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Le previsioni dell’ Assoenologi per la vendemmia 2012

VENDEMMIA 2012

 

 

LE PREVISIONI

DELL’ASSOCIAZIONE ENOLOGI

ENOTECNICI ITALIANI

Organizzazione nazionale di categoria

dei tecnici del settore vitivinicolo

ASSOENOLOGI

AGGIORNATE AL 7 SETTEMBRE 2012

 

 

Sono i dati ufficiali elaborati

dall’Associazione Enologi Enotecnici Italiani.

Essi sono validi sino a fine ottobre, quando

l’Assoenologi presenterà quelli definitivi

e possono anche essere scaricati

dal sito internet www.assoenologi.it

alla voce “Comunicati stampa > Studi di settore”

 

 

Tutte le informazioni, i dati e le tabelle contenuti in questo dossier

non possono essere riportati, utilizzati o trasmessi in alcun modo o forma senza che venga indicata la seguente dicitura: fonte Assoenologi

 

 

V

UFFICIO STAMPA

 

20121 Milano / Via Privata Vasto, 3 / Tel. (02)99785721 r.a. / Fax (02)99785724 / info@assoenologi.it / www.assoenologi.it

enerdì 7 settembre 2012

 

 

 

PREMESSA

 

Nelle pagine che seguono sono illustrate le previsioni dell’Asso-ciazione Enologi Enotecnici Italiani – Organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo (Assoenologi) sulla produzione 2012 aggiornate al 7 settembre, valide sino a fine ottobre, periodo in cui l’Assoenologi presenterà i dati definitivi.

Le rilevazioni di Assoenologi non sono il risultato di un giro di telefonate ma dell’elaborazione di migliaia di rilievi ottenuti attraverso diverse fonti. La base è data dalle valutazioni condotte a livello locale dalle diciassette Sedi periferiche che ha a copertura dell’intero territorio nazionale. Questi dati vengono quindi confrontati con un’altra moltitudine di informazioni acquisite autonomamente dalla Sede centrale di Assoenologi.

Questo modo di operare consente da anni all’Associazione Enologi Enotecnici Italiani di formulare, fra fine agosto e ottobre, le previsioni sulla produzione in modo obiettivo, tanto da essere poi confermate, dopo diversi mesi, dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) con piccoli margini di differenza. A riprova di ciò basti ricordare che lo scarto tra i dati Assoenologi e quelli Istat è solo del 3,5% (media degli ultimi 5 anni).

Considerata la trasversalità dei professionisti che Assoenologi riunisce e rappresenta, i dati devono essere veritieri, poiché direttamente o indirettamente, possono sfasare il mercato all’ingrosso di compravendita delle uve, dei mosti e dei vini, con ripercussioni sui prezzi.

Il presente dossier è diviso in tre parti. Nella prima viene fatto un quadro sintetico sugli aspetti generali che hanno caratterizzato la produzione. Nella seconda è dettagliata la situazione, regione per regione. La terza parte comprende un giudizio sulle ultime dieci vendemmie e una serie di tabelle da cui si possono verificare i dati riportati nel presente dossier o ricavarne di nuovi.

Giuseppe Martelli

Direttore Generale Assoenologi

Le previsioni vendemmiali dell’Assoenologi possono essere scaricate anche dal sito internet: www.assoenologi.it alla voce “Comunicati stampa > Studi di settore”. Tutte le informazioni, i dati e le tabelle contenuti in questo dossier non possono essere riportati, utilizzati o trasmessi in alcun modo o forma senza che venga indicata la seguente dicitura: fonte Assoenologi.

 

LA VENDEMMIA 2012 IN SINTESI

 

La vite è più forte del clima impazzito. Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annatee il pazzo andamento che ha segnato il ciclo vegetativo 2012 – spiega il dottor Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, ovvero dell’Organizzazione nazionale di categoria che nel nostro Paese raggruppa e rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo – la vite manifesta la sua capacità di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticità che hanno invece fortemente compromesso l’esito di altre importanti colture. Prova ne è l’andamento di questa vendemmia che, se pur abbia alle spalle un’annata contraddistinta da nefasti anticicloni che hanno “bruciato l’Italia” e da una carenza di piogge estive che ha battuto ogni record, si sta orientando, almeno per i vini rossi e grazie alle piogge cadute nell’ultima settimana, verso un risultato che, se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi, ossia con temperature adeguate, giuste precipitazioni e forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, non è escluso che possa ancora firmare un sostanziale recupero.

 

Oggi (7 settembre) è stato raccolto il 25% dell’uva. A tutt’oggi infatti è stato vendemmiato il 25% dell’uva da vino italiana. Le prime regioni a tagliare i grappoli per le uve precoci e base spumante sono state, tra il 2 e l’8 agosto, la Sicilia, la Puglia e la Lombardia – spiega Martelli -. Il pieno della raccolta in tutt’Italia avverrà nella seconda decade di settembre, per concludersi entro la fine di ottobre e i primi giorni di novembre con i conferimenti degli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.

 

Poteva essere una vendemmia memorabilesia per quantità che per qualità. Sarebbe bastato che l’estate ci avesse regalato meno sole e qualche pioggia, ma così non è stato – aggiunge il direttore Assoenologi -. Siamo di fronte ad un’annata che deve ancora giocare buona parte delle sue potenzialità. I dati scaturiti dai rilievi fatti in maggio erano assai promettenti da Bolzano a Pantelleria sia quantitativamente che qualitativamente. A fine giugno le valutazioni sono scese, ma con la sicurezza che le consuete piogge estive avrebbero “raddrizzato” la situazione. Purtroppo invece i mesi di luglio e di agosto sono stati inesorabili.

 

Sette anticicloni non hanno “bruciato” la vendemmia. Eravamo abituati a prendercela con l’anticiclone delle Azzorre, ma quest’anno abbiamo dovuto fare i conti non con uno, bensì con sette disperati fenomeni dai nomi più suggestivi – ironizza Martelli che è anche presidentedel Comitato nazionale vini del Dicastero dell’agricoltura –. In primavera abbiamo accarezzato Hannibal. Abbiamo quindi conosciuto Scipione che, dal 17 al 27, ha fatto evaporare giugno. Poi abbiamo maledetto Caronte che, dal 29 giugno al 9 luglio, ci ha traghettato verso questa torrida estate facendoci boccheggiare alla soglia dei 40 gradi. E che dire di Minosse che, dal 10 al 15 luglio, ci ha regalato sei giorni di fuoco privilegiando Sicilia, Sardegna e Puglia. Dal 29 luglio al 5 agosto abbiamo dovuto fare i conti con Ulisse. Dal 7 al 15 agosto è stato Nerone a far parlare, o meglio “boccheggiare” l’Italia tutta, seguito da Caligola (17/19 agosto) che ha lasciato il posto a Lucifero (20/25 agosto). Beatrice, purtroppo, non ci ha portato le tanto auspicate piogge di fine agosto, che invece sono cadute nei primi giorni di settembre grazie a Poppea che ha portato basse pressioni con ampie escursioni termiche tra giorno e notte.

 

Dalla neve al caldo torrido: un ciclo vegetativo bizzarro. L’andamento climatico che ha caratterizzato la stagione 2011/2012 e il conseguente ciclo vegetativo della vite è stato alquanto eterogeneo e bizzarro, ricco di capovolgimenti – spiega Martelli -. Il primo periodo invernale è stato piuttosto mite; tanto che in dicembre in alcune regioni del Nord Italia si sono raggiunte temperature di 15/16°C, per scendere in gennaio anche a meno 20°C come è avvenuto in Piemonte. Nella fascia Adriatica invece l’inverno è stato alquanto piovoso e con copiose nevicate anche a bassa quota che hanno, in particolare, interessato le Marche e l’Abruzzo. Contrariamente la fascia tirrenica in generale e la Toscana in particolare, hanno avuto un inverno scarsamente piovoso fatta eccezione della Campania in cui, oltre alle piogge, ha visto cadere abbondanti nevicate. Nell’ultima decade di marzo le temperature massime al Centro Nord hanno superato anche i 25°C per ritornare su valori bassi nel mese di aprile dove, in alcune zone, nella notte del 9 aprile la temperatura è scesa molto vicina agli 0°C. Il periodo primaverile al Nord è stato turbato da forti grandinate che hanno coinvolto vaste zone dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte al Trentino. In seguito alle piogge, in diverse zone del Centro Nord, la fioritura non è stata favorita; ciò ha determinato minore fertilità e un numero inferiore di acini per grappolo. Nel Centro Sud, da fine aprile in poi, le belle giornate e le alte temperature hanno favorito lo sviluppo di una buona vegetazione con normale formazione di grappoli. Da maggio le temperature sono cresciute per stabilizzarsi su valori alti che in molte zone e per più giorni hanno toccato i 40°C. Al Centro Nord il caldo è scoppiato a giugno inoltrato, mentre le piogge sono praticamente scomparse (fatta eccezione per i territori a ridosso dei rilievi montuosi dove si sono manifestati diversi temporali), per ricomparire solo all’inizio di settembre, quando ormai il 20% del prodotto era già stato conferito alle cantine. Ciò ha determinato un consistente abbattimento della produzione delle uve precoci, in particolar modi di quelle a bacca bianca.

