Home News Origine di grano e riso: Bruxelles si muove

Origine di grano e riso: Bruxelles si muove

Il nuovo corso italiano sull’origine obbligatoria in etichetta per il riso e per il grano per la pasta sta facendo rumore a Bruxelles, con l’Associazione dell’industria alimentare europea (FoodDrink Europe) che ha espresso una condanna piuttosto scontata della misura.

 

Ricordiamo che l’iniziativa di Roma su origine di riso e grano per la pasta all’inizio ha percorso lo stesso iter del latte: notifica alla Commissione dei decreti (maggio 2017) per poi aspettare i tre mesi regolamentari per avere il via libera.

In luglio, il cambio di linea. I ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda firmano i decreti senza aspettare l’ok di Bruxelles, mettendo l’Italia in condizione di subire l’apertura di una procedura di infrazione.

Perché? Per «spronare la Commissione a dare piena attuazione al regolamento UE del 2011», ha detto Martina, e «sfidare, in termini costruttivi, l’Europa su questo terreno» ha sottolineato Calenda, vista la «lentezza inaccettabile dell’UE su questo tema». I ministri si riferiscono alla mancanza di norme attuative, attese dal 2013, previste dalla parte del regolamento UE n. 1169/2011 circa l’indicazione di origine.

Oltre a firmare i decreti, il 25 luglio Roma ritira la richiesta di notifica alla Commissione.

A questo punto, il 23 agosto, la Commissione Europea (certo non casualmente) rende noto che le norme di attuazione del regolamento 1169/2013 saranno adottate «prima della fine del 2017».

I decreti decadranno? Rischio infrazione scongiurato? Comunque vada, i decreti andranno scritti da capo tenendo conto delle norme di attuazione di Bruxelles.

 

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2017 a pag. 12

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