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La strada dei vini nella Terra di Lavoro

 

Caserta â La provincia di Caserta produce tre grandi doc dellâenologia campana: il Falerno del Massico, principe dei vini, lâAsprino di Aversa e il Galluccio. Il Falerno, che ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata nel 93, è un esempio di âarcheoenologiaâ?: e’, infatti, un vino noto sin dall’antichità, citato e lodato da Plinio, Marziale, Orazio e Cicerone. Sulle colline casertane si coltivano e producono tre tipi di Falerno del Massico: il Bianco, il Rosso e il Primitivo.
Il primo ha un colore bianco paglierino con riflessi verdognoli, un odore gradevole ed un sapore asciutto e sapido. Si abbina bene a pietanze a base di pesce. Ha una gradazione minima di 11 °C.
Il Falerno Rosso, invece, ha un colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, un profumo caratteristico ed intenso ed un sapore asciutto, caldo, robusto ed armonico.
Il Falerno Primitivo, dal colore rubino intenso, si serve in tavola alla temperatura di 16-18°C. Il suo gusto robusto si accompagna a carni speziate e saporite, carni ovine e carni rosse aromatizzate, carni brasate, formaggi pecorini stagionati e piccanti.
L’area di produzione comprende cinque comuni casertani: ripercorrere la via dellâantico Falernum significa avventurarsi lungo la via Domitiana, dove si incontreranno piccoli borghi ancora intatti.
Cerinola si contraddistingue per la sua architettura catalana, che caratterizza gli edifici quattrocenteschi del centro storica, per il Castello del XV secolo e per la Cattedrale eretta da San Bernardo nel 1094.

Nel cuore dellâAger Falernum sorge anche la città di Mondragoneche conserva molte tracce del passato su portoni, colonne e portali sparsi in tutto il centro storico.

Tappa obbligata è, poi, Falciano, situata alle pendici del Monte Massico che gode di un clima mite e di terreni di origine vulcanica considerati, già dai Romani, tra i più fertili di Italia. Una passeggiata non può mancare anche alla splendida Riserva Naturale del Lago Falciano. Da visitare a Falciano, tra i monumenti storici, la Chiesa di San Pietro Apostolo, del XVII secolo, nel cui interno sono ubicate ben quattro cappelle con altari, tra i quali il primo a destra è da considerarsi, sicuramente, più antico, forse risalente al 700; la Chiesa dei Santissimi Rocco e Martino, del XVI secolo, dove si conservano diversi quadri di cui due su tavola.

Lasciata la Domitiana, si passa allâAgro Aversano dove, tra vitigni tanto alti da sposare i pioppi, si coltiva il vino di Carlo dâAngiò: lâAsprino di Aversa, un vino proveniente da viti che possono raggiungere fino a 15 metri dâaltezza.

E’ prodotto in due varietà: un Bianco leggero, dal gusto allegro e brioso ed uno spumante elegante, dal sapore fresco e secco, molto ricercato per la sua naturale freschezza.

L’area di produzione comprende 22 comuni delle province di Caserta e di Napoli. Una passeggiata tra questi vitigni non è solo un percorso enologico ma anche un itinerario culturale. Basti pensare ad Aversa, con il suo centro storico, il Duomo, i due manieri, uno normanno e lâaltro aragonese ed il Campanile dellâAnnunziata.

Un vero e proprio gioiello la miniatura di Casapesenna con il Santuario della Piccola Casa di Nazareth.

A completare il triangolo delle doc casertane, il Galluccio, un vino prodotto alle falde del vulcano spento di Roccamonfina che, con la sua attività eruttiva, ha reso il terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite. I depositi lavici conferiscono alle uve profumi intensi e delicati.
Il Galluccio viene prodotto nei tipi bianco, rosso e rosato. Lâepicentro della produzione è il paesino di Galluccio dove, di notevole interesse artistico, è la Collegiata di Santo Stefano, con il campanile in stile tardo gotico.


Fonte : Caserta News