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Cina – importazioni di vino 2012

 

 

( Fonte i numeri del vino )

Grazie all’analisi di ISMEA, pubblicata in occasione del Vinitaly, possiamo aggiornare il dato delle esportazioni di vino in Cina, che rappresenta una delle grandi speranze del mondo del vino in termini di potenziali nuovi consumatori. In effetti il mercato continua a crescere e l’export segna un +8/10% annuo nonostante venisse da un 2011 esplosivo (+80%). Come avete avuto modo di leggere nelle precedenti analisi, il mercato è e resta dominato dai francesi, che hanno un dominio assoluto nel segmento di altissima qualità. Nel 2012, però, la loro quota di mercato segna il passo per la prima volta, tornando, di pochissimo sotto la bulgara soglia del 50%. Purtroppo, ad approffitare non siamo stati noi che perdiamo leggermente in termini di quota di mercato in dollari, ma piuttosto i cileni, gli americani e i neozelandesi. Nei dati che seguono tutto viene espresso in dollari americani. Il dollaro USA si è rivalutato dell’8% contro l’euro nel 2012. Ciò significa che quando ragioniamo sul dato italiano, +2.6% a 96 milioni di dollari, dobbiamo considerare che il dato sconta la rivalutazione del dollaro e che, a parità di cambi (o se volete, espresso in euro) la crescita sarebbe stata di 8 punti più elevata, quindi intorno all’11%. Passiamo ai numeri.

 
  • La Cina importa circa 4 milioni di ettolitri di vino, per un valore di 1.58 miliardi di dollari, in crescita dell’8% e 9% rispettivamente rispetto al 2011. Ne deriva un prezzo medio di importazione di 400 dollari per ettolitro, sostanzialmente stabile rispetto al 2011. Se guardiamo al 2011 contro il 2010 eravamo in uno scenario del tutto differente: volumi in crescita del 28%, prezzomix a +41%, quindi importazioni a +80%.
  • La leadership di mercato resta indiscussa. La Francia è cresciuta alla pari del mercato in termini di volumi ma ha perduto circa il 4% sul prezzo-mix. Ne risulta una crescita a valore in dollari del 5% a 786 milioni, che implica una leggera diluizione della quota di mercato dal 52% al 50%.
  • L’Italia invece non è andata bene. I volumi salgono del 4% a 325mila ettolitri, il prezzo mix scende del 2% circa a 297 dollari, con il risultato di unexport ancora inferiore a 100 milioni di dollari, +2.6% abbiamo detto, e una quota di mercato del 6.1% contro il 6.5% dello scorso anno. E’ inutile dire che questa proporzione non rende ragione della rilevanza del nostro prodotto nel mondo del vino, per una serie di ragioni (mancanza di immigrati e tradizione culinaria per esempio), che però sono comuni anche ad altri produttori.
  • Chi va bene? Gli americani. Cioè il Cile, +40% a 147 milioni di dollari e gli USA, +23% a 71 milioni. Ma anche la Spagna, che è balzata da 100 a 112 milioni di dollari nonostante un calo del 3% dei volumi (più che doppi dei nostri…) ed ha quindi mantenuto la posizione numero 4 nel mercato, davanti all’Italia e preceduta dal Cile.
  • Resta sconcertante notare come la Francia nel 2006 esportava poco più di 3 volte rispetto all’Italia e nel 2012 il divario è arrivato alla soglia delle 8 volte. Soldi lasciati sul tavolo.