Il Castello di Ama, immerso in uno dei paesaggi pi famosi e romantici dItalia, le colline senesi del Chianti, diventato da qualche anno un centro nevralgico e un punto di riferimento per chi vuole saperne qualcosa sulle nuove tendenze nellarte contemporanea, sulle installazioni multimediali, sulle sperimentazioni figurative pi audaci e innovative.
Tutto cominciato sette anni fa, quando Lorenza e Marco Pallanti, moglie e marito, i gestori del castello (di cui hanno quote con altri soci) nonch viticoltori considerati tra i migliori del Chianti, hanno intrapreso la nuova strada del mecenatismo nellarte. Da allora nata una nuova attivit nel borgo settecentesco vicino Gaiole. I coniugimecenati, allo scopo di nobilitare il loro territorio e di lasciare una traccia permanente di arte contemporanea, hanno fatto il primo invito al maestro di Arte povera Michelangelo Pistoletto. Lartista rimasto affascinato dalle morbide colline senesi decorate dai filari del prezioso vino e nel 2000 nella cantina di uno dei complessi del borgo ha installato la prima opera di un progetto che tuttora procede con successo: “Lalbero di Ama: divisione e moltiplicazione dello specchio”.
Da qui lattivit dei Pallanti, in collaborazione con Galleria Continua, non si mai fermata, e lappuntamento autunnale si rinnova di anno in anno con intellettuali, artisti, galleristi ed appassionati che si riuniscono anche per degustare il vino della casa e la grande cucina di Lorenza. Spiega il marito: Lincontro con questi uomini geniali, per me che faccio il vino, diventato fondamentale proprio per il mio stesso lavoro. Loro sono in grado di darmi degli spunti, dei punti di vista che io non saprei vedere da solo. Noi con il nostro vino vendiamo anche lanima e la bellezza del Chianti, territorio che deve essere arricchito.
Sul territorio, che ormai diventato una galleria darte contemporanea allaperto, sono passati artisti di calibro internazionale e grandi italiani: Kendel Geers con lopera “Revolution Love”, Anish Kapoor con “Aima”, Chen Zen con “La lumire intrieur du corps humain, Giulio Paolini con “Paradigma, Daniel Buren con : “Sulle vigne: punti di vista”. Lultima creazione di Carlos Garaicoa. Il giovane artista cubano ha deciso di “firmare” allaperto vicino ad una delle due ville del 700 in uno spazio dove il confine tra vigne, boschi ed ulivi difficilmente individuabile.. La sua opera si intitola “Ellos no quieren verme mas”, un labirinto costituito da piccoli muri scavalcabili prodotti con materiali diversi che hanno tenuto, e che tengono tuttora, separata lumanit. Si passeggia quindi tra il Muro di Berlino e la Grande Muraglia Cinese, ci si imbatte in Ramallah o nello squallido muro posto tra le due Coree, con la possibilit di oltrepassarli, a dimostrazione, come spiega lartista: Che le persone, cos come le idee non possono venire confinate in eterno. Marco e Lorenza Pallanti hanno sempre un rapporto diretto ed amichevole con gli artisti che arrivano fino ad Ama: Restiamo sempre affascinati dai processi logici che stimolano la creativit, e dal fatto che di fronte allo stesso paesaggio la sensibilit di un artista possa estrinsecarsi secondo logiche completamente differenti. Ad esempio dove Daniel Buren ha visto la bellezza degli affreschi rinascimentali ed ha finito per mettere in cornice proprio questa armonia, Carlos Garaicoa, provenendo da unesperienza completamente differente ha interiorizzato tanta bellezza ed ha finito per farci riflettere sul suo opposto, ovvero la negazione dello spazio e della libert. E per la prossima edizione i Pallanti promettono: lartista sar una donna.
( Fonte La Repubblica )