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Arriva il Terlaner, un bianco con più di 20 anni d’affinamento

I bianchi non durano! Terlano, la cantina, non è d’accordo. Dalle opinioni ai fatti il discorso non cambia, con l’assaggio dell’ultima, per fortuna solo in ordine di tempo, rarità lanciata dalla cantina guidata dall’enologo Rudi Kofler. Un tipo snello, forse anche un po’ timido, ma che sa il fatto suo, visto che ha preso il testimone da un enologo molto famoso che di nome fa Stocker; il papà di tutti i vecchi millesimi che dopo anni di riposo sui lieviti la cantina di Terlano fa periodicamente uscire sul mercato.

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Di cosa si stratta? Da una riserva di ben 18 annate conservate in acciaio per molti, in alcuni casi moltissimi anni, la cantina, dopo accurati assaggi, mette sul mercato una vecchia annata di un determinato vino. Il prescelto d’inizio 2017 è il Terlaner 1991. Nessun errore di battitura, perché il millesimo di questo vino, composto da tre uve bianche con prevalenza di Pinot Bianco, esce dopo oltre 20 anni di affinamento. Lo stoccaggio avviene sempre in acciaio, mentre per la vinificazione si utilizza legno grande, seguito da un anno circa di affinamento sempre realizzato nello stesso materiale. Le dimensioni contano!

 

Non fanno eccezioni, in questo caso, quelle delle botti (25 hl) utilizzate per il Terlaner, che non deve subire ulteriori cessioni di tannini né tantomeno di aromi legati al rovere. Poco o nulla è cambiato per questa cuvée, oggi targata 2013, rispetto a quella del 1991. Uniche eccezioni? Le percentuali dei vitigni, oggi dichiarate, le vinificazioni separate e il nome che da Terlaner è passato a Terlaner I Grande Cuvée. E grande lo è veramente la 2013, attualmente sul mercato. Un vino che non ha tanti anni sui lieviti come la rarità 1991, anche se in parte ne ricalca le doti di finezza, con tanta frutta bianca, varianti tropicali comprese, accompagnata da tocchi burrosi e una sottile, ma presente, sapidità. La versione 1991 invece, assaggiabile praticamente solo nell’alta ristorazione, è un vino ancora nervoso e teso, sottile al naso con note floreali e balsamiche. In bocca è salatissimo e il superlativo non è qui messo a caso. Molto buono oggi, ma con tanto tempo ancora davanti: alla faccia dei pregiudizi sui bianchi di casa nostra.

 

 

( Fonte Gazzagolosa )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.