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Gulfi, quelli che del nero d’avola ne hanno fatto un cru

Del Nero d’Avola si è scritto di tutto, dalle antichissime origini al tempo in cui veniva acquistato dai mediatori per essere venduto in Francia come vino da taglio, il c.d. vin médecine. Per arrivare ai giorni nostri, tempo in cui l’eccesso di produzione ha disorientato il mercato facendone crollare il prezzo e l’immagine percepita.

 

 

Nel frattempo Vito Catania, imprenditore originario di Chiaramonte Gulfi, decide di rimettere radici nella sua terra ed acquista nel 1996 alcuni appezzamenti nelle contrade di Pachino facendosi guidare dai vecchi mediatori locali che, più di ogni altro, conoscevano bene le caratteristiche di ogni singolo terreno. E’ così che Maccari, Bufaleffi, Baroni e San Lorenzo, le contrade più antiche e rinomate di Pachino, in Val di Noto, entrano a far parte dell’azienda agricola Gulfi arricchendo gli originari possedimenti di famiglia, per un totale di 70 ettari nei territori più vocati della Sicilia Orientale.

 

Dopo la scelta oculata dei terroir, Vito Catania cerca l’uomo, l’esperto, l’enologo che con lui condivida il rispetto per l’ambiente ed un certo modo di fare il vino, quello voluto dal terreno stesso in cui si coltivano le viti. Sceglie Salvo Foti, catanese doc, enologo guidato dalla passione prima ancora che dalla tecnica ed insieme a lui crea il “protocollo Gulfi”, un modus operandi in vigna ed in cantina che alteri il meno possibile gli equilibri presenti in natura.

 

Solo vitigni autoctoni, coltivazione ad alberello, nessuna irrigazione, agricoltura biologica, questi i cardini del Gulfi mood, un modo di essere vignaiolo in Sicilia che premia la saggezza dei vecchi e la concilia con la conoscenza di oggi.

Solo l’alberello, come forma di allevamento della vite, consente infatti di ottenere vini di grande finezza e complessità senza necessità di irrigare od utilizzare prodotti chimici invasivi: gestione complessa, basse rese ma grande espressività dei vitigni.

 

Nascono così i grandi Cru di Gulfi: neroMACCARJ, neroBUFALEFFJ, neroBARONJ e neroSANLORE’, autentiche espressioni dei territori che li generano, vini pluripremiati dalla critica italiana ed internazionale.

 

Gulfi, però, non è solo Nero d’Avola, ma anche Nerello Mascalese, antico autoctono coltivato a Vigna Poggio in contrada Monte la Guardia, nel comune di Randazzo, che si trova sul versante nord dell’Etna. Reseca nasce da viti centenarie che si estendono su terrazze in pietra lavica ricche di materia organica fusa nelle ceneri vulcaniche, un paesaggio unico e suggestivo.

 

 

 

 

Da uve Carricante, raro vitigno autoctono di origine etnea diffuso alle quote più alte, a Vigna Campo a Chiaramonte Gulfi, in Val Canzeria, si produce Carjcanti, un vino bianco dalle note minerali, sapido, caratteristica che conferisce grande freschezza.

Sempre a Chiaramonte Gulfi, in Vigna Stidda e Vigna Catania a 420 mt, si trova il terreno dedicato al Nero D’Avola e al Frappato per un vino rosso di antica tradizione: il CERASUOLO DI VITTORIA, prima e unica DOCG siciliana.

 

 

Suggestive distese di filari fanno da cornice ad un buen retiro in puro stile siciliano, la Locanda Gulfi, tappa irrinunciabile di golosi percorsi gastronomici per la presenza, al suo interno, di un ottimo ristorante guidato da Giuseppe Causarano . La sua è una cucina siciliana che supera la tradizione per proporre abbinamenti sempre nuovi, inediti, creativi, sollecitati dalla varietà e dalla qualità delle materie prime di cui la Sicilia è tanto ricca. Una vera esperienza sensoriale per gli ospiti della Locanda che, fra un calice di buon vino ed un piatto gourmet, possono rilassarsi ai bordi di un’incantevole piscina immersi in un paesaggio mozzafiato.

 

 

A guidare la Locanda Davide Catania, terzo figlio di Vito, che ha scelto di vivere in Sicilia subendone il fascino irresistibile, responsabile dell’Export per i vini Matteo Catania, giovane ed intraprendente promotore del best of Gulfi da Oriente ad Occidente.

 

Per info e approfondimenti www.gulfi.it

 

 

 

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