LE TIPOLOGIE DEL VINO LAMBRUSCO
ll territorio emiliano è famoso in tutto il mondo per la sua eccellente enogastronomia, a farla da padrone nel settore enologico è il vino lambrusco, in tutte le sue declinazioni.
Troviamo quattro macro famiglie : il Vino Lambrusco Modenese, il Reggiano, il Parmense ed il Mantovano, inutile sottolineare come sia apprezzato dagli emiliani e come sia forte la domanda all’estero. Infatti, insieme al prosecco, è oggi il vino piu’ esportato, contribuendo in maniera sostanziosa al saldo positivo dei bilanci delle aziende produttrici.
L’ORIGINE DEL NOME
L’etimo della parola lambrusco è ancora oggi controversa, qualcuno la attribuisce all’insieme di due termini quali Labo ( prendo ) e Ruscus ( che pizzica il palato ) , probabilmente per la sua elevata acidità, specialmente in tempi remoti.
La seconda ipotesi, alla quale siamo piu’ propensi a credere anche noi, lo farebbe attribuire alle parole latine Labrum ( ovvero margine dei campi ) e Ruscum ( pianta selvatica ), sembra che da questo connubio sia nato il nome Lambrusco.
Forse si trattava di piante selvatiche e spontanee che nascevano ai margini dei campi coltivati ed in taluni casi si “ maritavano “ agli olmi della bassa modenese.
TRA I VINI PIU’ CITATI DAI POETI E SCRITTORI LATINI
Hanno scritto di vino lambrusco Virgilio, il quale essendo nato a Mantova, lo conosceva molto da vicino ( ricordo l’azienda Virgili di Mantova ), quindi anche Plinio il Vecchio, Catone e Varrone, i quali scrivevano che le foglie in autunno si “ coloravano di rosso, come il sangue “.
UN VITIGNO ESISTENTE FIN DAI TEMPI ANTICHI
Un vitigno conosciuto da oltre 2000 anni, ma che ha visto la sua coltivazione, ai fini di una attenta produzione e vinificazione, dopo il ‘300. Il primo scrittore a scrivere di coltivazione e produzione di questo vino in maniera appropriata, fu Pietro De’ Crescenzi, vissuto nel XIV secolo.
Per questo si pensa ancora oggi che il vino Lambrusco sia nato per caso e la sua origine primordiale sia da attribuire alla vite selvatica !
