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11 arresti e 6 aziende sequestrate in provincia di Lecce : adulteravano vino

Ancora una di quelle notizie che non vorremmo mai pubblicare

 

Si tratta di 3 associazioni a delinquere, portate alla luce dai Nas di Lecce, secondo i quali i truffatori alteravano vino scadente e difettato spacciandolo poi per vino Doc ed addirittura biologico. Nel giro delinquenziale coinvolto anche un funzionario del Ministero delle Politiche Agricole che preavvertiva dei controlli.

Secondo il Quotidiano di Puglia le aziende coinvolte e poste sotto sequestro sarebbero : la Agrisalento srl e la Enosystems di Copertino, la Megale Hellas srl di San Pietro Vernotico e Ccib Food Industry srl di Roma. 

 

 

Con l’operazione chiamata ” Ghost Wine ” sono finiti cosi’ in carcere 11 persone, tutte del settore, e sequestrate 6 aziende vinicole, questa è una grande truffa che ha portato anche a decine di perquisizioni in diverse zone d’Italia oltre alla Puglia, anche Campania, Lazio ed Abruzzo.

 

Il bliz degli uomini dell’Arma è scattato nelle prime ore dell’alba di ieri giovedi 11 luglio 2019, ed ha impiegato oltre 200 uomini, supportati da un elicottero, insieme ad altri 90 funzionari dell’ Ispettorato centrale per la tutela della qualità e repressione frodi ( ICQRF ).

Un funzionario  corrotto del Ministero avvertiva dei controlli sul vino

L’operazione definita Ghost Wine, vino fantasma, ha portato all’esecuzione di sei ordinanze di custodia tutelare in carceriere e cinque agli arresti domiciliari, tutte firmate dal Gip  del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica. Gli indagati in tutto invece sono 41.

Le accuse a vario titolo vanno dalla falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico ed in registri informatizzati alla frode nell’esercizio del commercio, dalla vendita di sostanze alimentari non genuine alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, dal riciclaggio e auto riciclaggio all’attività di gestione rifiuti non autorizzata.

 

I tre gruppi di truffatori producevano vino scadente alterandolo attraverso la fermentazione alcolica di miscele di sostanze zuccherine ottenute dalla canna da zucchero e dalla barbabietola e poi lo vendevano come  Dop (denominazione origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta), DOC (denominazione origine controllata) o addirittura come biologico a prezzi stracciati. Grazie a questo sistema  le altre aziende oneste erano fuori mercato e rifornivano importanti imprese italiane operanti sia sull’intero territorio nazionale che all’estero.

 

 

Zucchero e sostanze chimiche per adulterare il vino
Come spiegano i Nas, gli indagati usavano “zucchero che unitamente ad altre sostanze, per il tramite di pratiche enologiche illegali, rendevano nuovamente idoneo vino acescente e/o di cattiva qualità per mezzo di una nuova fermentazione, oppure per la produzione di vino, mosto e mosto concentrato rettificato, utilizzati anche nella produzione di aceto balsamico di Modena, con il solo utilizzo di zucchero miscelato ad altre sostanze chimiche in particolare il Fosfato Monopotassico e il Solfato Potassico, generalmente utilizzati come concime”.

Durante le indagini si è scoperto anche la pratica delle false dichiarazioni di produzione di uve atte a produrre vino DOC e IGT da parte di aziende agricole di proprietà di alcuni degli indagati. In altri casi invece il vino veniva importato dall’estero e diventava vino DOC o IGT italiano, in particolare pugliese. Nel corso delle indagini sequestrati di prodotti vinosi e strutture per un valore stimato di circa 70 milioni di euro.