La metodologia è stata ideata al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali
Si sa, quando non è buono può bastare anche un solo bicchiere di vino per far venire un cerchio alla testa. La colpa spesso è degli additivi chimici – i solfiti – aggiunti alla bevanda per “stabilizzarla”. Ma grazie a una nuova metodologia brevettata nel 2015 dall’Università di Pisa, da oggi sarà possibile produrre vini naturali di qualità, totalmente privi di additivi chimici. Lo studio cui si deve il nuovo metodo è stato condotto dal dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali.
“Si tratta di una procedura per ottenere vino senza additivi – ha spiegato la professoressa Angela Zinnai coordinatrice della ricerca – quindi consumabile anche da chi ha allergie o intolleranze. Il nostro metodo non altera le caratteristiche del vino, anzi ne esalta le qualità e ne salvaguarda molti aromi che oggi sono coperti, alterati o ridotti dalla presenza dell’anidride solforosa e dalle altre sostanze aggiunte. Questo senza contare l’effetto di salubrità dovuto all’assenza totale di additivi chimici, così come la migliore la digeribilità delle molte sostanze positive per la salute contenute nel vino”.
La metodologia è stata testata per due anni nella cantina sperimentale dell’Ateneo pisano a San Pietro a Grado (Pisa), e nel 2014 anche alla Fattoria dei Barbi a Montalcino (Siena). Sono stati così prodotti un Viognier nel 2013 e un Sangiovese nel 2014, ma l’obiettivo per il futuro è di applicare la metodologia su ampia scala.
“Le tendenze più stabilmente in crescita nel settore vinicolo vanno proprio in questa direzione – ha concluso Angela Zinnai – si cercano vini sempre più salubri, privi di chimica, freschi, ricchi al palato e di qualità ma a costi contenuti. Il nostro progetto offre per la prima volta la possibilità di unire in un unico vino tutte queste caratteristiche”.
( Fonte intoscana.it )