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Il Noma di Copenaghen è ancora il miglior ristorante al mondo. Italiani dimezzati nella top 50

Per il terzo anno consecutivo, il re della cucina è ancora lui: René Redzepi, il cuoco venuto dal freddo, resta, secondo il magazine Best Restaurants, il miglior chef del mondo, saldamente a capo della classifica dei Sanpellegrino World’s 50 Best Restaurants, che ormai sembra aver superato, in importanza e prestigio, le stelle della guida Michelin.

Il Noma di Copenaghen, dunque, rimane in vetta. Del resto il settimanale Time aveva in qualche modo anticipato l’incoronazione del suo chef già il mese scorso, dedicandogli la copertina dell’edizione internazionale, un onore toccato solo ad altri tre cuochi: l’americana Julia Child, il francese Alain Ducasse e lo spagnolo Ferran Adrià.

René Redzepi  ha 34 anni ed è la figura di spicco della New Nordic Cuisine: i suoi piatti fanno grande uso di bacche, tuberi, radici e germogli, ma anche di seppie, muschio, granchi d’alto mare, aghi di pino. Il Noma è uno stupendo ex magazizno del sale: nella sua cucina non si utilizza olio d’oliva ma quello di colza, e si adoperano esclusivamente materie prime a filiera corta.

Tra le specialità dell’osannato chef ci sono i gamberetti freschi con le alghe, i biscotti con lardo e ribes, le meringhe all’aceto con albarelle finlandesi affumicate, cavolfiore e pino, tuorlo d’uovo alle erbe. E tutto sommato il menù fisso di 24 portate non ha un prezzo eccessivo: poco più di 200 euro, vini esclusi. Sono molti i turisti che arrivano nella capitale danese con i voli low-cost e poi vanno a rendere omaggio al grande chef. Il problema è che il locale in un anno può soddisfare 22.000 prenotazioni, ma da quando René è il numero uno, le richieste superano il milione. Non resta che mettersi in lista d’attesa attraverso il sito web del ristorante: www.noma.dk.

Quanto agli italiani, l’unico a difendere la posizione di prestigio nella classifica dei 50 migliori ristoranti è stato Massimo Bottura, chef tre stelle dell’Osteria La Francescana di Modena, quinto in classifica (l’anno scorso era quarto). Max Alaimo (“le Calandre” di Rubano) è 32°, mentre Paolo Lopriore (“Il Canto” di Siena) è 46°. Altri grandi nomi come Carlo Cracco, Davide Scabin, Nadia e Giovanni Santini quest’anno sono rimasti fuori dai top 50. Ad escluderli è stata la crescita della ristorazione sudamericana e asiatica.

 
( Fonte Affaritaliani )
 
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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

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>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.