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Rovasenda, il signore delle viti

 

Appartata, esclusiva, Saluzzo pu apparire come la bella addormentata in attesa del principe che la risvegli. La sua una storia contrassegnata dallintreccio di culture vicine ma lontane, quali erano la franco – provenzale – occitana, e quella dei Savoia.


 


 


 


Se dalla prima ha attinto il gusto ed il culto per leleganza, dai secondi ha imparato il pragmatismo. Saluzzo quindi capitale gentile, tollerante, legata alla Francia anche per mezzo del Buco del Viso, voluto dal suo pi illuminato marchese Ludovico II, prototipo embrionale di traforo che unisce violando le barriere naturali per consentire scambi e commerci. Non c splendore senza diplomazia ed per questo che diventa sede vescovile con bolla di Giulio II (1511) grazie “anche” al vino Pelaverga inviato con regolarit alla mensa vaticana. Ecco quindi sorgere la cattedrale, la seconda per ampiezza del Piemonte. Il potere per consolidarsi, ha bisogno di servitori fedeli e capaci. Emerge, vicaria del marchese, una famiglia borghese di mercanti tenaci, i Cavassa. Nello stemma un pesce, precisamente un cavedano, che in dialetto chiamato “quaiass” e in francese “cavasson”, da cui Cavassa. Il cavedano pesce che risale con vigore la corrente, e perci il motto “Droit quoi quil soit” (avanti a ogni costo). Porta il nome di questa famiglia la pi bella residenza del centro storico, oggi museo civico, che svela al visitatore uno spaccato rinascimentale pi avignonese che toscano. Ma la cifra di Saluzzo, la sua valenza europea connaturata al suo essere marca di frontiera, corre nei secoli attraverso personaggi che incidendo transnazionalmente hanno dato molto lustro e a vario titolo alla loro piccola patria.


 


 


 


Tempo fa dicevamo ci vorrebbe un Beaubourg per Saluzzo, ecco la Castiglia, la fortezza dei marchesi poi diventata carcere, lass sulla collina pronta ad assolvere, ora che stata quasi completamente restaurata, a questo nuovo e impegnativo compito.


 


 


 


I musei, la cultura,la storia, le tradizioni, le associazioni faranno rivivere lantico castello, la visita del quale costituir una valida alternativa ai pomeriggi passati nei centri commerciali, la caffetteria ed il ristorante annesso costituiranno un ulteriore confort atto ad intercettare ed accogliere al meglio quel turismo colto, che fino ad oggi ha solo sfiorato Saluzzo, con le conseguenti positive ricadute sulleconomia locale.


 


 


 


Nei rinnovati spazi della Castiglia trover altres collocazione il: “Centro per le Rarit Ampelografiche cuneesi” intitolato al Conte Giuseppe di Rovasenda.


 


 


 


Il prossimo gioved 25 gennaio autorit e personalit si confronteranno sui vitigni rari della provincia, con particolare riguardo al Pelaverga, Chatus, Doux dHenry e Rami che costituiscono la Doc Colline saluzzesi e la Doc Pinerolese.


 


 


 


Ma chi era il Conte Giuseppe di Rovasenda a cui verr intitolato limportante Centro.


 


 


 


E cosa sappiamo di lui?


 


 


 


Innanzitutto che la famiglia da cui discende di antichissima nobilt e vanta signoria allodiale del comune di Rovasenda nel Vercellese da tempo immemorabile e che ebbe anche giurisdizione su Balocco, Bastia e Monteformoso. Si sottomise ai duchi di Savoia solamente nel 1413 dopo lungo assedio. Molti furono i personaggi illustri che ornarono la casata.


 


 


 


Tra questi il nostro Giuseppe di Rovasenda nato a Verzuolo il 4/6/1824 e morto a Torino il 6/12/1913 che spos la marchesa Alessina Quadro di Ceresole da cui ebbe 4 figli.