 

Da un punto di vista quantitativo l’Italia è divisa in due, –afferma il direttore generale di Assoenologi – . Quella Centro Settentrionale, Lazio compreso, fa registrare dei livelli produttivi inferiori rispetto al 2011 con percentuali di decremento che vanno da -5% a -20%, mentre l’Italia Centro Meridionale registra dei valori pari o superiori, oscillanti da 0 a 10% rispetto allo scorso anno. Anche se va sottolineato che la Puglia rimane stabile, così come la Sicilia il cui aumento di 10 punti, rispetto al 2011, è dato unicamente dalla rimessa in produzione dei vigneti “bloccati” con la cosiddetta “vendemmia verde”.

 

Si produrranno 40,3 milioni di ettolitri di vino. Un quantitativo inferiore del 5,6% rispetto a quello dello scorso anno che fece registrare una produzione di 42,7 milioni di ettolitri (dato Istat) e del 10% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Il periodo siccitoso dell’estate ha fatto cambiare le valutazioni sulle quantità della produzione visto che in diverse zone, anche se si è intervenuti con adeguate irrigazioni di soccorso, l’ingrossamento degli acini è stato penalizzato. Se nelle prossime settimane – ipotizza il Centro studi Assoenologi – tornerà il caldo senza adeguate precipitazioni, si potrà verificare un ulteriore abbattimento dei valori quantitativi che potrebbero abbassare a meno di 40 milioni di ettolitri la produzione 2012.

 

La vendemmia più scarsa dal 1950. Per meglio focalizzare il livello della produzione 2012 diamo un’occhiata ai dati degli ultimi decenni. La vendemmia 2012 per scarsità di produzione si pone al primo posto, seguita da quella del 1950 (41 milioni di ettolitri) e da quella del 2007 (42,5 milioni di ettolitri). Va detto comunque – specifica Martelli – che negli anni 1950/80 la superficie vitata italiana di uva da vino era decisamente più elevata dell’attuale (nel 1980 era di 1.230.000 ettari. Oggi è di 694.000 ettari – dati Istat). Per contro dal 1950 ad oggi le annate più produttive risultano, sempre secondo i dati Istat, quelle del 1980 (86,5 milioni di ettolitri di vino), del 1979 (85,1 milioni di ettolitri di vino) e del 1983 (83,3 milioni di ettolitri di vino). Nel 1983 si è quindi prodotto più del doppio di quanto si stima per il 2012.

 

Per la qualità tutto dipende dal mese di settembre. Il grande caldo che i sette anticicloni ci hanno imposto non è bastato a “bruciare” le speranze per ottenere un millesimo interessante. Il risultato della vendemmia 2012 dipenderà dall’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane. Se il caldo non darà tregua e non si verificheranno adeguate escursioni termiche, ci si dovrà accontentare di una produzione buona ma con poche punte di ottimo. Viceversa se le condizioni climatiche e meteoriche saranno propizie si potrà sperare in un migliore risultato, in particolar modo per i vini rossi.

 

Attualmente qualità eterogenea. Il gran caldo e la scarsità di precipitazioni hanno bloccato l’insorgere delle tradizionali ampelopatie della vite. In tutt’Italia quindi l’uva è sana. Nelle zone in cui la fioritura è stata contrastata dalle avversità meteorologiche i grappoli si presentano spargoli e non uniformi. Nei vigneti che non sono stati soccorsi, nei momenti di massima calura con adeguate irrigazioni, la resa uva/vino è decisamente inferiore alla media. Tutto ciò giustifica – aggiunge il direttore di Assoenologi – la forte eterogeneità che caratterizza la produzione 2012, visto che anche nella stessa regione il buono si scontra con l’ottimo ed il mediocre con l’eccellente. Molto ottimismo rimare per i vini che saranno ottenuti da uve a bacca rossa per i quali sono possibili livelli di tutto rispetto.

 

Il vino italiano piace e rimane il più venduto al mondo. Mentre i consumi interni continuano a calare: siamo a 42 litri a persona contro i 45 del 2007, con una tendenza ad un ulteriore decremento, tanto che Assoenologi ritiene che chiuderemo il 2012 a 40 litri pro-capite, le nostre vendite all’estero, nonostante il periodo difficoltoso, crescono. Il 2011 si è chiuso con un incremento del 12% in valore e del 9% in volume rispetto al 2010. Gli ultimi dati del 2012 mettono in luce un decremento in volume del 11,5% ma una crescita di ben l’8,3% in valore rispetto al 2011. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di più. Decisamente interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingrosso che, negli ultimi mesi, è aumentato del 22,3% passando da 1,76 a 2,13 euro.

 

Il mercato all’ingrosso dei prodotti 2012. Il mercato all’ingrosso di mosti e vini è stato calmo fino a Ferragosto. Oggi (7 settembre) è agitato, soprattutto per alcuni prodotti fortemente richiesti. In sintesi le contrattazioni risultano deboli in Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, piuttosto sostenute in Piemonte e Veneto, con prezzi in crescita rispetto al 2011. Decisamente in rialzo le quotazioni del Pinot grigio, visto anche la scarsa quantità di prodotto disponibile. Nelle Marche e in Puglia o prezzi di alcune varietà sono lievitati anche del 10%. In Abruzzo alcune partite di vini e mosti hanno raggiunto 25% rispetto al 2011. In Friuli Venezia Giulia si contrattano al rialzo, oltre al Pinot grigio, Sauvignon e Ribolla gialla; queste le ultime rilevazione di Assoenologi.

 

Come sta andando negli altri Paesi. In Francia e Spagna – conclude il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli – si prevede una produzione di -20% rispetto al 2011 con punte di -40% per le uve a bacca bianca. A differenza dell’Italia il calo produttivo non è dovuto solo al caldo torrido, ma alle abbondanti precipitazioni primaverili che hanno inciso in modo fortemente negativo sulla fioritura. Negli Stati Uniti d’America si registra invece un leggero incremento di produzione ( 5%) rispetto al 2011, quando si produssero 18,7 milioni di ettolitri di vino, cioè il quantitativo più scarso degli ultimi 10 anni (media 20,5 milioni di ettolitri).

 

Nella pagina che segue viene riprodotta la tabella riassuntiva sulla situazione al 7 settembre 2012, regione per regione, sulla produzione di mosti e vini. Successivamente vengono illustrate le previsioni riferite alle principali regioni vitivinicole italiane, a cui seguono una serie di tabelle che riassumono i dati di produzione degli ultimi anni.

 

 

AGGIORNAMENTO AL 7 SETTEMBRE 2012

DELLE PREVISIONI ASSOENOLOGI

SULLA PRODUZIONE VITIVINICOLA 2012

 

 

Produzione Ettolitri ±% ±% Media HL Media HL

media produzione prevista il prevista il prevista il prevista il

Regione 2007/2011 2011 24 agosto 7 settembre 24 agosto 7 settembre

Dati Istat Dati Istat 2012 2012 2012* 2012*

Piemonte 2.748.000 2.683.000 -5% -10% 2.550.000 2.410.000

Lombardia 1.258.000 1.313.000 -15% -15% 1.120.000 1.120.000

Trentino A.A. 1.178.000 1.113.000 -15% -15% 950.000 950.000

Veneto 8.231.000 8.710.000 -10% -15% 7.840.000 7.390.000

Friuli V.G. 1.155.000 1.267.000 -10% -15% 1.140.000 1.070.000

Emilia Romagna 6.520.000 6.455.000 -5% -5% 6.130.000 6.130.000

Toscana 2.750.000 2.495.000 -15% -20% 2.120.000 1.990.000

Marche 816.000 741.000 5% 5% 780.000 780.000

Lazio 1.525.000 1.205.000 -5% -5% 1.150.000 1.150.000

Abruzzo 2.636.000 2.283.000 5% 5% 2.400.000 2.400.000

Campania 1.769.000 1.726.000 10% 10% 1.900.000 1.900.000

Puglia 6.297.000 5.777.000 = = 5.770.000 5.770.000

Sicilia 5.486.000 4.823.000 10% 10% 5.310.000 5.310.000

Sardegna 591.000 486.000 = = 490.000 490.000

Altre** 1.840.000 1.628.000 -5% -10% 1.550.000 1.440.000

Totale 44.800.000 42.705.000 -3,5% -5,6% 41.200.000 40.300.000

 

Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani

* In colonna sono indicate le medie produttive arrotondate e ipotizzate per ogni regione

*

 

* Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria

 

 

PIEMONTE

Quantità: – 10% rispetto vendemmia 2011

L’andamento climatico di quest’anno è stato alquanto anomalo. I primi mesi invernali sono stati piuttosto miti; in dicembre si sono raggiunte temperature di 15/16°C, mentre in gennaio sono scese per diversi giorni a -20°C.

