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I produttori italiani puntano a fare squadra per promuovere il vino italiano all’estero

Gioco di squadra all’estero per promuovere il vino italiano. Dopo anni in cui la promozione internazionale del vino made in Italy stata frenata dall’estrema polverizzazione delle iniziative, finalmente arriva qualche segnale di inversione di tendenza. I produttori italiani, cogliendo le opportunit e i finanziamenti di Bruxelles, puntano ora a mettersi insieme per valorizzare le etichette italiane sui mercati internazionali, in quei paesi cio dove i consumi di vino stanno crescendo.


E lo fanno con le associazioni temporanee di imprese (Ati) la formula proposta dal ministero per le Politiche agricole per promuovere il vino made in Italy. Progetti che mettono insieme grandi nomi dell’enologia italiana ma anche consorzi della stessa Regione o dello stesso territorio che si trovano ora a remare nella stessa direzione mettendo al bando le rivalit del passato. Le iniziative messe in piedi in forma aggregata e dirette ai mercati extra-Ue dopo una partenza in sordina, sembrano aver imboccato la strada giusta. Gi per il 2010 si sono contate circa una decina di associazioni temporanee di imprese (da Made in Piedmont a Calabrian Wine Mood) sui circa 70 progetti presentati. Ma per il prossimo anno che vedr i finanziamenti Ue salire a quota 48 milioni di euro (per cofinanziare i programmi al 50%), gi fioccano nuove iniziative. Tra le principali azioni gi operative ci sono ad esempio l’Istituto grandi marchi (che nel progetto da 3,2 milioni di euro coinvolge nomi come Marchesi de’ Antinori, Carpen Malvolti, Masi e Donnafugata e altri), il Consorzio Italia del vino(che mette insieme in un programma da 7,5 milioni Santa Margherita, Ferrari, Zonin, Sartori, Giv, Gancia e Marchesi di Barolo) o ancora il ” tour globale” organizzato da Veronafiere sotto le insegne del marchio Vinitaly. Per incentivare la creazione di Ati il ministero ha previsto criteri di premialit nelle graduatorie che danno accesso ai finanziamenti oltre alla possibilit riservata ai programmi che coinvolgono organismi interprofessionali (come ad esempio Consorzi di tutela) di ottenere un finanziamento aggiuntivo da parte delle amministrazioni regionali. Una fiche finanziaria ulteriore che pu portare cos la quota di finanziamento pubblico al 70 per cento.


Lo strumento delle associazioni temporanee aveva bisogno di un po’ di rodaggio prima di decollare spiega il presidente dell’Istituto grandi marchi, Piero Antinori ma ora la sua valenza chiara a molti visto che permette di razionalizzare le risorse consentendo investimenti importanti anche a imprese di piccole dimensioni e garantisce alle aziende la possibilit di presentarsi come un unico interlocutore.
La promozione congiunta che faremo negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina aggiunge il presidente del Consorzio Italia del vino, Ettore Nicoletto completa il percorso avviato dalle imprese sempre pi convinte della necessit di darsi regole comuni anche sotto il profilo produttivo.


La vera novit viene dalle “campagne” messe in cantiere da organismi della stessa regione che in passato tendevano pi a rimarcare le differenze che a promuovere il territorio. il caso ad esempio dei grandi rossi di Toscana (Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti classico) che andranno insieme a Hong Kong, Singapore, Cina, Brasile e Usa oppure delle due griffe venete (Valpolicella e Prosecco Doc) che saranno insieme in Usa, Canada, Svizzera e Norvegia. La nostra una joint funzionale spiega il direttore del Consorzio della Valpolicella, Olga Bussinello anche perch i nostri prodotti si completano. Quindi in una presentazione al pubblico il Prosecco la fa da padrone negli aperitivi mentre i grandi rossi, dall’Amarone al Valpolicella, vengono presentati successivamente. 
Nel nostro caso invece i vini appartengono alla stessa categoria aggiunge il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Ezio Rivella ma non ha importanza. pi importante mettere insieme le forze ed essere presenti in maniera massiccia sui mercati nei quali i consumi mostrano una crescita. Nulla impedisce poi alle singole imprese di sottolineare le proprie specificit


( Fonte Il Sole 24 Ore )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.