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Maestri ed analfabeti


Al degustatore e all’appassionato che si sentono brillanti perché sono capaci
di cogliere la nota di rosa in un vino consiglio un sano bagno di umiltà.
I cosiddetti “nasi”, cioè professionisti dell’arte profumiera, di note collegate alla rosa ne sanno distinguere dieci o quindici: dalle varie sfumature dei petali
(rosa bulgara, centifolia, eccetera) a quelle delle altre parti vegetali, fino
ai riconoscimenti dei diversi legni.

In altre parole, noi “poveri” esperti di vino siamo degli analfabeti olfattivi considerate le doti magistrali di un creatore di essenze.

Ne ebbi contezza – espressione tipica dei liceali, insieme a scialla e accollarsi – una decina d’anni fa, quando intervistai per il Gambero una delle più note profumiere italiane, Laura Tonatto, all’epoca fresca vincitrice del prestigioso concorso Le Decouvert di Parigi (con grave scorno dei cugini d’Oltralpe: un po’ come se un pizzaiolo di Lione vincesse un concorso a Napoli).

Non mi limitai a un’intervista statica, ci abbinai una prova pratica. Una mezza dozzina di vini venne assaggiata da me (e da Marco Sabellico) con tecnica classica e da Laura Tonatto munita del suo strumento di lavoro, la mouillette, cioè la strisciolina di carta che serve per annusare i profumi. I risultati, sorprendenti, li trovate andando a questa pagina web.

Ricordandomi di quella lontana esperienza, ho compiuto per puro divertimento una replica in formato ridotto stappando un originalissimo bianco abruzzese,
il Trebbiano Santa Maria dell’Arco 2005* di Faraone. La degustazione tradizionale mi ha dato: profumi di uva sultanina, miele di castagno, mandarino candito, gusto carnoso, denso, ma non pesante, anzi mosso e articolato, tatto felpato e finale vivo, tonico. La prova – o meglio, il tentativo di prova – con la mouillette mi ha fatto confusamente intravvedere: fetta di panettone, sacchetto per profumare i cassetti della biancheria, datteri, panna fresca, liquido per le lenti a contatto, nocciola tostata. Per evidenti motivi ho saltato la parte gustativa, non ritenendo opportuno masticare la carta per trarne una qualche sensazione palatale.

Ovviamente non sono che un semplice assaggiatore di vini, e gli appunti presi dalla seconda prova sono come una pagina di bastoncini delle elementari rispetto alle tesi universitarie di un “naso” profumiere.

( Fonte vino.blogautore.espresso.repubblica.it )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.