Home News IL VINO SFUSO NON HA FUTURO

IL VINO SFUSO NON HA FUTURO

Gianmaria Sparma da poche settimane il nuovo direttore dell’Istituto regionale vite e vino. Qui spiega obiettivi e progetti. “I mercati pi interessanti per la Sicilia sono Usa e Russia”. “Tutti uniti sulla promozione, no alla frammentazione”. E sui giovani che bevono birra dice: “Io li conquisterei cos…”


 


Guardare ai mercati stranieri, concentrare le azioni promozionali. E poi soprattutto un auspicio: che il vino sfuso in Sicilia si riduca sempre pi perch non ha futuro. Obiettivi di Gianmaria Sparma, 32 anni, da poco meno di tre mesi il direttore dellIstituto regionale della vite e del vino. Per lui sono settimane di grande semina: conoscere e farsi conoscere e tracciare le linee guida di unazione promozionale efficace per bianchi e rossi siciliani, daltra parte il neo direttore un esperto di internazionalizzazione di imprese.


E che conosce molto bene il commercio con lestero. Sorseggia un chinotto ma solo perch fa caldo. Noi amanti del vino lo perdoniamo. Questa la sua prima intervista.


Come sta il vino siciliano?


“Diciamo che sta bene ma, se mi consentita una metafora, ha bisogno di vitamine”.


Fuor di metafora?


“Ha bisogno di tutta una serie di piccoli sostegni per tenerlo in buona salute. Insomma il vino potr stare meglio se il pubblico e i privati faranno la loro parte e concorrano alle strategie del settore. Purch si concentrino gli sforzi. Se penso alla promozione non possibile assistere a una frammentazione delle iniziative e degli enti coinvolti. Faccio l’esempio della Sicilia e del vino. E assurdo che i due-tre assessorati regionali che seguono questo mondo e listituto Vite e vino si muovano in modo non coordinato. Cos si vanificano gli sforzi”.


Eppure temo che sia sempre cos


“Ma dobbiamo dire basta. Faccio ancora un esempio: stiamo mettendo a punto il nuovo piano promozione per il 2008. Chieder ai produttori di indicare due Paesi dove rivolgere la nostra attenzione, inutile tentare di inseguirli tutti”.


Se dovesse scegliere lei i mercati su cui concentrare la promozione del vino siciliano?


“Direi senza dubbio Usa e Russia”.


Perch?


“Perch sono gi realt consolidate dove il made in Italy va fortissimo. Il vino un ottimo alleato del meglio del made in Italy come la moda, la Ferrari, la nautica. E noi siciliani dobbiamo pensare come italiani. E il sistema Paese che vince, non una regione pur per importante che sia. Tuttavia questanno, grazie a un accordo con Verona fiere porteremo alcune cantine siciliane oltre che in America anche in Cina, India e Giappone. Andremo a tastare il terreno”.


Una forte strategia indirizzata sugli Usa anche lobiettivo di un grande gruppo come Mezzacorona che in Sicilia ha Feudo Arancio. Che ne pensa?


“Se cos hanno ragione. Io da parte mia sono favorevole ad azioni comuni pubbliche e private per rafforzare la presenza negli Usa. La Sicilia oltreoceano pu crescere moltissimo”.


Che tipo di attivit promozionali pensa di privilegiare?


“Fiere, workshop, incontri con giornalisti e buyers ma anche iniziative dove abbinare il calice del vino a sfilate di moda, eventi sportivi di alto livello sul modello avviato con successo lo scorso anno a Milano dallassessorato regionale allAgricoltura con la camera nazionale della moda”.


Parliamo di vendemmia 2007. Tra peronospora e caldo eccessivo non c da essere ottimisti


“I problemi ci sono ma credo che alla fine sar una buona annata. Semmai il discorso un altro. Temo che questa vendemmia evidenzier ancor di pi il distacco tra chi produce vino di qualit e chi produce vino e basta. Chi fa limprenditore non avr da temere”.


Lo stesso vale per le cantine sociali?


“Ci sono cantine sociali che stanno facendo un lavoro egregio. La Regione sta facendo di tutto per aiutare anche quelle che non imbottigliano e hanno qualche difficolt con i mercati. Ma chiaro che il futuro riserver spazio solo a chi produrr vino imbottigliato e di qualit. Noto con piacere che la quantit di vino sfuso prodotto ogni anno si riduce sempre pi. E questo il segno che una certa cultura dimpresa si sta diffondendo nel mondo del vino siciliano”.


Intanto i consumi di vino calano e quelli di birra aumentano


“Ed infatti il nostro vero concorrente la birra, che, insieme ai soft drink, va fortissima tra i giovani. Le statistiche ci segnalano che, se i giovani bevono vino, prediligono il ros, i rosati e le bollicine. Ecco, io da produttore siciliano mi butterei su queste tipologie di vino senza indugi”.


 


( Fonte Cronachedigusto )


 


Considerazioni di Winetaste


 


E’ vero che i giovani sono orientati verso il consumo di vini freschi, rosati e frizzanti, ma questo avviene anche per gli adulti limitatamente al periodo estivo, quando il caldo insopportabile. Ma appena il clima diventer piu’ mite stiamo certi che anche i giovani si orienteranno sul nero d’avola, sul cabernet/sauvignon, sull’aglianico ecc. Quindi a mio avviso, i produttori dovrebbere tenere conto di tutte queste variabili stagionali.


Prosit con i magnifici vini di Sicilia ” Mon Amour “


Roberto Gatti


21-08-2007

Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.