Sono anni ormai che il web è diventato una giungla quasi incontrollata.
Ognuno scrive come piu’ gli piace, trattando di ogni argomento. Il fatto di oggi riguarda una recensione negativa su Tripadvisor, nel caso specifico con tanto di firma autentica del recensore.
La stragrande maggioranza dei recensori dei post, non solo su tripadvisor, ma anche su molti social assume un nick name e spara sentenze a destra ed a manca, vuoi per invidia, vuoi perchè diretti concorrenti dell’attività diffamata.
La battaglia che il collega Alberto Lupini, direttore di Italiaatavola, porta avanti da molti anni, è proprio quella di obbligare chi scrive sui social, magari con tanto di carta di identità certificata, ad autenticarsi, in modo da assumersi la responsabilità di ciò che scrive. Infatti se avete la voglia di accedere a twitter, leggerete offese a carico di politici e semplici cittadini che la pensano in modo diverso da chi interviene.
Ci sono poi quelli che ci mettono la faccia, come in questo ed altri casi , ma che non perdono occasione di diffamare, mistificare i fatti, pur di infangare colleghi, suscitando cosi’ reazioni istintive ed emotive di altri lettori, che non conoscendo i fatti si accodano al diffamatore.
Ma stiamo certi che , anche chi scrive in forma anonima ed offende gli altri, è rintracciabile facilmente e le aule dei tribunali negli ultimi anni si stanno riempiendo di cause civili e penali per il risarcimento dei danni causati !
Stiano molto in guardia i vari carneadi, scrittori del web dell’ultima ora, che per il solo fatto di avere aperto un blog o sito web, si sentono dei padri eterni con il diritto di diffamare, insultare ed offendere, non funziona cosi’.
Leggete un piccolo esempio di quanto successo recentemente, solo per una recensione negativa su Tripadvisor !
Buona lettura
Roberto Gatti
” Molti pensano, ormai, che i social network sono la rovina di molte persone. Può capitare di avere guai anche per una recensione negativa. Leggete qui cosa è accaduto a un “recensore” esperto, uno di quelli di spara sentenze ed emette giudizi ritenendosi il migliore di tutti.
Un uomo di Monza, neppure ragazzino (ha 64anni), attraverso una recensione pubblicata su Tripadvisor ha espresso giudizi fortemente negativi nei confronti di una osteria dove aveva mangiato.
Ecco come sono andati i fatti raccontati da “Il resto del Carlino”.
Pesaro – Un linguaggio forbito, da recensore espertissimo di cucina e locali. Una tastiera che infilza come uno spiedino quella ‘povera’ osteria di Pesaro («pessima trattoria attira turisti») che aveva avuto la sfortuna di ospitarlo come cliente, nel maggio scorso. E quel titolo, poi, che stilettata: «Deludente miscellanea di maleducazione e dozzinalità». Eh no. Troppo. Quando i quattro soci titolari della Guercia, l’osteria secolare del centro di Pesaro, hanno letto quella recensione su TripAdvisor, hanno deciso che si era arrivati alla frutta. Della sopportazione. Hanno preso il telefono, chiamato l’avvocato e gli hanno chiesto: «Ci sono gli estremi per la diffamazione, tu che dici?». L’avvocato ha annuito, solidale.
E così, un monzese 64enne colto e dal palato fino, che in piena trasparenza aveva firmato con nome e cognome quelle 25 eleganti righe al vetriolo, si è trovato poco dopo destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio di un pm della procura di Pesaro: diffamazione aggravata. Perché in effetti il cliente non era andato giù leggero nel descrivere la cena nell’osteria in questione. Ecco brevissimi ‘assaggi’. L’antipasto: «Il mio intento è di avvisare circa il pessimo cibo che si consuma in questo locale». Bevande: «Il vino, particolarmente acido e imbevibile, un vergognoso liquido». Va beh, e i crostini? «Indecorosi per la scarsissima qualità degli ingredienti». Ci rifacciamo col primo? Macchè: «Le tagliatelle condite con un ragù ricondizionato («rigenerato perché precedentemente deteriorato», traduce l’avvocato dell’osteria)». E il secondo? Quasi da intossicazione: «Il baccalà reso piccante da spezie aventi l’ingrato compito di dare un sapore a un pesce che lo aveva totalmente perso, probabilmente nella lunga permanenza nella cucina della Guercia».
«Oh, ci avesse detto – fa notare Angelo Galdenzi, uno dei 4 soci titolari della Guercia, quello che ha firmato la denuncia – ‘dovete migliorarvi, pensavo di trovare altri piatti ecc…’, avremmo sopportato, ci mancherebbe. Ma questa recensione era cattiveria pura. E diceva cose non vere: come fai a scrivere che serviamo un ‘liquido vergognoso’ al posto del vino? Certo, se mi prendi il vino sfuso, non è il Brunello. E i crostini: noi per gli affettati ci serviamo da un fornitore che li fa talmente al naturale da conservarli solo con sale e pepe, mi arriva questo e mi dice che sono fatti ‘con scarsissima qualità degli ingredienti…’».
Come è andata a finire? Che quella cena, al signore, gli è andata di traverso due volte. Perché «quando ha capito – dice l’avvocato Matteo Serafini, del foro di Pesaro, che tutelava l’osteria – che le nostre accuse erano fondate, tramite il suo legale ci ha chiesto di rimettere la querela, offrendoci una somma risarcitoria….». Vero che in parte il danno era fatto, perchè l’osteria in quei giorni era scesa di netto sulle classifiche di TripAdvisor. Ma la recensione è stata tolta. L’osteria si è ripresa. E il signore ha transato, risarcendo il locale con 1200 euro. Querela ritirata, vero. Ma che acidità di stomaco.
( fonte irpiniaoggi )