Home News I MISTERI DEL BAROLO

I MISTERI DEL BAROLO

 

 


                    I  MISTERI DEL BAROLO 


                   di Lorenzo Tablino


              


 


 


Isoprenoidi: il  nome non dice niente , se non ad un laureato in chimica pura , eppure sono sostanze che entrano in qualche modo nella composizione dei grandi vini rossi da conservazione, Barolo compreso .


Essi derivano da dei composti solforati, ovvero dai  precursori non volatili, non ancora identificati, che presumibilmente hanno un ruolo aromatico  importante nella formazione dei profumi terziari dei vini . Il tutto dà origine alle spendide note olfattive che percepiamo quando annusiamo un Barolo alla giusta temperatura e nel giusto bicchiere .


E’ inutile saperne di più : il Barolo è un grandissimo vino  ed un eccellente sconosciuto sul piano chimico e scientifico,


“esistono solo due  pubblicazioni sugli isoprenoidi – purtroppo in lingua inglese e pubblicate in Australia e Sudafrica, “-conferma il dott. Rocco Di Stefano, direttore della sezione di chimica dell’ istituto di enologia di Asti .


Il Barolo,” uno dei gioielli più puri della nostra enologia”,non ha grande dignità scientifica se si eccettua uno studio di Mensio-Garino Canina che risale al termine del primo conflitto mondiale ed una recente  ricerca analitica di Ubigli-Barbero della stazione citata .                                                        


Non mancano per  fortuna  ottimi testi divulgativi sulla storia e sulla tradizione di questo vino , recentemente ne sono stati dati due alle stampe .                    


Eppure altri vini sono ben conosciuti : gli aromi del Moscato d’Asti,non solo vengono analizzati, ma ormai sono utilizzati come parametro qualitativo per trattare le singole partite di vino  ; correntemente si parla di  linalolo e geraniolo in  laboratori e nella cantine di vinificazione .


 


                       ***************


 


Il problema del Barolo sui mercati, soprattutto quelli internazionali è la sua tannicità ; causa l’astringenza il vino non  sempre è perfettamente  armonico , ricco di souplesse, piacevole , come richiesto dai canoni della moderna degustazione edonistica , come sono dei celebri  vini francesi.


Ma cosa sappiamo  sul significato reale  dellastringenza? Di fatto i tannini ed i fenoli del Barolo, non sono stati ancora studiati in modo organico e lo stesso termine tannino, chimicamente non dice nulla .


Eppure i moderni sistemi di analisi, spettrofotometria in testa, potrebbero dare  indicazioni utilissime ai tecnici ed  ai produttori.


Recentemente,presso il laboratorio di analisi  del Centro enologico di Gallo Grinzane,il dott. Rocco di Stefano- direttore della sezione di  chimica dell’ istituto di enologia di Asti- ha tenuto due lezioni incentrate su questi temi . Ottima la partecipazione di enologi , interessantissime  le argomentazioni, enorme  il  lavoro che resta da fare. Alcuni esempi: Come si evolvono gli antociani, ovvero la materia colorante del vino nel corso dell’invecchiamento? Come riuscire ad evitare le tonalità granato-aranciate ? Ed i tannini?  qual’è il loro stato di combinazione e di polimerizzazione in un vino in botte?  quale ruolo gioca l’ossigeno? in particolare come deve essere il tipo di legame   e di solubilità dei composti flavoni -antociani prima dell’ imbottigliamento per avere un Barolo  armonico ?


Un Barolo con  un bel colore  e con poca astringenza, ricco di corpo ed equilibrato , ovvero con un  alto indice di souplesse: è l’obiettivo di tutti i barolisti. Da quelli tradizionali legati a schemi produttivi collaudati nel corso di un secolo , è il caso delle grandi  aziende storiche del Barolo o di piccoli produttori , i cui nomi sono ben conosciuti: Rinaldi , Mascarello, Conterno  ect.


I barolisti della nuova generazione cercano gli ottimali equilibri  con un diverso utilizzo delle tecniche di cantina , ma soprattutto con l’uso di piccole botti per l’invecchiamento obbligatorio in legno: sono i Barolo di  Sandrone , Altare,  Clerico per citarne alcuni . 


 


                           ************


 


 


Anche la  conoscenza dei profumi  di tale vino è ancora generica,  in particolare  per i profumi terziari, formatisi in botte e soprattutto in bottiglia in stato di  riduzione.


Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.