Milano per tre giorni “capitale del vino”. Si tiene infatti dal 12 al 14 giugno nel nuovo polo fieristico di Rho-Pero MiWine 2006, II° edizione del salone del vino e dei distillati di qualità . Obiettivo: portare i vini italiani a contatto con i mercati internazionali e, al tempo stesso, permettere ai buyer e agli stessi produttori di conoscere meglio i mercati, i prodotti e l’offerta esteri.
“La Regione Lombardia – ha detto Viviana Beccalossi – partecipa a questo evento con la consapevolezza di vivere un appuntamento fieristico particolarmente qualificato e in grado di offrire certezze assolute che in Lombardia, nel settore vitivinicolo, sono sinonimo di eccellenza”. “Un appuntamento – ha aggiunto Viviana Beccalossi – caratterizzato da proposte di altissima qualità . E a tal proposito non va dimenticato che tutto il vino lombardo è prodotto attraverso il rispetto di severi disciplinari, basati su regole chiare e precise, per un percorso che parte dalla vigna e arriva alla bottiglia. Il 100% della viticoltura lombarda è situata in zone a Denominazione d’Origine e l’80% delle bottiglie sono DOC o DOCG”.
“Sono d’accordo nel ritenere manifestazioni di settore come MiWine – ha detto a sua volta l’assessore Corsaro – un effettivo strumento di marketing finalizzato all’espansione nei nuovi mercati anche per le società di piccole e medie dimensioni. Milano, per sua vocazione naturale, ha tutti i requisiti, per essere un punto di riferimento forte e costante anche nel business del vino”.
Secondo una stima dell’Istituto Commercio Estero, l’Italia si conferma il primo Paese esportatore per quantità , con una media di circa 18 milioni di ettolitri all’anno. Su 800.000 aziende produttrici, sono però solo circa 7.500 quelle che esportano. Alla luce di questo dato e del fatto che la produzione annuale di vino italiana è mediamente di 51 milioni di ettolitri, la cui quota destinata all’esportazione ammonta a circa il 33%, è verosimile che l’export sia detenuto dalle società di maggiori dimensioni. (Ln). |