Home News Cibi cancerogeni e cibi anticancro Ecco cosa mettere a tavola

Cibi cancerogeni e cibi anticancro Ecco cosa mettere a tavola

Non c’è più alcun dubbio: almeno 3 casi di cancro su 10 sono dovuti a quello che mangiamo. È altrettanto certo che la dieta mediterranea svolge una funzione protettiva: molti studi dimostrano che un regime ad alto contenuto di calorie, ricco di grassi animali, carni rosse, insaccati e povero di fibre è associato a un aumento dei tumori. Viceversa, diete ricche di fibre (cioè caratterizzate da un alto consumo di frutta e vegetali) sembrano avere un ruolo protettivo. Anche l’abuso di alcol, il sovrappeso, l’obesità e la scarsa attività fisica fanno lievitare il rischio di un tumore. Ma cosa fa davvero bene o male e perché? Lo abbiamo chiesto a Lucilla Titta, nutrizionista e coordinatrice del Progetto SmartFood dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e autrice, insieme alla giornalista Eliana Liotta, del libro «La dieta smartfood», pubblicato da Rizzoli nel 2016.

 

 

 

Merendine, dolci e prodotti da forno: NO

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Riconoscere questi alimenti è molto semplice, in generale sono prodotti che hanno subito diverse lavorazioni e raffinazioni, sono poveri di acqua e fibre, e ricchi di grassi e zuccheri. «Dolciumi, biscotti, merendine, snack e gelati, ma anche grissini, cracker e pane bianco sono alimenti ad alto indice glicemico e altamente energetici, possono quindi favorire lo sviluppo sovrappeso e obesità, che a loro volta fanno lievitare il rischio di sviluppare un tumore – spiega Titta -. Le maggiori cause dei chili in eccesso, infatti, sono rappresentate da scorrette abitudini alimentari e da un’elevata sedentarietà, mentre mantenersi nell’intervallo del normopeso può essere uno dei migliori comportamenti in grado di prevenire l’insorgenza del cancro». Inoltre una dieta ricca di fonti di carboidrati ad alto indice glicemico porta a un aumento dei livelli di glucosio nel sangue e conseguentemente di insulina, che sembrano essere coinvolti nell’eziologia di diversi tumori.

 

 

Carni rosse e insaccati: NO

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«Sappiamo – ricorda l’esperta – che consumo di carne rossa (bovina, suina, ovina, caprina, eccetera) oltre i 500 grammi alla settimana e di carne conservata (salumi, insaccati, affettati) oltre i 50 grammi settimanali aumenta il rischio di tumore del colon retto con evidenza convincente. I motivi per cui il consumo eccessivo di carne rossa aumenterebbe il rischio di tumore al colon non sono del tutto chiari: una delle ipotesi suggerisce che ad un consumo di grassi animali si possa associare la formazione di una flora batterica intestinale favorevole all’insorgenza di tumore. Si tratta di dati di osservazione su ampie fasce di popolazioni che hanno messo così d’accordo la comunità scientifica sul fatto che esiste una correlazione convincente tra l’aumento del rischio di cancro al colon e l’elevato consumo di carne rossa e carne lavorata e conservata. Così come gli studi osservazionali su larga scala hanno dimostrato una associazione chiara tra consumo di fibra e protezione dai tumori».

 

Bevande zuccherine e alcoliche: NO

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Le bevande dolci (come le bevande gassate ma anche the freddo in bottiglia/lattina e succhi di frutta) hanno un ruolo cruciale nell’aumento del peso, soprattutto se consumate con regolarità. «Questo effetto negativo non è dato soltanto dall’apporto calorico di questi alimenti e bevande – ricorda Lucilla Titta -, bensì dalla loro incapacità di saziare portando quindi a un loro consumo smodato. Il consiglio per la prevenzione di sovrappeso e obesità (e quindi indirettamente di molti tipi di cancro) è quello di non consumarle. È poi ormai accertato a livello scientifico che l’eccesso di alcol, indipendentemente dal tipo di bevanda, è legato a un aumento del rischio di cancro. Per una buona prevenzione oncologica la raccomandazione sarebbe quella di evitare il consumo di bevande alcoliche o consumarne piccole quantità solo occasionalmente».

 

 

Sale: NO

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«Il tumore dello stomaco è, secondo il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, l’unico tipo di tumore per cui è stata riscontrata un’evidenza probabile tra consumo di sale e aumentato rischio – ricorda Titta -. Le evidenze indicano che l’effetto del consumo di sale sull’insorgenza di tumore allo stomaco è principalmente dovuto ad un consumo regolare di cibi conservati con il sale. Le linee guida nazionali e internazionali raccomandano un consumo non superiore ai 5 grammi al giorno di sale». Per diminuire l’aggiunta del sale alle preparazioni casalinghe è consigliato l’utilizzo di spezie, erbe aromatiche, marinature con limone o aceto. Per quanto riguarda il sale contenuto nei prodotti lavorati e conservati, che rappresenta la maggior parte del sale consumato, può essere utile leggere le etichette e le tabelle nutrizionali dei prodotti, ricordando che 0.4 grammi di sodio equivalgono a 1 grammo di sale.

