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In Piemonte a caccia di pesche e Timorasso sui Colli Tortonesi

La colazione perfetta? Una pesca. Colta direttamente dalla pianta, al punto perfetto di maturazione, da gustare sdraiati sul prato, all’ombra del pescheto. Non serve altro. A patto che la pesca sia di Volpedo. Il vanto pi grande insieme al pittore Giuseppe Pellizza, che qui nacque e ambient “Quarto Stato” degli abitanti di questo piccolo comune sui Colli Tortonesi, in provincia di Alessandria. 
Non ci sono segreti: piccoli appezzamenti a conduzione familiare (cinque ettari l’azienda diGiuseppe Zarri, dove poter comprare direttamente), maturazione sulla pianta, la raccolta manuale mai anticipata per assecondare la distribuzione. Le variet sono molte: Redhaven, Glohaven, Cresthaven, Maria Marta, Spring Lady o Royal Glory Rossa. Diverse nella pezzatura e nel colore, precoci o tardive, alcune pi dolci, perfette per le conserve, altre con una piacevole nota amara. Tutte con una caratteristica comune: la pelle setosa dal profumo intenso, una polpa succosissima e grandi potenzialit per l’uso in cucina.

Tanto che c’ chi, a Volpedo, alla pesca dedica addirittura un intero men degustazione.
Daniele Lunghi mette buona parte della sua (tanta) sensibilit al servizio della qualit della materia prima, “il 90% di un piatto”. Trentenne, pavese, una lunga esperienza all’Osteria del Ponte di Santin, da poco pi di un anno lo chef della 
Locanda Canevari, un’antica struttura di charme nel centro del paese con sei camere (essenziali e curate) e un elegante ristorante.
Propone una cucina precisa, raffinata, mai urlata. I piatti sono un bell’esempio di equilibrio e compiutezza. Del resto ci vuole una buona mano e (altrettanto) buone idee per declinare senza mai diventare stucchevole – la pesca in crema (cucinata sotto sale e curry per l’uovo cotto a bassa temperatura con gli zucchini in fiore), in composta (per accompagnare la terrina di foie gras, il bianco di pollo e il timo limone), in croccante e salsa (con lavanda al miele, per gli gnocchi di patate e baccal: piatto gustoso come pochi), infine confit per il salmone selvaggio con spuma di patate e polvere indovinate un po’? di pesca. Il “minestrone di pesca”, poi, un fine pasto di esplosiva freschezza. Fuori dalla pesca-ossessione, meritano il viaggio anche gli agnolotti “3 e 40” (ripieno di carne di bue, coniglio e pollastra e 40 tuorli per una sfoglia da manuale) e il “duecentopercento” (un piatto in cui usa con intelligenza tutte le parti del pollo: petto, cosce, fegatini e creste).


Intorno a Volpedo la campagna viva, vibrante, generosa. Il periodo ideale – anche per le pesche – a cavallo tra luglio e agosto. I Colli Tortonesi sono terra di confine: equidistanti da Torino, Milano, Genova. Meno malinconici della vicina Langa, al riparo dall’afa della pianura lombarda, pi dolci e docili dei ripidi e aspri monti liguri. Le strade le stesse sulle quali l’Airone Coppi ha costruito le gambe per le sue vittorie – salgono e riscendono tra piccoli borghi medievali, attraversano un paesaggio equamente diviso tra frutteti e vigneti. 
Perch l’altro simbolo del territorio il Timorasso, un vitigno autoctono col quale un pragmatico visionario unico ossimoro possibile per definire Walter Massa ha costruito nel corso degli anni (il primo timorasso stato imbottigliato nel 1987) uno dei pi grandi bianchi italiani.

Quanto tempo avete?: ci accoglie cos nella sede dei Vigneti Massa, a Monleale (nemmeno 3 chilometri da Volpedo), che anche la casa di famiglia. Tempo ne abbiamo, ma con lui non mai abbastanza. Perch in grado di raccontarti la storia di ogni ettaro vitato di questi colli, ti pu parlare per ore dell’evoluzione in cantina di un’annata particolare, ti convince del perch i salami del suo amico Pigi sono i pi buoni del mondo. Ha un amore viscerale per la terra, le donne e le moto. Probabilmente non in quest’ordine. E ama le metafore: il vino una “derapata” (mica una “curva condotta”, chi va in moto conosce la differenza) ed grande solo quando “approssimato”. Perch ci sono i vini veri, vivi e dunque mai perfetti, e i vini “in cravatta”, tutti costruiti, ch una volta tolta la cravatta… Massa la cravatta non la porta, sempre abbronzato a furia di cimare le viti sotto il sole, schietto e ruvido come un vignaiolo autentico. E’ uno che rispetta il vitigno e le sue caratteristiche. Col Timorasso da cru diversi produce il Derthona, lo Sterpi, il Costa del Vento: bianchi longevi, di impressionante finezza e complessit. La barbera l’altra grande passione. Secondo lui dovrebbe finalmente “trovar posto nel salotto buono del vino”, ma le manca una forte connotazione territoriale: quello che sta provando a fare, con ottimi risultati, con il Monleale, un rosso di razza. I vini di Massa sono potenti, ma non muscolosi. Strutturati, ma senza sovrastrutture. Sono l’equazione perfetta tra uomo e vino, tra vitigno e territorio. 
Walter Massa non ha seminato nel vento, ideologicamente parlando. In tanti hanno seguito il suo vincente modello territoriale.

Chi c’ riuscito, ma con una propria e forte identit, Elisa Semino, una giovane e appassionata enologa che conduce l’azienda del padre (circa ventidue ettari) in localit Vho di Tortona. A 
La Colombera si produce un ottimo Timorasso in due versioni: il Derthona, profumatissimo e minerale, e il Montino, affinato in bottiglia, pi vigoroso, meno facile, con belle note di idrocarburi. Vini freschi, poco ruffiani, “dritti”. Come anche i rossi: il Vegia Rampana e il Vigna Brus, da uva barbera, o l’Arch, da uva croatina, dal frutto intenso e dal naso speziato.
Favolose anche le pesche sciroppate o le marmellate di fragole, di albicocche e di pesche prodotte artigianalmente in azienda. Come Elisa, tutti i produttori della zona coltivano anche le pesche, per tradizione. Ne fanno conserve, come i contadini di una volta. E il vino qui non se ne sono dimenticati innanzitutto un prodotto della terra. E non della cantina.

Azienda Agricola Giuseppe Zarri, Strada Maddalena, 3/A – Volpedo
Locanda Canevari, via de Antoni, 32 – Volpedo
Vigneti Massa, piazza G. Capsoni, 10 Monleale
Azienda Agricola La Colombera, strada Comunale per Vho, 7 Vho di Tortona


( Fonte Il Sole 24 Ore )


 


P.S. ) Segnalo anche queste aziende che ho provato personalmente :


http://www.vinit.net/vini/Piemonte/Alessandria/Le_Mie_Degustazioni/Timorasso___questo_sconosciuto_____6014.html


http://www.vinit.net/vini/Piemonte/Alessandria/Le_Mie_Degustazioni/Timorasso___il_miglior_vino_bianco_piemontese___6216.html


e per chi si volesse iscrivere al gruppo creato su Facebbok, il link :


http://www.facebook.com/group.php?gid=147683474363&ref=mf

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.