Tali condizioni hanno creato seri problemi alle viti, che in molte zone hanno avuto un germogliamento stentato e tardivo, fenomeno ulteriormente accentuato dalle copiose nevicate sopraggiunte nel mese di febbraio. La primavera è stata fredda e piovosa e ricca di forti grandinate che hanno coinvolto vaste aree (soprattutto quelle del Barbera) arrecando danni consistenti.

Oltre ai problemi causati dal freddo e dalla grandine, si è avuta una fioritura non favorevole in seguito alle piogge, con una minore fertilità e un numero inferiore di acini per grappolo. Inoltre va segnalata la forte moria di piante causata dalla flavescenza dorata, malattia del legno che si sta diffondendo anche sul Moscato (finora considerato quasi immune all’ampelopatia), anche se i vigneti più colpiti rimangono Barbera e Chardonnay.

L’epoca di vendemmia, in ritardo rispetto allo scorso anno, è in anticipo di una settimana se paragonata a un’annata normale. La raccolta delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante è iniziata a metà agosto per concludersi il 23 dello stesso mese. Si è quindi proceduto con le uve Brachetto e Moscato. Nella prima decade di settembre sarà la volta di Dolcetto, Freisa e Cortese. A metà settembre i conferimenti riguarderanno invece i grappoli di Barbera, seguiti da quelli di Nebbiolo per la produzione dei grandi rossi piemontesi.

La qualità delle uve è buona, anche se in alcune zone la siccità sta creando problemi di stress idrico, soprattutto nei terreni argillosi, che potrebbero compromettere la regolare maturazione.

A oggi si prevede una diminuzione della produzione del 10% (hl. 2.410.000) rispetto all’anno scorso che era già stato deficitario del 10% rispetto al 2010.

La qualità del vino sarà ottima se il mese di settembre decorrerà secondo le aspettative, in caso contrario ci si dovrà accontentare del buono.

Le prime contrattazioni fanno registrare prezzi all’ingrosso in rialzo per tutte le tipologie.

 

LOMBARDIA

Quantità: -15% rispetto vendemmia 2011

L’inverno iniziato con temperature miti ha visto un loro deciso abbassamento nelle prime settimane del 2012. Provvidenziali le precipitazioni primaverili che, oltre a ricostituire in parte le scorte d’acqua, hanno garantito un germogliamento regolare.

Dal 20 aprile le viti di Pinot hanno iniziato a fiorire, con una settimana di ritardo rispetto al 2011, ma entro i limiti pluriennali. L’allegagione prometteva un’annata abbondante, riportata nella media dalla diffusa acinellatura dovuta agli sbalzi termici e alle precipitazioni che hanno caratterizzato il mese di maggio e l’inizio di giugno.

Purtroppo una violenta grandinata che si è manifestata a fine maggio in Valtellina ha interessato oltre il 50% dei vigneti causando una perdita media di circa il 40% soprattutto per il Grumello e l’Inferno. Anche in Oltrepò la vasta tempestata di sabato 21 luglio ha falcidiato i comuni di Stradella, Montù Beccaria e Zenevredo estendendosi fino a Vicobarone nel Piacentino.

La raccolta delle uve di Chardonnay e di Pinot è iniziata il 7 agosto sia in Franciacorta che in Oltrepò Pavese. Il pieno della vendemmia dei Pinot in Oltrepò è avvenuta il 20 agosto, mentre in Franciacorta nello stesso periodo è già stato raccolto il 50% del prodotto.

Per le uve rosse (Barbera, Croatina) bisognerà attendere la seconda settimana di settembre. Le operazioni si chiuderanno nei ultimi giorni del mese con gli ultimi grappoli di Croatina e di Cabernet.

In Valtellina la stagione ha avuto un decorso positivo e, contrariamente al resto della Lombardia, con precipitazioni regolari. Ciò ha permesso di recuperare un iniziale ritardo del ciclo vegetativo dovuto ai freddi dei primi mesi dell’anno. Rispetto al resto della Lombardia, per le uve a bacca rossa, l’invaiatura (cambio di colore dell’acino) è stata completata a fine agosto. Le poche uve bianche sono state raccolte nella prima decade di settembre mentre per le prime uve rosse (per la produzione dello Sforzato) si dovrà attendere fino alla fine dello stesso mese. Il pieno della vendemmia delle uve Nebbiolo è previsto nella prima settimana di ottobre.

In tutta la Lombardia si prevede una produzione inferiore del 15% rispetto alla scorsa campagna a causa delle alte temperatura che hanno determinato acini più piccoli e una minore resa uva/vino. Ottimo lo stato sanitario.

Le contrattazioni sono ancora deboli, con un leggero aumento dei prezzi.

 

TRENTINO ALTO ADIGE

Quantità: -15% rispetto vendemmia 2011

In Trentino l’avvio della vendemmia per le uve base spumante è iniziato lunedì 20 agosto ed è entrata nel pieno per Chardonnay e Pinot grigio fra il 27 e il 31 agosto. In Alto Adige le prime uve di Pinot grigio e Sauvignon sono state staccate nella prima decade di settembre, mentre il pieno della vendemmia è previsto nell’ultima decade dello stesso mese quando si accavalleranno i conferimenti di Lagrein e Schiava. In Alto Adige la chiusura delle operazioni avverrà a metà ottobre con la raccolta delle ultime uve di Merlot e Cabernet.

In tutta la regione I temporali di inizio agosto, abbinati a una buona escursione termica, hanno accelerato i processi di accumulo di zuccheri negli acini, mentre il caldo afoso dell’ultimo periodo di agosto ha favorito la diminuzione dell’acidità totale portando il processo di maturazione in linea con la scorsa campagna.

Ciononostante l’annata è stata caratterizzata da condizioni climatiche assai difficili: primavera inizialmente calda con germogliamento precoce a fine marzo, a cui ha fatto seguito un periodo freddo con temperature minime scese di alcuni gradi sotto lo zero la notte di Pasqua. Inevitabili i danni da gelo nei vigneti di fondo valle e più in generale l’accentuazione di un germogliamento irregolare.

In Trentino un evento grandinigeno di eccezionale intensità ha colpito diversi comuni, tra cui in particolare quelli di Villalagarina e Nomi, dove 120 ettari di vigneto hanno avuto un danno del 100%.

In Trentino Alto Adige la produzione 2012 è in sensibile calo rispetto alla media delle ultime annate ed inferiore allo scorso anno del 15%. La minore resa è da imputare soprattutto a carico delle varietà a frutto bianco, Pinot grigio -20%, Chardonnay -15%, Mueller Thurgau -8%, Traminer aromatico -30%. Il calo produttivo è da attribuire a una fertilità ridotta, associata a un peso medio dei grappoli inferiore alla media varietale sia per le ridotte dimensioni che per la presenza di acinellatura.

Le previsioni qualitative tendono all’ottimo per le varietà a frutto bianco, in particolare Chardonnay e Pinot grigio, che si presentano con una carica produttiva contenuta e di eccellente sanità. Decisamente interessante in Alto Adige anche la produzione di vini rossi.

 

VENETO

Quantità: -15% rispetto vendemmia 2011

In Veneto l’inverno è stato particolarmente siccitoso, non molto freddo, ma abbastanza lungo, tanto che la ripresa vegetativa è avvenuta in ritardo rispetto alla norma.

