Ricevo e volentieri pubblico queste considerazioni dell’enologo Giacomo Alberto Manzo
Buona lettura
RG
Vedere la trasmissione di #Report del 02 febbraio 2025 sul vino di #Pantelleria, ho provato un forte disagio, disappunto direi, nel constatare come un pessimo giornalismo, possa indurre a trasmettere una cattiva informazione; denigrando uomini e aziende, che da sempre si impegnano a valorizzare, non solo il territorio, ma le piccole produzioni di #vino.
Sono state date delle notizie non corrispondenti al vero.

Dire che le serre riproducono un ambiente condizionato non è assolutamente vero!

Non mi sembra aver visto bruciatori o essiccatori, in questi anni a Pantelleria, o che ci sono realmente, e che modificavano la temperatura o l’umidità delle uve in appassimento.
Un’altra inesattezza del servizio di #rai #report è che evidenzia “che con le serre aumentano le produzione”.
Ciò è falso!

Non mi sembra che la serra possa incrementare il quantitativo di uva che normalmente la pianta produce .

E se guardiamo il lato igienico credo che l’uva protetta da un telo, rimane al riparo da insetti, uccelli e animali vari,che potrebbero contaminare l’uva esposta.

Proporrei a Sigfrido #Ranucci (che stimo e apprezzo per il coraggio che mette nelle sue inchieste sul malaffare e sulla mala politica) di circondarsi di gente o giornalisti più esperta o se necessario di #Enologi, che conoscono la materia enologica e i dispositivi legislativi.
Non esiste solo lo #share o ascolti televisivi.
Esiste anche “l’#etica” dei giornalisti, dei tecnici, dei produttori e la “#verità”, qui raccontata con fare e dire #distorta
Bisogna stare attenti ad alcuni servizi giornalistici, soprattutto quando non si ha conoscenza e padronanza della materia.
Il rischio è quello di creare una pessima informazione, di trasmettere servizi faziosi ed ingannevoli che mortificano il lavoro delle #aziende delle #comunità territoriali, che giornalmente contribuiscono a produrre eccellenze, riconosciute in tutto il #mondo, come il #passito di #Pantelleria.
( Testo G.Alberto Manzo / Foto R. Gatti )