Lo rileva il rapporto 2023 dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino: è il terzo segno meno consecutivo. Italia in controtendenza
“Anno sfidante il 2023 per il settore vitivinicolo globale che ha dovuto affrontare prove “difficili – evidenzia l’Oiv, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino – con volumi di produzione in discesa e prezzi in aumento”. Inoltre, sottolinea l’ultimo report statistico dell’rganizzazione internazionale presieduta da Luigi Moio, la superficie mondiale coltivata a vigneti ha continuato il suo declino, riducendosi dello 0,5% rispetto al 2022 fino a quota 7,2 milioni di ettari.
Nell’Ue persi 3,3 milioni di ettari
Questa tendenza, osservata per il terzo anno consecutivo sia per l’uva da vino che per l’uva da tavola, è stata determinata dalla estirpazione dei vigneti nelle principali regioni viticole (e su tutti i tipi di uva) in entrambi gli emisferi. Inoltre la superficie vitata della Cina, in crescita dal 2012 al 2020, si è stabilizzata dal 2020 in poi. Rimanendo nel Vecchio Continente, il panorama vitivinicolo dell’Unione europea ha assistito a un calo complessivo dello 0,8% nel 2023, pari a 3,3 milioni di ettari.
In Italia filari in espansione
Le modeste espansioni registrate in Italia, Germania e Grecia non hanno compensato il livello di rimozione dei vigneti osservato in altri Paesi dell’Ue. Si restringe il vigneto più grande del mondo, la Spagna che conta 945mila ettari nel 2023, in calo dell’1% rispetto al 2022. Allo stesso modo, la Francia, seconda per superficie vitata, ha registrato una diminuzione dello 0,4%, fissandosi a 792mila ettari. L’Italia invece continua a essere in tendenza positiva dal 2016, con 720mila ettari. Romania (187mila) e il Portogallo (182mila), sono al quarto e quinto posto per ampiezza vitata.
Al di fuori dell’Ue, la Moldavia ha mantenuto la sua posizione di vigneto più grande dell’Europa orientale con 117mila ettari, mentre la Russia ha dichiarato una superficie di 105mila ettari. A portare grigiore sui dati 2023, le condizioni climatiche estreme e le diffuse malattie fungine che hanno gravemente colpito molti vigneti in tutto il mondo, culminando in un livello storicamente basso produzione di vino pari a 237 milioni di ettolitri.
Ciò ha segnato un calo che sfiora il 10% rispetto al 2022 e ha rappresentato – evidenziano i dati Oiv – la produzione più bassa dal 1961. La Francia, primo produttore mondiale di vino nel 2023, ha raggiunto un volume stimato di 48 milioni di ettolitri, pari al 20% del totale mondiale.
Produzione e consumi, Bel Paese sul podio
L’Italia è la seconda nazione produttrice di vino a livello globale, col 2023 che registra un notevole calo del 23,2%, per un totale di 38,3 milioni di ettolitri. Si tratta per il Belpaese, segnala l’analisi Oiv, della produzione enoica più piccola dal 1950. A testimonianza dei danni attribuiti a forti piogge che favoriscono la peronospora nelle zone centrali e regioni meridionali della nostra Penisola, insieme ai danni provocati da alluvioni e grandine. Mentre il consumo globale di vino, si legge nel dat base dell’Oiv, nel 2023 è stimato in 221 milioni di ettolitri, indice di una diminuzione del 2,6% rispetto ai dati già bassi del 2022.
All’interno dell’Ue, la Francia mantiene la sua posizione di primo Paese consumatore, con una stima di 24,4 milioni di ettolitri nel 2023 in calo del 2,4% rispetto al 2022. L’Italia, secondo mercato più grande dell’Ue e il terzo a livello globale, ha registrato un consumo di 21,8 milioni di ettolitri nel 2023, in calo del 2,5% rispetto all’anno precedente e del 5,8% rispetto alla sua media quinquennale. Segue la Germania, che ha registrato un volume di consumo di 19,1 milioni di ettolitri nel 2023, in modesto calo dell’1,6% rispetto al 2022.
( Fonte terraevita.edagricole.it )