La primavera è stata normale, con abbondanti precipitazioni. Il ritardo vegetativo si è protratto fino alla fioritura avvenuta abbastanza regolarmente nella prima decade di giugno per tutte le tipologie. Le alte temperature della seconda metà di giugno hanno fatto recuperare il leggero ritardo di partenza, determinando però la formazione di grappoli di dimensioni piuttosto grandi, ma spargoli.

Il mese di luglio e di agosto sono stati particolarmente caldi e siccitosi, fatta eccezione per la zona collinare di Conegliano-Valdobbiadene e quella del Montello e Colli Asolani dove sono cadute poche ma provvidenziali precipitazioni.

Il periodo siccitoso dell’estate ha fatto cambiare le opinioni sulle quantità della produzione, in quanto anche se si è intervenuti con irrigazioni di soccorso l’ingrossamento degli acini è stato penalizzato.

Pertanto, se a inizio giugno si poteva pensare a un buon incremento della produzione, oggi per Pinot e Merlot si riscontra una diminuzione rispetto allo scorso anno, mentre il Prosecco mantiene le posizioni 2011 grazie anche all’entrata in produzione di nuovi impianti che hanno compensato il decremento quantitativo.

Nel veronese i primi grappoli sono stati staccati il 20 agosto (Chardonnay e Pinot grigio), mentre nel trevigiano le uve precoci sono state conferite a partire dal 24 agosto. Per quelle di Prosecco di pianura si è dovuto attendere il 7 di settembre, mentre per quelle di collina si inizierà il 15 dello stesso mese.

Nel Veneto occidentale il pieno della vendemmia avverrà a metà settembre con la raccolta delle uve per la produzione delle Doc Soave, Valpolicella, Bardolino e Custoza. Nonostante il ricorso alle irrigazioni di soccorso si prevede una flessione quantitativa dovuta al caldo e alla siccità di oltre il 15% rispetto al 2011 che potrebbe essere diluita da opportune precipitazioni di settembre per Garganega e Corvina/Corvinone.

Complessivamente in tutta la regione si stima un decremento del 15% rispetto alla passata campagna.

Anche in Veneto la produzione quantitativa e qualitativa è alquanto eterogenea a seconda delle zone, con ovvie incidenze positive per quei vigneti che hanno potuto beneficiare di adeguate irrigazioni di soccorso nei periodi critici.

 

FRIULI V.G.

Quantità: -15% rispetto vendemmia 2011

I mesi invernali, in Friuli Venezia Giulia, sono stati particolarmente aridi e hanno fatto registrare temperature inferiori alla norma.

Nella prima decade di aprile, il sole e le temperature si sono mantenuti sotto la media stagionale. Questa situazione ha influito negativamente sulla regolare crescita dei germogli, soprattutto per le varietà precoci: Pinot grigio, Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero.

Le basse temperature e le abbondanti precipitazioni verificatesi in fase di fioritura hanno determinato uno sviluppo irregolare sia del grappolo, sia della parte aerea della vite. Anche la prima decade di giugno è stata caratterizzata da abbondanti precipitazioni, mentre dalla terza decade dello stesso mese le temperature si sono innalzate facendo registrare valori record per il periodo.

L’eccezionale caldo ha determinato, soprattutto nelle zone collinari e in quelle non servite da impianti d’irrigazione, una situazione preoccupante: l’uva ha rallentato la maturazione, con conseguente perdita quantitativa (anche del 30%) e squilibri di vegetazione e di accumulo, tanto che in alcuni nuovi vigneti ed in zone particolarmente critiche si sono verificate morie di piante a causa di stress idrico.

Nelle realtà irrigate la produzione è buona, con quantità uguali allo scorso anno per le varietà di Tocai friulano, Chardonnay, Cabernet franc e Cabernet sauvignon, risulta invece inferiore per Pinot grigio e Pinot nero.

La vendemmia, per le uve base spumante, è iniziata il 20 agosto, mentre per le altre varietà a bacca bianca si è dovuto attendere la fine del mese. La resa uva/vino, nei vigneti irrigati, rientra nella norma, mentre è al di sotto nelle zone interessate dalla siccità. Nei vigneti che non hanno risentito dell’eccessiva calura i dati analitici rilevano buone acidità, sostenute da un equilibrato apporto zuccherino.

Intorno al 20 settembre inizieranno i conferimenti delle varietà a bacca rossa (Merlot e Cabernet) per terminare a fine mese con quelle di Verduzzo, Refosco e Picolit.

Quantitativamente si prevede una produzione inferiore del 15% rispetto al 2011 e di qualità interessante.

Le contrattazioni sono in rialzo del 15/20% per le uve a bacca bianca come: Pinot grigio, Sauvignon, Ribolla gialla; stabili per il Prosecco. Al momento sono stagnanti per i vini ottenuti da varietà a bacca rossa.

 

EMILIA ROMAGNA

Quantità: -5% rispetto vendemmia 2011

Dopo un inverno rigido e siccitoso, nel mese di gennaio in Emilia Romagna le precipitazioni sono state di appena 10 mm. La neve, arrivata abbondante all’inizio di febbraio soprattutto in Romagna, è stata un toccasana.

La fine di marzo ha fatto registrare temperature estive con punte anche superiori ai 25°C, che si sono sensibilmente abbassate in aprile causando un forte rallentamento dello sviluppo dei germogli.

Dopo le piogge di maggio, le temperature si sono decisamente alzate mantenendosi per tutto il mese di luglio e agosto quasi sempre sopra i 35°C con punte anche di 40°C e con scarsissime precipitazioni (dal 20 maggio ad oggi sono caduti solamente poco più di 45 mm di pioggia).

Per le varietà precoci la vendemmia in Romagna è iniziata il 13 agosto, in anticipo di 10 giorni rispetto alla norma pluriennale, mentre in Emilia il 20 dello stesso mese. Per le varietà autoctone tradizionali la situazione è abbastanza eterogenea. I vigneti di pianura, normalmente soccorsi con adeguate irrigazioni, non hanno presentato problemi di stress idrico e la maturazione è proceduta regolarmente. In quelli collinari invece la carenza di acqua ha determinato evidenti fenomeni di stress idrico che hanno portato ad un decremento qualitativo e quantitativo della produzione, che in alcuni casi potrà essere risollevato da eventuali precipitazioni del mese di settembre.

In Romagna la raccolta dell’Albana ha avuto il suo culmine nei primi giorni di settembre, mentre per quella del Sangiovese si dovrà attendere prima metà dello stesso mese. Più regolare risulta il periodo di maturazione del Trebbiano, localizzato prevalentemente in pianura, per il quale si prevede di iniziare la vendemmia verso il 10 di settembre.

In Emilia l’Ancellotta è stata raccolta a partire dai primi giorni di settembre, a seguire, nella seconda decade dello stesso mese, inizieranno i conferimenti delle uve Lambrusco con il Salamino, a cui seguirà il Sorbara, quindi il Marani e infine il Grasparossa.

In giugno si stimava un aumento produttivo rispetto alla vendemmia 2011, ma il perdurare dell’assenza di precipitazioni nelle aree collinari e in quelle di pianura non irrigate ha determinato un leggero decremento produttivo che oggi può essere complessivamente stimato in -5% in tutta la regione.

Per quanto concerne il mercato, si prevede un aumento del prezzo delle uve, mentre ristagnano le trattative per il vino.

 

TOSCANA

Quantità: -20% rispetto vendemmia 2011

Dopo un inverno caratterizzato da una scarsa piovosità, la primavera si è presentata con temperature leggermente al di sotto della media. Le malattie crittogamiche sono state controllate bene su tutto il territorio regionale. La fioritura è risultata leggermente anticipata rispetto alla norma, mentre l’allegagione, a causa delle basse temperature primaverili, non è risultata regolare, tanto da provocare una diffusa acinellatura. In primavera le piogge hanno lasciato a desiderare, accentuando la scarsità di scorte di acqua.

Le temperature elevate fin dal mese di maggio, il perdurare a tutt’oggi dell’assenza di precipitazioni e l’incidenza del vento caldo hanno, in alcune zone, agli inizi di agosto fatto entrare la vite in stress idrico con il disseccamento delle prime foglie basali.

La carenza di acqua ha determinato acini di dimensioni inferiori alla media. La vendemmia delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata dopo Ferragosto in Maremma e verso il 20 di agosto nelle altre zone, per continuare a fine mese con quelle di Merlot.

Nella prima settimana di settembre sono iniziati i conferimenti nelle zone di Bolgheri e del Morellino di Scansano per le uve rosse e in quella di San Gimignano per le uve a bacca bianca di Vernaccia.

