Alla scoperta dei sapori nella più grande area boschiva del Sud Italia
Non câè stagione migliore dellâautunno per esplorare la Sila. Immersi nella tranquillità e lontani dalle folle estive si può approfittare di una gita in questo parco nazionale per scoprire, oltre alla sua incredibile biodiversità , i sapori della sua cucina e dei suoi prodotti. Patate, funghi, carni e formaggi rappresentavano nutrienti bocconi per le genti della zona e ancora oggi chi si reca nelle montagne silane può apprezzarne la qualità , accompagnandoli agli ottimi vini della Cantina Librandi.
La Sila è un altopiano ricco di abeti e pini, laghi e pascoli, boschi fittissimi che offre un clima d’alta montagna a pochi chilometri dai mari Tirreno e Ionio. Anticamente un’immensa, impenetrabile foresta ricopriva il territorio della regione dal Pollino allo Stretto di Messina. Lâ odierno Parco Nazionale della Calabria si estende per 16.000 ettari e costituisce un habitat naturale ricco di vita vegetale, animale e minerale. Ogni punto del parco offre suggestivi panorami sulle rotonde cime e i dolci pendii delle montagne, sulle foreste, sui campi coltivati e sullâorizzonte marino. In questi ambienti si possono incontrare il lupo, la volpe, la faina, la lontra, la donnola, la puzzola, il tasso, il ghiro e lo scoiattolo e numerose specie di uccelli, rettili e anfibi.
I boschi sono ricchi di vegetazione e in autunno è eccezionale la presenza dei funghi. Il più tipico dei funghi silani è il Lactarius delicius, detto “rossitto”, poiché possiede un colore rosato. Ma sulla tavola non possono mancare piatti a base di porcini, spugnole, mazze di tamburo e galluzzi. Sminuzzati grossolanamente, chiusi sott’olio, fritti o insaporiti nella padella con aglio e prezzemolo, arrostiti sulla griglia, seccati, preparati in umido con la cipolla rossa di Tropea e le eccezionali patate silane rappresentano un piatto delizioso, specialmente se abbinati a un Cirò Rosato Librandi.
Questa è anche la stagione delle castagne che si trovano in abbondanza nei boschi silani. Nel parco è possibile gustare la polpa del frutto arrostito, lessato, essiccato o candito, trasformato in frittelle o chiuso a sorpresa in una pagnotta di gelato alla nocciola.
Grande importanza rivestono nella gastronomia della Sila i formaggi e le carni la cui produzione si collega all’abbondante allevamento del bestiame. Le carni sono fondamentali nella cucina silana: oltre che lâagnello, il capretto e il cinghiale, è il maiale a deliziare maggiormente il palato dei gourmet.
Le bianche carni del tipico suino «nero calabrese», ingrassato con le ghiande e le castagne dell’altipiano silano, si avvicendano in appetitose portate per deliziare i palati più esigenti. Sminuzzate per farne salsicce, mantecate a soffritto, consumate ad arista, arrostite, esaltate nei fegatelli, comunque cucinate, il loro sapore contribuisce ad avvalorare il piacere della tavola I formaggi silani hanno una pasta saporita apprezzata ovunque poiché frutto di un processo di lavorazione tradizionale che ancora tende alla qualità . Il più tipico del territorio è indubbiamente il Caciocavallo Silano, un formaggio semiduro a pasta filata, prodotto con latte vaccino dalla forma ovale o tronco-conica. Consumato fresco o stagionato, grattugiato o fuso, è divenuto nel tempo protagonista della tavola nella dieta mediterranea. Da provare con
lâ Efeso Librandi.
Link: www.parcosila.it e www.turismo.regione.calabria.it
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