FIRENZE – La nostra regione va giustamente famosa nel mondo per la sua cucina e, specialmente nelle buone trattorie tradizionali (il problema non si pone nei locali specializzati in nouvelle cuisine, dove a peso d’oro nel piatto arrivano pochi grammi di cibo), le porzioni sono pure congrue.
Capita che non pochi avventori, presi dall’entusiasmo conviviale, ordinino ben più di quello che sono effettivamente in grado di consumare, specie nelle tavolate con molti commensali in cui le portate sono tante e calcolate “a braccio”. Lo stesso vale per le bottiglie di vino non finite. E allora che si fa? Semplice, risponderebbe probabilmente uno straniero: s’impacchetta quanto avanza, specie quello che rimane nei vassoi, e si porta a casa, per il cane o… per noi medesimi!
( Una “doggy-bag” )
Troppo facile: un toscano su 4 si vergogna a portarsi gli avanzi del ristorante a casa. È quanto risulta da una curiosa indagine di Coldiretti/Ixè: solo uno su 5 lo fa occasionalmente e ogni toscano butta nell’immondizia circa 75 chili di cibo all’anno. Una montagna di sprechi in Toscana, fatte le somme: ben 300 mila tonnellate all’anno. Forse sarebbe il caso di parlare del fenomeno anche nelle scuole.
Solo un toscano su cinque (20%) risulta aver chiesto al cameriere di mettere gli avanzi nella “doggy-bag”, il box o la vaschetta dove vengono riposti gli avanzi da riportare a casa. Per un toscano su quattro (25%) chiedere al ristorante di portarsi gli avanzi a casa è addirittura una cosa volgare, da maleducati e da poveracci.
Provincialismo residuo, visto che negli Stati Uniti la doggy-bag è una prassi consolidata, in uso anche fra i Vip, e che in Francia è entrata in vigore una normativa che obbliga i ristoranti con più di 180 coperti a rendere disponibile a fine pasto la “doggy bag” per i loro clienti; il tutto è parte di una iniziativa del governo francese per dimezzare gli sprechi di cibo (info su www.toscana.coldiretti.it). Invece i toscani si vergognano, anche quando non escono propriamente da una romantica cenetta a lume di candela o da un pranzo di rappresentanza. «La riduzione degli sprechi – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – è prima di tutto una battaglia di civiltà e di rispetto nei confronti di chi non ha garantito il cibo a sufficienza per condurre una vita dignitosa e serena. Buttare via il cibo equivale ad erodere le speranze di vita di qualcuno. I dati sullo spreco sono impressionanti nonostante ci sia stata una riduzione, per effetto della crisi che ha indotto ad acquisti più ragionati e misurati, alla cucina fai da te e alla riscoperto delle ricette degli avanzi […]. La rivoluzione culturale deve iniziare nelle case di ciascuno di noi ma anche nei ristoranti e nei luoghi della somministrazione: ci si dovrebbe vergognare a buttare il cibo nella spazzatura, non nel chiedere al cameriere di prepararci una vaschetta con gli avanzi».
Be’, per non vergognarsi a chiedere basterebbe averle con noi, le “doggy-bag” (o meglio, dei contenitori ermetici), che tanto le borse delle signore attualmente alla moda possono per lo più contenere questo e altro. Questo ovviamente per i pasti fuori casa in cui si prospetta l’eventualità che rimanga qualcosa, perché una maggioranza relativa del 28% degli italiani non lascia alcun avanzo quando va a mangiare fuori. Per loro il problema non si pone.
( Fonte firenzepost.it )