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Frutteti con meno chimica e manodopera, il modello “Maso Maiano”

Presentazione ai frutticoltori della Val di Non delle prove sperimentali nell’azienda agricola FEM.

 

 

Più di 250 frutticoltori hanno partecipato oggi, a Maso Maiano, all’incontro “porte aperte” promosso dalla Fondazione Edmund Mach. Sotto i riflettori i risultati delle prove sperimentali condotte nell’azienda agricola situata a Cles che guardano sempre più con interesse ad un modello di frutteto altamente sostenibile, che richieda cioè, a parità di produttività, meno chimica e manodopera, semplificando le operazioni colturali in regime di economicità e sicurezza.

Porte aperte a Maso Maiano segue gli altri due incontri promossi dal Centro Trasferimento Tecnologico rivolti ai frutticoltori trentini di Maso Part e Spagolle, ed è un evento che anche quest’anno ha registrato un buon successo di partecipazione, grazie anche all’articolazione con visite guidate per gruppi che hanno consentito ai frutticoltori di seguire e “toccare con mano” i risultati delle prove. I temi affrontati, introdotti da Livio Fadanelli, spaziano dalla difesa con prodotti biologici ad una nuova tecnica di confusione sessuale, dai vantaggi dall’allevamento a più assi al frutteto pedonabile, dalla moria del melo ai fenomeni di stanchezza del terreno e portinnesti resistenti.

Con frutteti più bassi, a parete stretta e pedonabili meno input chimico e manodopera

Anche per la frutticoltura di montagna l’allevamento in parete stretta offre il vantaggio di ridurre gli input di manodopera e di chimica. Alberto Dorigoni e Franco Micheli hanno spiegato che la meccanizzazione, compatibilmente con le pendenze del frutteto, può essere introdotta per le operazioni di diradamento, potatura, controllo delle infestanti. In particolare in montagna, anche a partire da impianti tradizionali è semplice ridurre le dimensioni degli alberi tramite potature estive sia in spessore che in altezza, fino ad arrivare, se il sesto di impianto è sotto i tre metri, a frutteti egualmente produttivi ma gestibili interamente da terra senza scale o carri, con vantaggi in termini economici, di sicurezza e riduzione della deriva. Questi frutteti poi, seppure piccoli e di forma irregolare, si prestano a strategie innovative come le reti multifunzionali (prevalentemente anti-insetto, antigrandine e diradante) e un domani anche all’impiego di irroratrici scavallanti con recupero della deriva, con ulteriore risparmio di prodotti chimici.

Difesa: positivi i risultati della gestione della ticchiolatura con prodotti biologici

Luisa Mattedi ha descritto l’evoluzione della ticchiolatura, presentando i risultati sia della gestione con prodotti solamente biologici, sia con l’inserimento di polisolfuro di calcio nella strategia integrata.

Portinnesti resistenti e moria del melo

Nicola Dallabetta e Andrea Branz hanno spiegato che nell’ultimo decennio la val di Non ha rinnovato gran parte dei frutteti passando dai portainnesti forti ad M9 che attualmente occupa circa il 90% del territorio. A causa dell’eterogeneità dei terreni e delle diverse altitudini questo portinnesto, di media debole vigoria, sta manifestando dei limiti nello sviluppo della pianta. La problematica legata al fenomeno della stanchezza dei terreni ha portato alla ricerca di portainnesti alternativi all’ormai consolidato M9, tolleranti o resistenti al reimpianto. Inoltre, alcuni di questi portainnesti risultano resistenti a diversi patogeni e alle avversità atmosferiche.

Una nuova tecnica di confusione sessuale contro la carpocapsa

Per la gestione dei danni da carpocapsa è stata proposta la nuova tecnica di confusione sessuale definita Puffer® CM, un dispositivo a meccanismo temporizzato in grado di rilasciare dosi prestabilite di feromone, da un numero limitato di erogatori (2-3 ad ettaro). Il feromone emesso si diffonde anche a lunga distanza e in parte viene intercettato dalla vegetazione, che a sua volta lo rilascia nell’ambiente.I risultati di efficacia sono paragonabili alla confusione tradizionale, tuttavia diversi sono i vantaggi di questi dispositivi, da un minor impegno di tempo nell’applicazione, a minori problemi di smaltimento dei dispositivi, ad un risparmio di principio feromonale emesso. Attualmente la Fondazione Mach sta valutando tre diversi dispositivi che si basano su questa innovativa modalità di confusione sessuale e stanno proseguendo gli studi sui dispenser tradizionali di confusione sessuale.

Bostrico, sotto i riflettori i danni e le strategie di contenimento

La problematica del bostrico del melo, correlata a quella più ampia della moria, è stata affrontata da Cristina Salvadori e Roberto Torresani nei suoi aspetti biologici, ecologici e relativi al controllo. In particolare, è stata presentata l’evoluzione cronologica della diffusione dei danni provocati da questo insetto e delle sperimentazioni volte ad individuare strategie efficaci di controllo. Ad oggi, la cattura massale con semplici trappole (tipo Taptrap) innescate con alcol alimentare, risulta il metodo migliore per contenerlo.

Scopazzi sotto controllo

Sono stati illustrati anche i risultati del monitoraggio degli scopazzi del melo svolto nella stagione 2012. La buona situazione fotografata in Val di Non, con lo 0,22 % di piante colpite (su portinnesto M9), non deve far calare l’attenzione degli agricoltori relativamente a questo fitoplasma.

 

( Fonte Fondazione Edmund Mach )