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Burton Anderson, giornalista Usa, premiato da Grandi Marchi

Ha reso il made in Italy enoico famoso fuori dai confini nazionali e con il suo primo libro scritto agli inizi degli anni Ottanta, ‘Vino. The Wines & Winemakers of Italy’, ha dato un contributo notevole alla divulgazione del vino italiano nel mondo, facendone conoscere l’originalità, le potenzialità e le eccellenze territoriali. 

 

 

da sx Piero Mastroberardino; Burton Anderson ; Piero Antinori ; Daniele Cernilli

 

E’ la motivazione alla base del premio che l’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi (Igm), che riunisce 19 delle più importanti cantine italiane, ha consegnato al giornalista americano Burton Anderson, nel corso di un evento organizzato a Palazzo Antinori a Firenze.

 

 

A consegnare il riconoscimento il presidente Igm Piero Mastroberardino, insieme al presidente onorario dell’istituto Piero Antinori, e il presidente di Federvini Sandro Boscaini. Nato in Minnesota, Burton Anderson è stato per diversi anni corrispondente da Parigi per l’International Herald Tribune, ma dopo un suo viaggio in Toscana alla fine degli anni Settanta, ha scelto il Belpaese come ‘casa adottiva’ per coltivare la sua vera passione: il vino italiano.

 

Da oltre 40 anni, infatti, vive proprio in Toscana, dedicandosi alla scoperta, alla conoscenza e alla divulgazione delle realtà vitivinicole del Belpaese. Definito dal New York Times come “l’autorità principale in fatto di vini italiani scritti in lingua inglese”, nel 2007 è stato inserito nella Hall of Fame degli scrittori del Wine Media Guild di New York. “Considerato il primo grande giornalista divulgatore dell’Italian Wine a livello internazionale – ha detto Mastroberardino – Burton Anderson ha il merito di aver contribuito in misura determinante al cambio di percezione dell’enologia tricolore oltre i confini nazionali”.

 

 

Per Piero Antinori, negli anni Ottanta Anderson “è stato il primo giornalista non italiano che ha sdoganato il vino italiano a livello internazionale e noi produttori non possiamo assolutamente dimenticare tutto questo. La gratitudine è profonda perché ha fatto capire il grande fascino, le diversità e il potenziale del vino italiano attirando l’attenzione di tutto il mondo su di noi”.