di un vino attraverso 13 annate di Vigna Pedale

La rinascita del Nero di Troia è legata all’identità di Vigna Pedale, un vino che in una quindicina d’anni Torrevento ha ricalibrato restando fedele alla scelta iniziale del vitigno in purezza. La conferma della grandezza di tale vino è stata offerta da una verticale di 13 annate (dal ’96 al 2008)
Nella foto, da sinistra: l’enologo di Torrevento Massimo Di Bari, il presidente Francesco Liantonio ed Enzo Scivetti, cultore del Nero di Troia

Al di là dei riconoscimenti di guide e concorsi, la rinascita del Nero di Troia è legata all’identità di Vigna Pedale, un vino che in una quindicina d’anni Torrevento ha ricalibrato restando fedele alla scelta iniziale del vitigno in purezza. La conferma della grandezza di un vino capace di invecchiare come una vera signora è stata in particolare offerta da una verticale di 13 annate (dal ’96 al 2008) che ne ha confermato il potenziale e l’eleganza, pur coi cambi di produzione. 

Le prime due annate (straordinario il ’97, morbido, con sentori di uva matura e una fresca eleganza impensabile per l’età) sono state affinate in vasche di cemento. Dal ’98 si è aggiunto un passaggio in acciaio ed una spremitura soffice. Dal 2001 con la Riserva si è passati a barrique per almeno 8 mesi e il vino si è ammorbidito diventando però più potente, pur perdendo alcuni sentori di verde peperone.

Dal 2004, ed è la versione attuale, si usano invece botti grandi da 50 ettolitri e grazie a una microossigenazione il vino si è fatto più complesso recuperando fiori e sentori erbacei. Di questo periodo assolutamente notevole è il 2005 che, pur scontando un po’ di volatile alcolica, è il più morbido e il meno legato in bocca. Amarena e frutti neri prevalgono ed escono mano a mano che il vino invecchia. 

( Fonte Italiatavola )

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