La raccolta delle uve rosse per la produzione del Chianti, del Chianti Classico, del Carmignano, del Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino inizierà dopo il 15 di settembre.

In tutta la Toscana si stima una quantità complessiva di vino di circa 2.000.000 ettolitri, con una diminuzione del 20% rispetto al 2011.

Per quanto riguarda la qualità si prevedono livelli tra il buono e l’ottimo solo per chi ha potuto soccorrere le viti con adeguate irrigazioni.

 

LAZIO

Quantità: -5% rispetto vendemmia 2011

La stagione nei territori laziali si è avviata precocemente e in modo vigoroso da aprile, con un lieve anticipo rispetto alla media delle ultime annate. Durante la fioritura, a maggio, non si sono avute né piogge né abbassamenti di temperatura, a differenza delle ultime due annate, pertanto l’allegagione è stata buona, specialmente sulle varietà precoci.

La totalità dei mesi di giugno e luglio è stata caratterizzata da un’ondata di caldo e dalla conseguente siccità, condizioni create dai ben noti sette anticicloni che hanno determinato una canicola senza precedenti. Già nella fase di pre-chiusura dei grappoli si sono segnalati alcuni casi di vigneti con foglie basali ingiallite e raggrinzite.

Il caldo ha rallentato le ultime fasi fenologiche, compensando l’anticipo iniziale. Il territorio laziale, caratterizzato da terreni vulcanici molto vigorosi, da varietà autoctone generalmente tardive e soprattutto da buone riserve idriche nel sottosuolo, ha quindi accusato il colpo siccità in modo preoccupante ma non drammatico.

Qualitativamente la situazione è a macchia di leopardo, nel senso che in una stessa zona il buono si alterna all’ottimo e il buono al mediocre. Quantitativamente si stima una produzione inferiore del 5% rispetto al 2011, attestata intorno a 1.150.000 ettolitri di vino. Tale diminuzione è dovuta soprattutto alla minore dimensione degli acini a scapito del succo.

Certamente ci troviamo di fronte a una delle stagioni più estreme degli ultimi decenni. Saranno le prossime tre settimane a determinare i risultati definitivi della produzione 2012: se le temperature e le escursioni termiche tra il giorno e la notte saranno affiancate da adeguate precipitazioni, si potrà sperare in una maturazione delle uve, con un buon accumulo di zuccheri, una giusta diminuzione dei diversi acidi e una sufficiente sintesi fenolica e aromatica nelle bucce.

La raccolta nel Lazio è iniziata il 20 agosto con le varietà internazionali (Chardonnay e Pinot). Il pieno della vendemmia avverrà verso il 10 di settembre, con i conferimenti delle varietà autoctone (Trebbiano, Malvasia, Bombino e Bellone), per chiudersi tra la fine di settembre e i primi di ottobre con le ultime uve di Cesanese e Montepulciano.

 

MARCHE

Quantità: 5% rispetto vendemmia 2011

L’inverno è iniziato con poca pioggia e temperature al di sopra della media, mentre per tutto il mese di febbraio le colline sono state completamente imbiancate da abbondanti nevicate. A seguire la tendenza del clima si è caratterizzata per un andamento prevalentemente asciutto, con temperature quasi sempre sopra alla norma, ma con buone escursioni termiche.

Gli ultimi giorni freddi dell’inverno hanno determinato un ritardo del germogliamento di qualche giorno sulla media storica. La cacciata è stata buona e regolare, il buon clima di aprile e maggio ha favorito un discreto allungamento dei germogli e una successiva regolare fioritura e allegagione.

Con le diverse ondate di caldo che si sono susseguite la vite ha mantenuto un discreto equilibrio vegeto produttivo, anche se per i vigneti impiantati su terreni tendenzialmente asciutti la parete fogliare è ridotta e i grappoli sono più piccoli rispetto alla norma.

L’anomalo andamento meteo ha determinato l’inizio della raccolta di alcune varietà precoci già nella seconda settimana di agosto.

La vendemmia nelle Marche è continuata con la raccolta delle uve base spumante Verdicchio, Passerina, Pecorino e Bianchello, entrerà nel pieno nella seconda decade di settembre con i conferimenti di Sangiovese e Verdicchio, per chiudersi a metà ottobre con le ultime uve di Verdicchio, Pecorino e Passerina per la tipologia passiti e Montepulciano.

La resa uvavino è inferiore alla media, l’effetto dell’annata si è dimostrato sulle piante fin dall’inizio con un minore rigoglio anche se l’intensità di fotosintesi quotidiana è risultata nella norma.

La produzione 2012 si stima superiore di circa il 5% rispetto al 2011, ossia con una produzione di 780.000 ettolitri di vino. La resa uva/vino risulta inferiore alla media e in alcune varietà anche la dimensione degli acini è leggermente al di sotto delle aspettative. Ciononostante, visto che mancano ancora alcune settimane al culmine della raccolta, non si dispera che settembre porti delle condizioni climatiche e meteoriche favorevoli atte a siglare un’annata sicuramente eterogenea compresa tra il buono e l’ottimo.

Le prime contrattazioni mettono in evidenza un incremento dei prezzi all’ingrosso di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

ABRUZZO

Quantità: 5% rispetto vendemmia 2011

L’andamento climatico, a partire dallo scorso autunno, è stato caratterizzato dalla presenza di piogge e basse temperature. Grazie a un inverno piovoso con precipitazioni abbondanti su tutta la regione e copiose nevicate verificatesi anche a bassa quota nel mese di febbraio, nei vigneti si sono costituite buone riserve idriche.

La primavera non molto calda, anch’essa caratterizzata da sporadiche precipitazioni, ha provocato un leggero ritardo del germogliamento. Da fine aprile in poi, le belle giornate e le temperature alte hanno favorito lo sviluppo di una buona vegetazione e un’emissione normale di grappoli ben formati ed uniformi per tutte le varietà.

Le alte temperature che si sono susseguite dalla primavera inoltrata fino all’estate hanno permesso alla vite una normale attività vegeto-produttiva.

L’epoca di vendemmia è prevista nella norma, tanto che per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot grigio) la raccolta è iniziata il 20 agosto nelle zone costiere, mentre per quelle interne e collinari intorno al 25 dello stesso mese. Per le altre uve bianche (Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino) l’inizio dei conferimenti è avvenuto nei primi giorni di settembre. Per le varietà a bacca rossa, principalmente Sangiovese e Montepulciano, la raccolta inizierà nell’ultima settimana di settembre e si protrarrà fino alla fine di ottobre.

La quantità è superiore del 5% rispetto alla vendemmia precedente, per una produzione complessiva intorno a 2,4 milioni di ettolitri, contro i 2,3 del 2011. Qualitativamente parlando, se le condizioni climatiche del mese di settembre decorreranno favorevolmente, si può ipotizzare un’annata interessante con molte punte di ottimo, in particolare per i vini rossi.

Già da ora il mercato del vino è piuttosto vivace, con sensibili incrementi rispetto alla precedente campagna, che per alcune partite raggiungono anche 30%. L’andamento positivo delle vendite continua ad interessare i mercati europei ed extra europei, mentre sia quello regionale che nazionale risente pesantemente della congiuntura economica e quindi consuma meno.

 

CAMPANIA

Quantità: 10% rispetto vendemmia 2011

L’inverno è stato freddo, piovoso e caratterizzato da abbondanti nevicate che hanno interessato molte aree della regione e consentito di accumulare riserve idriche importanti sia per i terreni che per le falde. Il risveglio vegetativo è stato caratterizzato da un innalzamento della temperatura che ha consentito di portare nella media stagionale il germogliamento. Ad aprile, il ritorno del freddo ha causato delle gelate in alcune zone di valle, compromettendo parte della produzione di alcuni vigneti.

Maggio, giugno e l’inizio di luglio sono stati molto caldi e poco piovosi, situazione che ha determinato la totale assenza di ampelopatie.

Le provvidenziali precipitazioni di fine luglio hanno abbattuto le alte temperature riportandole nelle medie stagionali, inoltre, cosa più importante, con le piogge si è evitato il tanto temuto stress idrico delle viti, che in alcune aree era ormai alle porte.

L’inizio di agosto ha fatto registrare temperature più elevate, ma con escursioni termiche (differenziale tra giorno e notte) di circa 15ºC, che hanno corroborato le piante, creando le migliori condizioni per un’annata qualitativamente assai degna di considerazione, caratterizzata da vini di grande carattere.

