Secondo Wine Searcher, enciclopedia enoica e motore di ricerca del vino, tra i 100 vini più ricercati al mondo, ben 6 sono toscani
Conosciamo meglio Wine Searcher
Innanzitutto chiariamo cos’è Wine Searcher per chi non lo conoscesse. Si tratta di un motore di ricerca per vini che nel corso degli anni si è affermato anche come servizio enciclopedico gratuito su tutto ciò che concerne il mondo dell’enologia mondiale.
Attualmente il sito conta più di 38.000 distributori di vino, oltre 6 milioni di offerte, e oltre 13 milioni di etichette censite in tutto il mondo. Nel corso degli anni Wine-Searcher si è sviluppato come enciclopedia del vino, con migliaia di articoli su regioni, zone a denominazione di origine controllata, vitigni, ma anche classifiche sui vini più ricercati, o più costosi, e raccolte dei vini più quotati dai maggiori critici internazionali, come ad esempio, Robert M. Parker, Jr., Jancis Robinson, Stephen Tanzer.
Il motivo che ha permesso a Wine-Searcher.com di diventare il sito enoico più visitato al mondo è essenzialmente legato alla possibilità di comparare gratuitamente i prezzi dei vini fra i vari distributori presenti in rete, guidando i consumatori verso acquisti maggiormente consapevoli.
Tra i Top 100 Most Searched-For Wines & Spirits, 6 toscani, in cui spicca il Sassicaia
Ogni giorno Wine Searcher elabora più di 650.000 ricerche, monitorando la frequenza di ricerca di oltre 800.000 vini. E nella “Top 100 most searched-for wines and spirits”, ossia tra i 100 vini più ricercati del mese scorso, dopo 2 miti assoluti come i francesi Chateau Mouton Rothschild e Chateau Lafite Rothschild, che non mancano mai, in terza posizione troviamo nientemeno che il nostro immarcescibile Sassicaia.
Il mito del Sassicaia non tramonta mai
Fu il marchese Mario Incisa della Rocchetta, appassionato di vini francesi, che negli anni Quaranta, notando una somiglianza morfologica tra il territorio di Bolgheri e quello di Graves, a Bordeaux, piantò delle barbatelle di Cabernet Sauvignon e di Cabernet Franc nella sua Tenuta San Guido, creando così quello che sarebbe divenuto decenni dopo un mito dell’enologia italiana, il Sassicaia, primo grande trascinatore di questa pregiatissima area vitivinicola.
Minimo 80% di Cabernet Sauvignon, con l’aggiunta di quantità variabili di Cabernet Franc, il Sassicaia è anche il primo vino italiano di una specifica cantina, che, come accade in Francia per pochissime etichette celeberrime, vanta una DOC riservata appositamente: Bolgheri Sassicaia.
Al 19esimo posto della “Top 100 most searched-for wines and spirits”: il Tignanello, e al 52 esimo posto il Solaia, dei Marchesi Antinori
In ottima posizione, pure se nettamente staccato dal Sassicaia, al 19esimo posto, troviamo un altro mito italiano creato dallo stesso enologo del Sassicaia: il grande Giacomo Tachis. E anche in questo caso la storia è molto interessante. Le prime annate di Sassicaia furono infatti distribuite dai cugini della famiglia Incisa della Rocchetta, i Marchesi Antinori di Firenze, da secoli grandi figure del vino italiano. Anche al marchese Piero Antinori piaceva l’idea d’un vino toscano nuovo e diverso, e scelse per la propria interpretazione di Supertuscan una serie di vigneti della Val di Pesa, nei colli fiorentini. Qui vide la luce il Tignanello, in cui la varietà autoctona Sangiovese doveva costituire la percentuale più alta.
Nell’annata 1971 nacque il primo Tignanello, non dichiarato come Chianti Classico per via delle scelte fatte nell’assemblaggio. Quella del 1975 fu elaborata senza varietà bianche, mentre il Sangiovese era stato migliorato con un 20% di Cabernet Sauvignon e con un passaggio in barrique. Mentre nel 1978, a seguito di una vendemmia molto produttiva e favorevole nella vigna di Tignanello, nacque il cru Solaia, oggi al 52 esimo posto nella “Top 100 most searched-for wines and spirits”.
Il 41° e il 43° posto dei “Top 100 most searched-for wines and spirits”, vanno a Ornellaia Bolgheri Superiore e Masseto Toscana IGT
Non potevano mancare altri due vini leggendari toscani, l’Ornellaia e il Masseto, entrambi dei Marchesi Frescobaldi: il primo a prevalenza di cabernet sauvignon (oltre a merlot, cabernet franc e petit verdot); il secondo, merlot in purezza della stessa tenuta, un’eccellenza insuperabile, la cui annata 2015 è stata votata da Robert Parker, insieme al Solaia degli Antinori, miglior vino al mondo.
All’84esimo posto: Fontodi – Flaccianello della Pieve – Colli della Toscana Centrale IGT
Sangiovese in purezza, selezione dei migliori vigneti di Fontodi, Flaccianello della Pieve è uno dei grandi vini della Conca d’Oro di Panzano, celebre areale chiantigiano che si estende per circa 9 km a un’altitudine compresa tra i 350 e i 700 metri, collocazione ideale per questo classico vitigno autoctono toscano. Senz’altro la ventilazione costante, che garantisce salubrità alle uve, e la composizione del terreno, sono 2 delle ragioni della grande qualità dei vini della Conca d’Oro, terroir privilegiato, tanto che se volessimo classificare, in stile francese, le sottozone del Chianti Classico, la Conca d’Oro potrebbe essere considerata come Grand Cru.
Consigli per gli acquisti di altri grandi vini toscani nelle stesse zone vinicole di quelli in classifica
Per quanto riguarda Bolgheri, senz’altro consigliamo Messorio de Le Macchiole, un grande merlot in purezza; e Grattamacco Bolgheri Superiore, grandiosa espressione di Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese.
Per quanto riguarda il Chianti, le bottiglie che vi consigliamo di tenere in cantina sono: il mitico Le Pergole Torte di Montevertine; il Chianti Classico ‘Colonia’ di Fèlsina; il Chianti Classico ‘Il Poggio’ del Castello di Monsanto; il Coltassala di Castello di Volpaia; e Il Carbonaione di Podere Poggio Scalette.
( Fonte Tuscanypeople.com )