 

 

Caffè: SI’

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Da un recente aggiornamento del Fondo mondiale per la Ricerca sul Cancro si evince che bere abitualmente caffè può ridurre il rischio di cancro al fegato: la ricerca mostra una riduzione del rischio del 15% associato al consumo di una tazza al giorno. E altre recenti indagini ipotizzano una protezione anche dal carcinoma alla prostata.«Tuttavia non è possibile prevedere il rischio esatto associato al consumo di un determinato numero di tazze di caffè – dice l’esperta -. I risultati dei recenti studi pubblicati sull’effetto del caffè sono quindi positivi rispetto alle convinzioni del passato, in cui bere caffè era considerata un’abitudine poco salutare. Il probabile effetto protettivo del caffè potrebbe essere attribuito sia alla caffeina sia alle altre sostanze protettive come i polifenoli, di cui il caffè è molto ricco».

 

 

Pomodoro & co. SI’

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Carote, pomodori, peperoni dolci e piccanti, zucca, anguria e albicocche contengono tante varietà di carotenoidi, micronutrienti che hanno dimostrato di essere protettivi nei confronti del tumore del polmone e delle alte via respiratorie. «Il pomodoro, oltre all’alfacarotene, contiene anche licopene che, stando ad un’indagine pubblicata di recente sull’American Journal of Clinical Nutrition ha una particolare efficacia nel proteggere i polmoni – dice Titta -. Il licopene è senz’altro il carotenoide più studiato per i suoi effetti benefici, viene anche impiegato nell’industria alimentare come colorante e viene indicato in etichetta con il codice E160d. Come potete capire, quindi, non sempre una sigla sconosciuta presente nell’elenco degli ingrediente deve rappresentare un composto pericoloso per la salute».

 

 

Aglio: SI’

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Il consumo regolare di aglio rappresenta un probabile fattore protettivo per il cancro del colon retto. Studi su modelli animali e cellulari hanno messo in luce l’azione dell’allicina, composto solforato, nell’inibizione della proliferazione tumorale.

 

 

 

 

Cereali integrali: SI’

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Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha messo in luce numerosi effetti benefici legati al consumo regolare di alimenti ricchi di fibra alimentare, tanto che nell’ultima revisione della Società Italiana di Nutrizione Umana sui Livelli di Assunzione di Riferimento per la Popolazione Italiana del 2014 è presente anche un quantitativo giornaliero raccomandato di fibra, equivalente a circa 25 grammi al giorno per un adulto medio. Una dieta ricca di alimenti vegetali che apporti almeno 25 grammi al giorno di fibra rappresenta infatti un fattore protettivo convincente. «Tuttavia – dice Titta -, dalla letteratura scientifica emerge che già con un’assunzione giornaliera di 10 grammi di fibra alimentare, il rischio di tumore del colon retto si riduce del 10 per cento. Per raggiungere più facilmente il consumo raccomandato risulta fondamentale mangiare almeno una volta al giorno cereali integrali, come pane e pasta integrali o cereali in chicco e gradualmente sostituirli ai cereali raffinati usati abitualmente. In questo modo, oltre a contribuire all’apporto di fibra alimentare, si introduce una quota maggiore di vitamine e sali minerali».

 

Verdura a volontà: SI’

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Tra gli effetti benefici indagati rispetto al consumo quotidiano di almeno 400 grammi al giorno di verdura, le evidenze più robuste sono legate a una prevenzione delle malattie cardiovascolari e del rischio di cancro al colon, uno dei tumori più frequenti nella popolazione occidentale. I meccanismi proposti alla base di questo effetto sono diversi: per esempio, la fibra contenuta nella verdura sembra migliorare la composizione della microflora intestinale. I microrganismi intestinali sono infatti in grado di fermentare la fibra producendo una serie di effetti benefici per l’organismo. Inoltre, la fibra sembra essere utile nel diminuire l’assorbimento di grassi, zuccheri e colesterolo.

 

 

Latte: SI’

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Il latte rappresenta un probabile fattore di riduzione del rischio di cancro del colon retto. «Le evidenze scientifiche – ricorda l’esperta – mostrano, per un consumo di 200 grammi al giorno di latte, una riduzione del rischio del 7 per cento, sia per gli uomini sia per le donne. Non sembrano esserci differenze tra latte intero e scremato e l’effetto protettivo può essere in parte spiegato dall’azione del calcio (introdotto con la dieta o con integratori), che promuove la corretta differenziazione delle cellule del colon retto. Una grossa analisi di diversi studi che coinvolge circa 500mila individui (seguiti per molti anni, da 6 a 16) ha portato alla diagnosi di 4.992 casi di carcinoma colonrettale, mostrando una riduzione del 22 per cento del rischio nelle persone con un alto consumo di calcio».

 

 

Tipi di cottura

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Cuocere a lungo gli alimenti ricchi di carotenoidi (come pomodori e carote), possibilmente con l’aggiunta di grassi salutari come l’olio extravergine di oliva, rende più disponibili e assimilabili le molecole protettive. Durante la cottura o altri processi di lavorazione in alcuni casi si possono formare sostanze con attività cancerogene come amine eterocicliche (HCAs), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e composti N-nitrosi (NOC). I prodotti più a rischio sono la carne fresca alla brace e carne lavorata per la conservazione: la concentrazione di tali sostanze negli alimenti aumenta in maniera proporzionale alla temperatura di trattamento.

 

 

 

( Fonte Corriere )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.