Home DEGUSTAZIONI VINO Chi non esporta … muore !

Chi non esporta … muore !








 












di Matteo Marenghi


Se continueremo a bere i famigerati 48 litri pro capite di vino allanno, fenomeno più facilmente destinato ad inesorabile decrescita, non possiamo sperare di trovare collocazione nel mercato nazionale a più di 25 milioni di ettolitri. Ovvero la metà della produzione nazionale, perlomeno in annate non tremendamente scarse come questa.

Ma ciò è vero solo se gli italiani continueranno a bere italiano, e nel lungo periodo io non mi fiderei molto di questo benevolo assunto!

In sostanza il mercato nazionale del vino è destinato a rimpicciolirsi, e conseguentemente, la concorrenza che si instaurerà fra le aziende vitivinicole ne obbligherà diverse alla chiusura.

A meno che una quota maggiore di vitivinicoltori, anche se con aziende di modeste dimensioni, non persegua efficacemente la via dellexport, opzione che si appresta sempre di più a divenire un obbligo, pena la matematica impossibilità di piazzare lintera produzione.

Va tuttavia precisato che lesiguità degli spazi commerciali casalinghi non è fenomeno che grava solo sul vino, anzi, è lombra che attanaglia tutto lagroalimentare italiano, ingigantita dal fatto che, per cause contingenti, i consumi delle famiglie languono.

Lo spazio di crescita per le imprese è quindi oramai tutto nei mercati esteri, dove rimangono invece buone opportunità da cogliere anche grazie alla qualità e allappeal del made in Italy.

Servono però gli strumenti giusti per affrontare la globalizzazione, cioè soldi, organizzazione, innovazione, marketing, promozione opzioni oggi poco o nulla alla portata delle piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto produttivo nazionale.

Le potenzialità dellexport sono confermate dai numeri che consacreranno il 2007 come un vero e proprio anno di boom delle spedizioni del vino italiano (si pensa di poter giungere a 18 milioni di ettolitri), e questo nonostante la forza delleuro e laumento dei prezzi delle materie prime agricole.

Ottime performance in particolare nei mercati emergenti, quali Russia, Cina e Paesi dellAmerica Latina, oltre che nei Paesi del Sudest asiatico e nei mercati tradizionali come gli Usa.

Chi comunque ancora ritenga che sottolineare la necessità di maggior impegno nellexport sia esercizio dialettico, può verificare un caso pratico ed attuale, quello del vino novello. Questo prodotto, che non ha mai cercato la strada dellexport (o certamente non lha mai trovata) è in continuo calo di vendite dal 2002, anno in cui ha piazzato quasi 18 milioni di bottiglie. Poi è iniziata la discesa; 16,9 milioni di bottiglie nel 2004, 15,8 nel 2006 ed infine i 14,9 stimati per questanno. Lassenza pressoché totale dellesportazione ha determinato, nei confronti della ricettività nazionale, un continuo abbassamento del punto di equilibrio fra domanda ed offerta.

Lesempio del novello è doppiamente interessante, dato che presenta un altro fenomeno commerciale spesso sottovalutato dai piccoli produttori. Il novello italiano, partito con grandi entrature nellhoreca è sempre più scivolato nella grande distribuzione, con cui ora si confronta in modo obbligato, pena limpossibilità di vendere.

Questo fenomeno, ovvero laumento costante e significativo degli acquisti di vino presso i supermercati è generalizzato, quindi non sperino i vigneron di continuare a contare unicamente su ristoratori, wine-bar e privati; la portata del canale tradizionale si restringe inesorabilmente.

Qui sorge spontanea una domanda. Perché chi segue istituzionalmente le aziende vitivinicole invece che scommettere su cavalli di battaglia già azzoppati in partenza, o intentare guerre demagogiche alle normative europee, non lavora alla concentrazione, perlomeno commerciale, delle produzioni della miriade di piccoli vitivinicoltori sul territorio per poter affrontare sia lexport sia la grande distribuzione nazionale? Chi avesse una buona risposta può girarcela, ci aiuterebbe a capire


( Fonte Infowine )


 



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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.