
Erano almeno 20 e piu’ anni che avevo il desiderio di visitare la Basilicata, in particolare la zona del Vulture, un vulcano spento in provincia di Potenza, perchè qui si produce quello che, a mio avviso, è oggi ma non da oggi, uno dei migliori vini rossi d’ Italia, al pari di altri molto piu’ famosi e blasonati, a tal punto da essere chiamato “ il Barolo del Sud “ !

Uno dei primi vini che ho conosciuto nel lontano 1985/90, quando ai corsi Ais per diventare sommelier, un relatore anziano, di cui non ricordo il nome, mi fece innamorare della tipologia, dopo avere degustato i primi aglianico prodotti alle pendici del Vulture.
Oggi la qualità, eleganza e finezza dei vini ivi prodotti, sono qualcosa di impressionante e veramente notevole, seguiranno alcuni articoli delle degustazioni effettuate in loco !
Un vulcano spento dal nome di avvoltoio
Si erge imponente il Vulture, isolato com’è tra pianure.
L’antichissima montagna, cara al poeta latino Orazio, è un vulcano. Dal tempo della sua edificazione, circa 750.000 anni fa, è l’indiscusso protagonista primigenio delle vicende geografiche, botaniche, zoologiche, antropologiche, cui è andato incontro l’ambiente naturale circostante.
Dal suo ultimo fuoco, circa 125.000 anni fa, il paesaggio vivente si è costruito lentamente ma continuamente, attraversando le glaciazioni e una storia naturale e dell’uomo molto coinvolgente. Testimone d’eccezione è una farfalla, un relitto miocenico, un fossile vivente: la Bramea europea che, in piccolo bosco del Vulture, trova ancora oggi, dopo milioni di anni, il suo antichissimo habitat.

L’intero massiccio è inserito nell’inventario Nazionale dei Geositi. La sua caldera di collasso, completamente rimboschita, con giù i due laghi di Monticchio, costituisce la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Monte Vulture.
La Riserva Naturale Regionale Lago Piccolo di Monticchio, la Riserva Naturale Statale Orientata Grotticelle e il Bacino Idrominerario del Vulture segnalano ancora il grande interesse per quest’area. Un’antica attenzione che è motivata dalla reiterata attività sismica, dalle preziose acque calme ed effervescenti, dalle foreste e dal pregiato legname, dalla sua fauna oggetto di caccia sin dalla preistoria, per necessità o per diletto di re e imperatori fino ai giorni nostri.

