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Sequestrato patrimonio per oltre 50 milioni di euro a Vincenzo Melandri, il re del vino romagnolo

Non è la prima volta che le cronache si imbattono in questo personaggio , dal passato burrascoso. Denunce, arresti, sequestri di ingenti beni, accumulati alla svelta in poche decine d’anni, dichiarazioni reddituali risibili , al limite della povertà.

 

 

Ne avevo scritto fin dal 2012, in quanto il Melandri, in Romagna chiamato ” Il Re del Vino “, era finito in carcere nell’ambito di una operazione antimafia ed antiriciclaggio della Procura di Bari, leggi al link :

 

https://www.winetaste.it/un-calice-di-vino-al-sapore-di-mafia/

 

Di queste ore la notizia, secondo la quale, la Procura di Ravenna ha disposto il sequestro cautelativo di beni per oltre 50 milioni di euro, appartenenti al Melandri. Case, terreni, partecipazioni societarie, denaro, auto d’epoca

 

Come non bastasse, nel dicembre del 2017 l’imprenditore è stato invece arrestato dalla Dia di Bologna. Nell’ambito dell’operazione Malavigna. Poiché ritenuto referente di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di ingenti capitali di provenienza illecita e nelle frodi fiscali. Perpetrate mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

 

Ravenna, ecco le altre persone coinvolte

Oltre a Melandri (che risulta tuttora detenuto), sono indagati anche i cerignolani Gerardo Terlizzi, fratello del più noto Giuseppe, reggente dell’ex-clan Piarrulli-Ferraro. E i fratelli Pietro e Giuseppe Errico, anch’essi pregiudicati vicini al citato clan (operante nella provincia di Foggia). Nonché Roberta Bassi, compagna e socia in affari di Melandri. Rosa D’Apolito di Monte Sant’Angelo (Foggia) e Ruggiero Dipoalo di Cerignola (Foggia). Tutti, da quanto è emerso dalle indagini, sarebbero stabilmente al servizio dell’associazione e delle sue esigenze operative. Nell’ambito dell’operazione erano stati anche eseguiti provvedimenti di sequestro su beni e liquidità per un valore complessivo stimato in oltre 20 milioni di euro.

 

Le recenti indagini patrimoniali svolte dalla Dia, sulla copiosa documentazione societaria e bancaria rinvenuta nel corso di tale attività, hanno permesso di ricostruire, nella sua interezza, l’ingente patrimonio di Melandri e della compagna Roberta Bassi, risultato nettamente sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale.

 

Questo ha consentito di pervenire al sequestro di compendi aziendali e partecipazioni societarie, di 185 beni immobili (nelle provincie di Ravenna, Forlì e Brescia) costituiti da fabbricati e terreni, di beni mobili registrati (tra cui 4 auto d’epoca), di disponibilità finanziarie depositate in Italia e nella Repubblica di San Marino per un valore complessivo stimato prudenzialmente in oltre 50 milioni di euro.