La vendemmia inizierà dopo la metà di settembre con la raccolta nell’Agroaversano delle uve di Asprinio e del Fiano nel Cilento. Successivamente nel Beneventano con la Falanghina, per continuare nell’Avellinese, nella prima decade di ottobre, con Fiano di Avellino e Greco di Tufo.

Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso sarà effettuata nella terza decade di ottobre. L’ultima varietà ad essere vendemmiata sarà quella di Aglianico per la produzione della docg Taurasi, nell’Avellinese, nella prima settimana di novembre.

Mancano diverse settimane al pieno della raccolta e pertanto l’andamento climatico del mese di settembre rimane determinante. Oggi si stima una produzione superiore del 10% rispetto all’annata precedente.

 

PUGLIA

Quantità: uguale rispetto vendemmia 2011

Con l’inizio della raccolta delle uve Chardonnay, nella prima settimana di agosto si è avviata ufficialmente la vendemmia 2012, con il simbolico e beneaugurante taglio dell’uva da parte dell’Assessore regionale all’agricoltura Dario Stefàno, con qualche giorno di anticipo a causa del gran caldo e della siccità che hanno creato problemi agli impianti privi di irrigazione di soccorso.

In moltissimi vigneti è ormai prassi consolidata vendemmiare di notte o nelle prime ore del mattino per preservare gli aromi ed evitare di conferire grappoli troppo caldi in cantina, eliminando in tal modo inutili costi energetici per raffreddare i mosti nelle fasi di vinificazione.

Dopo le uve di Chardonnay è stata la volta di quelle di Sauvignon, Pinot bianco e nero. A fine agosto si sono raccolte quelle di Primitivo. Con la prima settimana di settembre è stato il turno delle bianche autoctone, seguite da quelle di Negroamaro. I conferimenti si chiuderanno in ottobre, con i grappoli di Nero di Troia.

L’andamento stagionale dei mesi invernali, caratterizzato da piogge abbondanti, ha costituito una riserva idrica favorevole per la ripresa delle fasi fenologiche della vite. La cacciata è stata abbondante, ma nella fase di fioritura e di allegagione in alcune zone della regione si sono verificati fenomeni sparsi di colatura e acinellatura dei grappoli.

I vigneti pugliesi non presentano nessun tipo di fitopatia, l’uva è sana con un accumulo glucidico superiore alle scorse annate e un buon rapporto zuccheri/acidi; tutto ciò dovrebbe garantire la produzione di vini ben equilibrati e strutturati.

Le previsioni qualitative fanno prevedere un’annata di segno più che positivo, sebbene la cautela sia d’obbligo, poiché il tempo e il clima delle prossime settimane saranno determinanti per la qualità dei vini che si andranno a produrre.

Considerato che buona parte della superficie vitata pugliese è dotata di impianti di irrigazione di soccorso e che il sole in Puglia è sempre stato di casa, nonché i livelli produttivi del 2011 abbattuti del 20% rispetto al 2010, si prevede una produzione complessiva quantitativamente uguale o solo leggermente inferiore a quella dello scorso anno.

Il mercato delle uve manifesta una certa vivacità con incrementi dei prezzi all’ingrosso.

 

SICILIA

Quantità: 10% rispetto vendemmia 2011

L’andamento del ciclo vegetativo della vite, nel periodo della fioritura e dell’allegagione, ha avuto un decorso normale. Non vi sono state anomalie durante le fasi d’invaiatura e di maturazione. Solo su Grillo e Nero d’Avola si è registrato qualche problema di allegagione.

La vendemmia, per le varietà precoci: Pinot grigio, Sauvignon blanc e, in alcuni areali, Chardonnay, è iniziata i primi giorni di agosto con qualche giorno di anticipo rispetto alla precedente campagna. Nella seconda settimana dello stesso mese i conferimenti hanno riguardato Chardonnay, Viognier, Müller Thurgau e Moscato bianco. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare quelle di Merlot, è iniziata a cavallo di Ferragosto, è proseguita con quelle di Syrah, di Nero d’Avola e di Frappato ed è terminata con i grappoli di Cabernet sauvignon nei primi giorni di settembre.

Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca, la vendemmia è iniziata con i conferimenti di Grillo e di Zibibbo intorno al 20 agosto, per poi proseguire poi con il Catarratto e l’Insolia dai primi giorni di settembre.

I dati sopra riportati evidenziano un netto anticipo rispetto alla precedente campagna, scaturito da un inverno poco piovoso ma soprattutto da un’estate calda e secca.

I vigneti soccorsi con adeguate irrigazioni garantiscono un ottimo prodotto, confermato dalle analisi di campagna e di laboratorio, il che fa prevedere una produzione assai degna di considerazione, nonostante le impennate termiche che hanno e stanno caratterizzando il periodo.

Quantitativamente si prevede una produzione superiore del 10% a quella del 2011, che era stata la più scarsa degli ultimi 4 anni con una produzione di soli 4.823.000 ettolitri a fronte di una media quinquennale di 5.486.000 ettolitri Tale aumento scaturisce dalla diminuzione delle superfici interessate dalla vendemmia verde. Tutto questo si tradurrà in un aumento di vini e mosti pari a 490.000 ettolitri.

Per quanto riguarda la raccolta e le vinificazioni, al momento, non si registrano problematiche particolari: tutto sta avvenendo regolarmente, aiutati da un buon andamento climatico. Invece per quanto riguarda le contrattazioni, alla data attuale, sono del tutto assenti.

 

SARDEGNA

Quantità: uguale rispetto vendemmia 2011

In Sardegna le precipitazioni verificatesi da ottobre 2011 ad aprile 2012 sono state nettamente inferiori alla media dello stesso periodo del biennio precedente. Nel mese di febbraio si sono registrati valori termici negativi da record, con abbondanti nevicate e gelate che hanno ricordato gli inverni del 1956, 1985 e del 1999.

A maggio le piogge sono state abbondanti e questo ha favorito un regolare germogliamento delle viti accompagnato da una successiva notevole spinta vegetativa. Le copiose precipitazioni, associate da un repentino crollo delle temperature, hanno però causato, in una delle fasi più delicate del ciclo vegetativo della vite, ossia durante la fioritura, notevoli aborti fiorali soprattutto su uno dei vitigni principe dell’Isola, il Vermentino, determinando grappoli spargoli e con forte acinellatura, aspetti che hanno causato un decremento di produzione per questa varietà oggi valutabile in oltre il 5% rispetto al 2011.

Il mese di giugno è stato tra i più secchi degli ultimi dieci anni. Fortunatamente, nella terza decade di luglio, si sono verificati estesi temporali soprattutto nel Nord della Sardegna, che hanno garantito un buon riequilibrio idrico dei vigneti.

Le uve sono sane e la loro maturazione rientra nella norma. La raccolta delle uve precoci è iniziata il 10 agosto, mentre il pieno della vendemmia è previsto nella seconda decade di settembre quando saranno conferite le uve autoctone a partire dal Vermentino, seguite da quelle di Nuragus. Per le varietà a bacca rossa (Cannonau e Carignano) bisognerà attendere gli ultimi giorni dello stesso mese. Il termine della vendemmia in Sardegna avverrà tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre con i conferimenti di Nasco e Malvasia per la produzione di vini da dessert.

Vermentino, Cannonau, Nuragus, Carignano e Monica rappresentano oltre il 70% della superficie vitata dell’Isola la cui produzione oggi si stima pressoché uguale al 2011, ossia 490 mila ettolitri di vino di qualità buona con punte di ottimo.

 

LE SINTESI E I DATI DELL ULTIME 10 VENDEMMIE

 

 

 

La sintesi di seguito riportata è tratta dai dati ogni anno elaborati su scala nazionale dall’Assoenologi. I riscontri quantitativi sono armonizzati con le risultanze dell’Istituto nazionale di statistica di cui i dati dell’Assoenologi (resi noti già a fine vendemmia) differiscono di solo il 3,5% rispetto alla media pluriennale parametrata con quella dell’Istat.

 

2003 qualitativamente. Poteva essere una vendemmia memorabile, sarebbe bastato un’estate meno soleggiata e con qualche pioggia, ma così non è stato e la regolarità di settembre ha permesso un recupero qualitativo solo in alcune zone e principalmente per i vini rossi che hanno fatto registrare alcune punte di ottimo in quelle zone che in settembre hanno beneficiato di un andamento climatico e meteorico adeguato.
2003 quantitativamente. Tre le più povere degli ultimi 50 anni. Si sono prodotti infatti poco più di 44 milioni di ettolitri di vino. Il decremento produttivo è stato dovuto alle alte temperature e all’assenza di precipitazioni che hanno caratterizzato buona parte dei mesi di maggio, giugno, luglio ed agosto. La regolarità del mese di settembre non è bastata a riequilibrare la situazione. La vendemmia 2003 sarà anche ricordata come la più anticipata: 20 giorni rispetto alla media.