 


 


 


Il cav. di Nobilt Giuseppe di Rovasenda dei conti del Melle laureato in legge divenne diplomatico del regno Sardo piemontese e poi di quello dItalia, cavaliere del lavoro, una delle figure pi significative del mondo rurale italiano fra l800 e il 900 e il pi insigne studioso e valorizzatore della viticoltura nel nostro paese. Come ci illustra benissimo Romolo Bignami “nel frastuono che accompagna la vita odierna, dove sempre meno si affermano le virt dellumilt e della sapienza, dellonest e della tenacia di lavorare nel silenzio, Giuseppe di Rovasenda praticamente non ricordato. Egli era un uomo semplice, umile, riservato, di profonda fede religiosa. Giuseppe nacque invece a Verzuolo, nelle terre della madre; fu poi allievo dei Padri Gesuiti nel Collegio del Carmine e vi ricevette una educazione umana e morale che espresse costantemente nelle sua esistenza. Nel 1840 appena sedicenne, inizi gli studi di legge e successivamente, per seguire unindicazione della famiglia intraprese la carriera diplomatica. Lo si trova infatti segretario della Legazione del Regno Sardo, prima a Costantinopoli e poi a Vienna. Successivamente segretario di prima classe al Ministero degli Esteri del Regno dItalia a Firenze. Con lavvento del Ministero dAzeglio pensa di ritirarsi dalla carriera diplomatica ed ha inizio da quel momento la storia del vero Rovasenda.


 


 


 


Era un formidabile osservatore della natura e di tutti i suoi fenomeni e fu un agricoltore, organizzatore e studioso di altissimo valore. Si dedic dapprima alla tenuta di famiglia nel vercellese, dove attiv e propagand lirrigazione. Il suo interesse principale fu per dedicato, fin dallinizio, alla viticoltura. Inizi dai terreni collinari di Sciolze di propriet di uno zio e continu con quelli materni di Verzuolo. Sui dolci dossi della collina della Bicocca alle spalle di Villanovetta su terreni appositamente acquistati diede vita ad una meravigliosa raccolta di vitigni, che venne conosciuta dagli esperti di tutto il mondo. Giuseppe Rovasenda riusc a catalogare, oltre alle mille gi conosciute, altre duemilatrecentocinquanta variet di viti. Nel 1877 pubblic una prima parte dei suoi studi sotto il titolo: “Saggio di ampelografia universale”, che una autentica miniera di dati, una sorta di catalogo ragionato, che venne anche tradotto in francese. Va ricordato che il Rovasenda affront e port avanti questa opera mastodontica da solo senza collaboratori e tutto a sue spese. Accanto a Lui vi erano soltanto i figli, uno dei quali, Amedeo, dopo la morte del genitore, con certosina pazienza controll e trascrisse quattromila schede che insieme a dodici quaderni manoscritti del padre, don allIstituto di coltivazioni arboree della Facolt dAgraria dellUniversit di Torino. In vita, ormai in tarda et, Giuseppe di Rovasenda aveva trasferito la sua preziosa raccolta di vitigni alla Scuola di Viticoltura e di Enologia di Alba. Per questo atto venne insignito del Cavalierato del lavoro. Nella sua vita di studioso e di applicatore pratico il Conte Giuseppe di Rovasenda si batt con molto impegno nellazione di lotta contro la filossera, che insidiava lesistenza stessa dei vigneti ed stato per molti anni presidente del Consorzio antifilosserico subalpino.


 


 


 


Per trentacinque anni fu socio dellAccademia di Agricoltura di Torino, nei cui annali pubblic numerosi studi. Lasci questa terra alle soglie del novantesimo anno di vita, in tutta serenit e fede profonda nella notte fra il sei e il sette dicembre del 1913.


 


 


 


Non volle onori in vita, dove soltanto preg, lavor, studi e lasci detto che non si perdesse tempo a ricordarlo dopo”.


 


 


 


A oltre novantanni dalla sua dipartita questo desiderio pu essere violato, anche perch guardando il dolce declivio dellamata Bicocca, dove trascorreva in silenzio il muto colloquio con i suoi vitigni, intere giornate sotto il sole cocente o nelle brume delle albe e dei tramonti pare ancora di vederlo aggirarsi con la sua maestosa figura.


 


 


 


Giuseppe di Rovasenda pur essendo uomo umile e schivo merita di essere ricordato per il suo lavoro di ampelografo e la Castiglia accogliendone il nuovo “Centro per le Rarit Ampelografiche Cuneesi” che porter il suo nome dar imperituro lustro al suo illuminato operato.


 


( Fonte Corrieredisaluzzo )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.