Roma, dic 2015 – “Siamo da tempo monitorando la questione a livello nazionale ed europeo.
Il pericolo di perdere denominazioni dei nostri vini profondamente legati ai nostri territori è reale. Per questo appoggiamo pienamente la risoluzione presentata dal vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera, Massimo Fiorio, contro la liberalizzazione dei vitigni nelle etichette”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, ricordando il rischio di concorrenza sleale da parte di chi attribuisce caratteristiche di ‘made in Italy’ ad un prodotto che di italiano non ha nulla. Il nostro export di vino, nel 2014, si è attestato su 20 milioni di ettolitri per un valore di oltre cinque miliardi di euro. “E’ tempo – continua Guidi – di far conoscere i prodotti dell’autentico ‘made in Italy’ in tutto il mondo, senza creare ulteriori ostacoli al nostro vino, che ha tutte le carte in regola per conquistare fette ancora più ampie di mercato”. Confagricoltura ricorda che, soprattutto negli Stati Uniti, per ogni euro prodotto dal nostro export agroalimentare, l’Italian sounding ne incassa ben 8. “La possibilità di riportare il nome della varietà del vitigno è riservata oggi solo a specifici vini – conclude il presidente di Confagricoltura -. Occorre perciò impedire con forza che ai produttori stranieri si permetta di usare le nostre denominazioni e difendere con forza i nostri territori e le nostre quote di mercato”.
( Fonte AGENPARL )