Il paesaggio attuale del Vulture è incredibilmente sensoriale: lo scenario sonoro è composto dal vento e dall’acqua, con le sue sorgenti, fontane, cascate, e dalle modulazioni stagionali e comunicative della ricca fauna; quelli visivo e olfattivo sono invece determinati dalla biodiversità vegetale che qui nel Vulture, soprattutto d’autunno, trova le condizioni microclimatiche per diventare spettacolare; per i sapori, infine, oltre le acque, i frutti silvani, i castagneti, gli olivi e i vigneti, sono i depositari di sensazioni primordiali.
Se la comunità vegetale calderica colora l’anfiteatro lacustre, quella delle pendici esterne, invece, conferisce al Vultur, l’avvoltoio, con le ali semiaperte come intento a proteggere la sua nidiata, le tinte alla livrea.
Una parte importante del progetto è anche nella valorizzazione delle tradizioni culturali del territorio, a partire dal recupero delle antiche grotte, risalenti al 1600 ed utilizzate dai Padri Francescani.Questi antri naturali, scavati nel tufo vulcanico, grazie ad un perfetto e naturale equilibrio di temperatura, umidità costante e ventilazione, garantiscono condizioni eccezionali di affinamento del vino, che vi riposa all’interno di barriques di rovere francese.Tutte collegate tra loro, le grotte si sviluppano nel sottosuolo del paese creando un percorso sotterraneo di grande suggestione e si irradiano da una piccola e deliziosa piazzetta, chiamata Facìle, tipica dell’architettura locale. Il Facìle, con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo conseguente allo scavo delle grotte nel tufo, raccoglieva le acque piovane: era di fatto una specie di conca, una sorta di “bacìle”, termine da cui deriverebbe, per l’appunto, l’espressione dialettale “Facìle”.
L’area del Vulture
Fuori dalla mete turistiche più comuni, Il Vulture, è la scoperta di paesaggi unici, talvolta celati, custodi di prodotti eno-gastronomici di incredibile valore.
Laghi vulcanici incastonati nella roccia come diamanti, Chiese che nascondono capolavori, foreste a tratti impenetrabili rifugio dei Briganti e incantevoli castelli di popoli lontani sono i testimoni di un antico legame tra natura e vicende umane che, nel corso dei secoli, in questo territorio, sembra sia stato più intenso che altrove.
Situato nel Nord della Basilicata, dominato dal suo Vulcano spento, il Vulture è la terra dell’Aglianico che proprio qui, grazie alla natura vulcanica del terreno, raggiunge altissimi livelli espressivi.
LE DEGUSTAZIONI IN LOCO
Inizierò questa carrellata , con una delle aziende che ha fatto conoscere, in Italia ed all’estero, la grandezza di questi vini, in particolare l’Aglianico del Vulture, stò scrivendo di :
Cantine del Notaio soc. agr.
Via Roma, 159 – 85028
Rionero in Vulture (Pz)
[email protected]
https://www.cantinedelnotaio.it
Tel. (0039) 0972 723689
Tel. (0039) 335 6842483
Tel. (0039) 0972 724900
Fax (0039) 0972 725435
La storia in questo video
ed in questo secondo video
La passione per la viticoltura è antica nella famiglia Giuratrabocchetti e si tramanda da generazioni.
E’ da questa tradizione che nasce, nel 1998, l’azienda Cantine del Notaio, quando Gerardo Giuratrabocchetti, laureato in Scienze Agrarie, raccoglie, con la moglie Marcella, la sfida di valorizzare l’Aglianico del Vulture coltivato nelle proprie vigne, unendo tradizione, innovazione, storia e cultura del territorio.
Con il Professor Luigi Moio, ordinario di Enologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, si approfondisce la ricerca sulle potenzialità enologiche di questo vitigno, il più importante del Sud Italia, austero e generoso al tempo stesso e capace di regalare vini dalla straordinaria personalità.
LA DEGUSTAZIONE IN AZIENDA
CLICCA VIDEO CANTINA DA NON PERDERE
Meravigliano le antiche cantine scavate nel tufo, con il piccone, da rifugiati albanesi molti secoli fa, dove umidità e temperatura sono ideali per la perfetta conservazione dei vini. Siamo a Rionero in Vulture e letteralmente sotto il piano stradale, si trovano oggi oltre 1000 cantine private, questa delle Cantine del Notaio merita senza ombra di dubbio una visita guidata ed una degustazione in loco !
1 ) VINO SPUMANTE METODO CLASSICO LA STIPULA MILLESIMATO 2014 GR.13 DOSAGGIO ZERO E SBOCCATURA 2024
Ottenuto dal 100% di aglianico, questo spumante è rimasto ben 10 anni sui suoi lieviti a riposare in queste cantine ottimali ed il risultato è incredibile :
paglierino di media intensità, naso intenso, molto elegante, con note di lieviti e crosta di pane ;
bocca equilibrata, armonica, molto accattivante, di grande finezza e qualità, lungo nel finale.
Uno spumante metodo classico Eccellente da 95/100
2 ) IL PROTESTO 100% aglianico gr.11%
Un vino frizzante, leggero con i suoi 11 gr., molto indicato nella stagione estiva , ricorda per certi versi i migliori lambrusco :
rubino chiaro; naso pulito, integro, piccoli frutti rossi, fragoline di bosco ;
bocca invitante, armonica, beverino, molto scorrevole e piacevole
Ottimo 89/100
3 ) PRELIMINARE BIANCO IGT BASILICATA 2014 GR. 13,5
Un vino bianco ottenuto da un blend di aglianico, sauvignon, chardonnay :
paglierino di buona intensità ; naso intenso, complesso, variegato, ampio, note semiaromatiche molto piacevoli ; bocca invitante, equilibrata, intensa, complessa di alta qualità.
Da classificare Eccellente 93/100
4 ) IL ROGITO BASILICATA ROSATO 2023 IGT GR.13,5
Ottenuto al 100% dal vitigno aglianico si presenta nel bicchiere di un rubino chiaro, limpido e brillante ; al naso è leggermente speziato, note di piccoli frutti rossi ; bocca equilibrata, giustamente caldo, sapido, leggermente tannico.
Da classificare Eccellente 93/100
5 ) IL SIGILLO AGLIANICO DEL VULTURE DOC 2017 GR. 14
Granato chiaro ; naso intenso, leggere note speziate, equilibrato, frutta matura, ma non surmatura ;
bocca sontuosa, avvolgente, tannini bene integrati, finezza ed eleganza ne sono i tratti salienti. Ha un estratto secco di circa 40/gr litro, al pari di molti amarone, ma molto piu’ equilibrato e non aggressivo.
Eccellente 96/100
6 ) L’AUTENTICA BASILICATA BIANCO IGT 2022 GR.14
Vitigni: Moscato (70%) e Malvasia (30%). Le uve sono appassite in pianta e, poi, sui graticci.
Vendemmia: dalla seconda all’ultima decade di settembre.
Vinificazione: pressatura delle uve e fermentazione in acciaio e in carati di primo passaggio.
Maturazione: in carati di rovere francese per 12 mesi e passaggio in bottiglia.
Giallo ambrato, limpido e brillante ; albicocca disidratata, datteri ; in bocca è dolce ma non stucchevole, equilibrato, di grande qualità, intensità e finezza, mai stancante, un sorso invita al successivo, lungo nel finale di bocca.
Eccellente 95/100
Una bella esperienza e carrellata, che ci ha fatto capire l’elevato livello qualitativo raggiunto dai vini lucani, in modo particolare quelli di questa cantina che si posiziona di diritto tra le prime di tutto il territorio !
Complimenti vivissimi a Gerardo Giuratrabocchetti bravo enologo, agronomo e viticoltore !
“ Grandi sono gli uomini che sanno trasformare, in questo modo, i frutti della terra e portarli a noi per l’appagamento dei nostri sensi “ !
Con stima
Roberto Gatti
( degustazioni maggio 2025 )