 

2004 qualitativamente.Le previsioni di fine agosto sono state rispettate: il mese di settembre è decorso nel modo più opportuno, regalandoci giorni di sole, qualche pioggia e una buona escursione termica notturna, condizioni che hanno siglato, dopo due campagne discutibili, un’annata che, per la stragrande maggioranza delle regioni, per i vini bianchi è stata tra le migliori degli ultimi anni e, per alcuni rossi, molto vicina a quella del 1997.

2004 quantitativamente.Si sono prodotti 53,3 milioni di ettolitri di vino con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Dopo due anni di forte decremento, siamo tornati ad una vendemmia vicina alla media decennale 1994/2003 attestata sui 53,5 milioni di ettolitri di vino. Fatta eccezione per Lazio, Abruzzo, Campania, Sicilia e Sardegna tutte le regioni hanno avuto incrementi di almeno il 20% rispetto alla campagna 2003.

 

2005 qualitativamente.Molto eterogenea la qualità. Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo, c’erano tutte fino a Ferragosto. Le piogge e le basse temperature che hanno caratterizzato la seconda metà del mese hanno rimesso però tutto in discussione. Le speranze riposte nel mese di settembre sono andate quasi dappertutto deluse. Tutto questo ha determinato una qualità buona con poche punte qualificate al nord e di maggiore interesse al Sud e nelle Isole.

 

2005 quantitativamente. Si sono prodotti 50,6 milioni di ettolitri di vini e mosti con un decremento di circa il 5% rispetto al 2004. È un’annata tra le più scarse degli ultimi 50 anni, molto vicina a quella del 1954 (50,5) e pressoché uguale a quella del 1997. Le regioni che hanno registrato i decrementi più cospicui sono state il Veneto (-19,8%), il Trentino Aldo Adige (-16,7%), il Friuli V.G. (-13,8%) e la Toscana (-12,2%).

 

2006 qualitativamente.Nel Centro-Nord la vendemmia sarà ricordata come la migliore degli ultimi cinque anni: complessivamente ottima, anche se con poche punte di eccellenza. Maggiormente eterogenea al Sud e nelle Isole dove si è riscontrata una più accentuata variabilità dovuta alle bizzarrie del tempo. Nonostante le stranezze climatiche e meteoriche un ottimo mese di settembre ha ristabilito una situazione più che positiva.

2006 quantitativamente.Si sono prodotti 49.631.000 ettolitri di vino, ossia un milione di ettolitri in meno rispetto al 2005. Pertanto un quantitativo in linea con la media triennale 2003/2005 che fa registrare 49,3 milioni di ettolitri, con un deciso decremento al Sud e nelle Isole, fatta eccezione per la Campania, ed un sostanziale recupero al Centro-Nord, con leggere punte di incremento in Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna.

 

2007 qualitativamente.L’andamento climatico bizzarro ha portato, tra alti e bassi, a una qualità eterogenea ma complessivamente assai interessante per le varietà precoci. Per le tipologie vendemmiate dopo la metà di settembre i livelli sono risultati ottimi, con diverse punte di eccellente. Al Nord i rossi hanno raggiunto i massimi livelli, con eccellenti profumi e una esuberante carica di tannini morbidi dovuti all’ottimale maturità fenolica.

2007 quantitativamente. Si sono prodotti 42.559.000 ettolitri di vino, vale a dire la seconda vendemmia più scarsa dal 1950 (41 milioni di ettolitri) pari a un decremento di oltre il 14% rispetto alla campagna precedente, che fece registrare 49.631.000 ettolitri. Il decremento produttivo ha evidenziato le sue massime punte nel Sud Italia e in particolare in Sicilia dove, in certe zone, ha raggiunto punte del 55% rispetto al 2006.

 

2008 qualitativamente. Le più che positive condizioni climatiche verificatesi in tutt’Italia nei mesi di settembre e di ottobre hanno prolungato il periodo di raccolta e permesso un forte recupero qualitativo al Centro-Nord, in particolar modo per quei vini ottenuti da uve vendemmiate dopo la metà del mese di settembre. Il 2008 sarà ricordata come un’annata eterogenea, ma complessivamente buona con alcune punte di ottimo.

2008 quantitativamente. Si sono prodotti 46.245.000 di ettolitri di vini e mosti con un aumento di quasi il 9% rispetto al 2007 e praticamente uguale alla media del triennio 2006/2008 (46.145.000 di ettolitri). Gli incrementi produttivi più rilevanti si sono verificati in Abruzzo ( 38%), in Sicilia ( 35) e in Puglia ( 23%), mentre la Sardegna (-32%), il Piemonte (-9%) ed il Trentino Alto Adige (-7%) sono state le regioni che hanno fatto registrare le maggiori carenze rispetto alla presedente annata.

2009 qualitativamente. La qualità ha maggiormente premiato il Centro-Nord d’Italia, dove, in molte regioni, è stata ottima con diverse punte di eccellente. Nel Centro-Sud il bizzarro andamento climatico e meteorico, caratterizzato prima da temperature elevate, poi da piogge di durata inconsueta, ha mantenuto l’eterogeneità inizialmente ipotizzata determinando una qualità a macchia di leopardo, dove il mediocre si scontra con l’ottimo e il buono con il discreto.

2009 quantitativamente. Si sono prodotti 45,8 milioni di ettolitri, l’1% in meno della campagna 2008. Il decremento è stato dovuto all’andamento climatico o a quello meteorico che hanno caratterizzato soprattutto, nel mese di settembre, le regioni del Sud d’Italia e in particolar modo: Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia. Il Veneto (8,2 milioni di ettolitri) si conferma, per il terzo anno consecutivo, la regione più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono oltre il 50% di tutto il vino italiano.

 

2010 qualitativamente. L’eterogeneità qualitativa di fine agosto è stata confermata a fine campagna, con un’Italia vinicola a macchia di leopardo, ove in una stessa regione il buono si è scontrato con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente la qualità della produzione 2010 è risultata buona con diverse punte di ottimo, ma con assenza di eccellenze.

2010 quantitativamente. Si sono prodotti 46.737.000 di ettolitri di vino, circa 1 milione di ettolitri in più rispetto al 2009. Il Veneto si conferma la regione italiana più produttiva con 8.351.000 di ettolitri, seguita dalla Puglia (7.169.000 HL), dall’Emilia Romagna (6.601.000 HL) e dalla Sicilia (5.676.000 HL), quest’ultima in calo di mezzo milione di ettolitri di vino rispetto al 2009.

 

2011 qualitativamente. Poteva essere un’annata abbondante. Purtroppo le ultime due settimane di agosto e il mese di settembre, che per temperature hanno polverizzato tutti i record, hanno lasciato il segno. Complessivamente il 2011 per i vini bianchi è risultato alquanto interessante con punte di ottimo e di eccellente. Meno per quelli rossi.

2011 quantitativamente. A causa del gran caldola produzione si è sensibilmente ridimensionata, facendo segnare 42,7 milioni di ettolitri di vino e mosti, un quantitativo inferiore dell’8,5% a quello del 2010 (46.737.000 HL dato Istat). La vendemmia 2011 risulta quantitativamente la terza più scarsa degli ultimi sessant’anni preceduta da quelle del 1950 (41.049. 000 HL) e del 2007 (42.514.000 HL).

