Medico organizza il brindisi per celebrare la sua morte

Rimini- «Stappate e bevete questa bottiglia quando io non ci sarò più».

 

Perché Walter Fracassi era fatto così: amava la vita e il suo lavoro di medico che ha svolto con passione fino a 80 anni passati, e i piaceri della tavola. Quando ha capito che stava per arrivare la sua ora, ha pianificato il suo addio in ogni dettaglio, compreso il manifesto funebre e il brindisi della famiglia. Oggi tanti riminesi daranno l’ultimo saluto a Walter, scomparso mercoledì a 81 anni, nella chiesa di Santa Rita (alle 10), ma la sua numerosa famiglia il primo funerale l’ha già celebrato mercoledì sera, poche ore dopo la morte.

 

«Abbiamo brindato con una bottiglia di vino rosso prodotto sull’isola dell’Elba, che mio padre aveva imbottigliato con le sue mani nel 1962», racconta Fulvio, uno dei sette figli del dottor Walter Fracassi, tra i più conosciuti e apprezzati medici di base di Rimini. Fulvio è l’unico che ha seguito le orme del padre (anestesista), ma altre due figlie di Fracassi hanno deciso di lavorare in campo sanitario: una è farmacista, l’altra infermiera. Tutti hanno preso dal padre l’inguaribile gioia di vivere, perché Fracassi era davvero un uomo speciale. Ha lavorato fino a pochi mesi fa, nonostante lottasse da anni con la malattia che l’ha poi stroncato.

 

«Era sempre lui — ricorda ancora Fulvio — ad aprire l’ambulatorio ogni mattina alle 7, prima che arrivassero gli altri medici. Ci diceva: ho i miei pazienti che mi aspettano… C’era chi andava a misurare la pressione, e chi aveva semplicemente bisogno di una parola di conforto. Mio padre c’era sempre, per tutti: molti suoi pazienti venivano anche a casa». Fracassi è stato un medico di famiglia di quelli veri, di una volta. Sapeva far tutto, ed era così bravo che ha deciso di far partorire 6 dei suoi 7 figli (tre maschi e quattro femmine) nel suo ambulatorio. Tolto il camice, Walter si dedicava alle sue grandi passioni. Era un cuoco eccellente, e nella villa che ha fatto costruire a Francenigo, nel Trevigiano, coltivava la terra sperimentando nuovi tipi di ortaggi, e produceva con le sue mani vino e grappe.

 

Ottimo cacciatore e pescatore, amante della natura e del mare, ha voluto chiamare le sue figlie tutte con il nome Marina (per tre è il secondo nome, per una è il primo). In cucina armeggiava con pentole e padelle come un provetto chef. «Era capace di mettere a tavola anche cento persone contemporaneamente», racconta ancora la famiglia. Qualche anno fa ha pubblicato anche un suo libro di ricette, In padella. «Oggi al funerale lo regaleremo a tutti i presenti, insieme al santino». Ecco, la foto ricordo di oggi: anche quella l’aveva scelta lui, come le frasi che compaiono nel necrologio. Walter aveva preparato di tutto prima, lasciando in cantina quella bottiglia di buon rosso per la moglie, Maria Carla Cecchini, e i figli Walter, Fulvio, Marco, Ambra, Marina, Serena e Stella. Un brindisi in onore di un grande uomo.

 

 

( Fonte Il resto del Carlino )

 

 

P.S. ) Cosi’ ha già predisposto anche l’industriale dei bicchieri da degustazione Riedel, il quale ha già messo da parte un buon numero di bottiglie pregiate, che saranno stappate nel giorno del suo funerale. Questo modo di salutare chi ci lascia, piace molto anche a me, tant’è che sono molti anni che ho pensato in questo modo ” il mio giorno d’addio “

RG