LA GUIDA VINI D’ITALIA È IL FRUTTO DEL LAVORO DI OLTRE 70 PERSONE, CHE PER MESI VIAGGIANO IN LUNGO E IN LARGO PER IL BEL PAESE, DEGUSTANDO E VALUTANDO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI VINI. ANCHE QUEST’ANNO SONO STATI ASSEGNATI I PREMI SPECIALI. ECCO IL VINCITORE DEL PREMIO QUALITÀ-PREZZO DELL’ANNO.
Premio Miglior Rapporto Qualità/Prezzo
«Nel 2016, appena tornata dall’Università, avevo deciso di iniziare a lavorare con i miei in azienda. Un giorno ero al computer, tranquilla, quando a un certo punto arrivò la mail del nostro primo Tre Bicchieri, al Montepulciano Luì. L’emozione del primo Tre Bicchieri non te la scordi. Ma quella del Premio Speciale è qualcosa di molto molto più grande».
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E di certo Federica Topi questa emozione non la nasconde. Insieme alla mamma Pina Marano e al papà Pietro, Federica è alla guida di Tenuta Terraviva, una delle aziende più in forma del panorama vinicolo abruzzese. Quest’anno abbiamo conferito loro il premio speciale per il Miglior Rapporto Qualità Prezzo: ad aggiudicarselo l’Abruzzo Pecorino ’21 che ci ha conquistati con un profilo olfattivo verace, dai tratti vagamente rustici di cereale uniti a una fragrante sensazione di polpa di agrumi su una bocca venata da sussulti sapidi; un grande bianco offerto a poco più di 10 euro a bottiglia.
Abruzzo Pecorino ’21
L’azienda nasce negli anni ’70, quando Gabriele Marano decide di acquistare i suoi primi appezzamenti sulle colline di Tortoreto; nel 1998 la scelta di produrre uve biologiche; dieci anni dopo la decisione di creare un proprio marchio e iniziare a imbottigliare il frutto del proprio lavoro. Una delle svolte aziendali è stato l’arrivo come consulente, nel 2014, di Francesco Bordini che ha portato in dote un nuovo approccio.
«Con il suo aiuto – racconta Federica – abbiamo iniziato a lavorare su una maggiore attenzione alla raccolta, abbiamo capito come riuscire a portare in cantina uve sempre più sane e come riuscire a vinificarle rispettandole e rispettando il territorio. Ovviamente ci sono state anche svolte di tipo tecnico: ormai abbiamo quasi abbandonato del tutto il legno, che usiamo solo sul Trebbiano Mario’s e sul Montepulciano Luì, a favore del cemento. Fermentazioni spontanee e lieviti indigeni invece fanno da sempre parte del nostro bagaglio produttivo».