 

PRODUZIONE VITIVINICOLA ANNUALE ITALIANA

DEGLI ULTIMI 20 ANNI

 

1992 1993 1994 1995 1996

68.686.100 62.672.000 59.290.000 56.201.000 58.543.000

1997 1998 1999 2000 2001

50.563.000 57.140.000 58.073.000 54.088.000 52.293.000

2002 2003 2004 2005 2006

44.604.000 44.086.000 53.135.000 50.566.000 49.633.000

2007 2008 2009 2010 2011

42.514.000 46.245.000 45.800.000 46.737.000 42.705.000

I dati sono espressi in ettolitri

Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat

 

PRODUZIONE VITIVINICOLA MEDIA ITALIANA

DIVISA PER SEGMENTI DI TEMPO

Media produzione decennio 1992/2001 – HL 57.755.000

Media produzione ultimi 20 anni 1992/2011 – HL 52.179.000

Media produzione ultimi 10 anni 2002/2011 – HL 46.602.000

Media produzione ultimi 7 anni 2005/2011 – HL 46.314.000

Media produzione ultimi 5 anni 2007/2011 – HL 44.800.000

Media produzione ultimi 3 anni 2009/2011 – HL 45.081.000

Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat

 

LE MIGLIORI ANNATE DEI VINI ROSSI DEGLI ULTIMI 70 ANNI

1947 – 1964 – 1971 – 1978 – 1985 – 1988 – 1990 – 1997 – 2001

Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani

 

LE ANNATE QUANTITATIVAMENTE PIÙ PRODUTTIVE DAL 1950

1973 1974 1979 1980 1983 1986

76.716.000 76.867.000 85.146.000 86.545.000 83.280.000 77.093.000

Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani

 

LE ANNATE QUANTITATIVAMENTE PIÙ SCARSE DAL 1950

1950 1957 2002 2003 2007 2011

41.049.000 42.838.000 44.604.000 44.086.000 42.514.000 42.705.000

Fonte Associazione Enologi Enotecnici Italiani

PRODUZIONE VITIVINICOLA ANNUALE ITALIANA

REGIONE PER REGIONE DAL 2002 AL 2006

 

 

Regione 2002 2003 2004 2005 2006

Piemonte 2.329.000 2.282.000 3.263.000 3.054.000 3.229.000

Lombardia 1.123.000 856.000 1.168.000 1.100.000 1.081.000

Trentino A.A. 1.063.000 1.076.000 1.269.000 1.057.000 1.159.000

Veneto 6.847.000 7.369.000 8.843.000 7.093.000 7.208.000

Friuli V.G. 1.006.000 1.113.000 1.344.000 1.159.000 1.014.000

Emilia Romagna 5.682.000 5.305.000 7.155.000 6.608.000 6.768.000

Toscana 2.319.000 2.264.000 3.166.000 2.780.000 2.978.000

Marche 1.258.000 940.000 1.248.000 1.206.000 1.090.000

Lazio 2.859.000 2.441.000 2.492.000 2.362.000 2.316.000

Abruzzo 3.808.000 3.319.000 3.585.000 3.469.000 3.233.000

Campania 1.761.000 1.655.000 1.878.000 1.826.000 2.020.000

Puglia 5.580.000 6.089.000 7.610.000 8.348.000 7.397.000

Sicilia 6.209.000 6.553.000 6.964.000 7.283.000 6.974.000

Sardegna 729.000 856.000 943.000 924.000 859.000

Altre* 2.031.000 1.968.000 2.207.000 2.297.000 2.307.000

Totale 44.604.000 44.086.000 53.135.000 50.566.000 49.633.000

 

Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat

 

I dati sono espressi in ettolitri

* Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria

 

PRODUZIONE VITIVINICOLA ANNUALE ITALIANA

REGIONE PER REGIONE DAL 2007 AL 2011

 

 

Regione 2007 2008 2009 2010 2011

Piemonte 2.724.000 2.480.000 2.858.000 2.996.000 2.683.000

Lombardia 1.099.000 1.250.000 1.277.000 1.349.000 1.313.000

Trentino A.A. 1.221.000 1.140.000 1.254.000 1.161.000 1.113.000

Veneto 7.799.000 8.119.000 8.174.000 8.351.000 8.710.000

Friuli V.G. 1.029.000 1.014.000 1.130.000 1.334.000 1.267.000

Emilia Romagna 6.253.000 6.340.000 6.952.000 6.601.000 6.455.000

Toscana 2.824.000 2.800.000 2.772.000 2.857.000 2.495.000

Marche 757.000 871.000 782.000 927.000 741.000

Lazio 1.838.000 1.797.000 1.527.000 1.259.000 1.205.000

Abruzzo 2.162.000 3.054.000 2.652.000 3.028.000 2.283.000

Campania 1.652.000 1.768.000 1.830.000 1.869.000 1.726.000

Puglia 5.668.000 6.949.000 5.920.000 7.169.000 5.777.000

Sicilia 4.574.000 6.180.000 6.175.000 5.676.000 4.823.000

Sardegna 862.000 582.000 550.000 475.000 486.000

Altre* 2.052.000 1.901.000 1.947.000 1.685.000 1.628.000

Totale 42.514.000 46.245.000 45.800.000 46.737.000 42.705.000

 

Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat

 

I dati sono espressi in ettolitri

* Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria

 

PRODUZIONE VITIVINICOLA MEDIA REGIONALE

DIVISA PER SEGMENTI DI TEMPO

 

 

Ultimi Ultimi Ultimi Ultimi

 

Regione 10 anni 7 anni 5 anni 3 anni

 

2002/2011 2005/2011 2007/2011 2009/2011

 

Piemonte 2.790.000 2.861.000 2.748.000 2.846.000

Lombardia 1.162.000 1.210.000 1.258.000 1.313.000

Trentino A.A. 1.151.000 1.158.000 1.178.000 1.176.000

Veneto 7.851.000 7.922.000 8.231.000 8.412.000

Friuli V.G. 1.141.000 1.135.000 1.155.000 1.244.000

Emilia Romagna 6.412.000 6.568.000 6.520.000 6.669.000

Toscana 2.725.000 2.787.000 2.750.000 2.708.000

Marche 982.000 911.000 816.000 817.000

Lazio 2.010.000 1.758.000 1.525.000 1.330.000

Abruzzo 3.059.000 2.840.000 2.636.000 2.654.000

Campania 1.798.000 1.813.000 1.769.000 1.808.000

Puglia 6.651.000 6.747.000 6.297.000 6.289.000

Sicilia 6.141.000 5.955.000 5.486.000 5.558.000

Sardegna 727.000 677.000 591.000 504.000

Altre* 2.002.000 1.974.000 1.840.000 1.753.000

 

Elaborazione Associazione Enologi Enotecnici Italiani su dati Istat

 

I dati sono espressi in ettolitri

*Valle d’Aosta, Liguria, Umbria, Molise, Basilicata, Calabria

 

ASSOCIAZIONE ENOLOGI ENOTECNICI ITALIANI (ASSOENOLOGI), OVVERO LA PIÙ ANTICA ORGANIZZAZIONE NAZIONALE DI CATEGORIA AL MONDO DEL SETTORE VITIVINICOLO

 

Prima dell’aprile 1991 il tecnico del vino in Italia era rappresentato dall’enotecnico, una qualifica professionale conferita da pochi Istituti superiori statali con ordinamento per la viticoltura e l’enologia. Con la legge 10 aprile 1991 n.129 il Parlamento italiano ha riconosciuto il titolo di enologo, fissandone la preparazione a livello universitario e attribuendolo a tutti gli enotecnici con almeno tre anni continuativi di attività nel settore vitivinicolo.

L’enotecnico e l’enologo sono quindi persone altamente qualificate, tecnicamente e scientificamente preparate che, dalla coltivazione della vite alla raccolta dell’uva, dalla vinificazione all’imbottigliamento, curano ogni operazione, sovrintendendo e determinando tutto quanto serve a garantire, sia pure nei diversi livelli, la qualità del prodotto.

È stato durante il Congresso dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (O.I.V.) del 1974 che gli enologi e gli enotecnici sono stati indicati come “persone altamente qualificate” che, in conformità alle proprie conoscenze scientifiche e tecniche, sono capaci di svolgere funzioni di capitale importanza per il settore vitivinicolo.

L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi) è l’Organizzazione di categoria che nel nostro Paese raggruppa e rappresenta il 90% dei tecnici vitivinicoli attivamente impegnati nel settore, di cui il 40% ha mansioni direttive in cantine sociali e private, il 10% svolge l’attività di libero professionista, mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi. Essa si propone la tutela professionale dell’enologo e dell’enotecnico sotto il profilo sindacale, etico, giuridico ed economico, nonché di rappresentare la categoria a tutti i livelli e di curarne l’aggiornamento tecnico scientifico. Inoltre garantisce ai suoi associati una serie di servizi professionali di tutta considerazione.

Fondata nel 1891, è la più antica organizzazione di categoria al mondo del settore vitivinicolo.

La Sede centrale dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani è a Milano, in via Privata Vasto 3, mentre ben 17 Sedi periferiche garantiscono la rappresentatività e l’operatività della categoria nelle diverse zone vitivinicole italiane.

Ulteriori più specifiche informazioni possono essere desunte consultando il sito internet: www.assoenologi.it

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.