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«Un grado in più non fa ubriacare»

 

Gentile dott. Lussana, sono un produttore di vini in quel di Serralunga d’Alba ed ho letto l’intervento del sig. Vivaldo in merito alla questione del Barolo. Re o non re? Strana repubblica quella italiana, abbiamo ancora chi si sente in dovere di attribuire reami, principati o quanto d’altro ad un vino o l’altro. Se di storia parliamo, perch tale ormai l’Italia monarchica, allora il Barolo Re. Lo era quando si diceva Barolo il re dei vini il vino dei Re poi nacque il Barbaresco e divenne Regina.


Aveva ed ha per questo 1/5 grado alcolico in meno, differenza ormai vetusta, aveva ed ha un anno di meno di invecchiamento. Significher ben qualcosa se la scelta fu fatta dagli stessi produttori. Per il Dolcetto non si accusi l’eccesso di corposit ai produttori perch se colpa vi per la scelta dei consumatori che hanno sempre pensato che la quantit significa qualit. Cos non : un’opera musicale non grande per il numero di note in essa contenute ma per l’armonia di come queste sono state associate.


Se un vino alto di gradazione non ubriaca pi di uno a bassa gradazione ma in proporzione a questa. Un vino di 14 gradi ubriaca un quattordicesimo in pi di uno a 13 gradi. Se il sig. Vivaldo patisce un bicchiere di vino di 14 ha seriamente bisogno di un medico o di un vino forse pi naturale, meno artefatto perch un quattordicesimo di un bicchiere, mi creda, e difficilmente misurabile, se non in un laboratorio.
barlochinato@tiscali.it


( Fonte Il Giornale )


 


Osservazioni


 


Concordo in pieno con queste considerazioni formulate dal produttore di barolo chinato ( immagino ! ) che non conosco chi sia. Non certamente 1 gr. in piu di alcool che fa la differenza in un vino, ma piuttosto il suo equilibrio, la sua naturalit, il suo contenuto piu o meno elevato di SO2 ( anidride solforosa ) ecc.


Qualche settimana fa ho scritto, a tal proposito, un articolo sulla utilit di una elevata gradazione alcolica nei vini rossi, che per chi non lo avesse letto, lo potr trovare al link:


https://www.winetaste.it/ita/anteprima.php?id=1002, quindi un plauso allamico produttore, che bene ha fatto sottolineare quanto scritto, onde evitare facili equivoci e creare inutili allarmismi nei consumatori. Che dovremmo dire allora dei superalcolici quali grappe,  wisky ecc. che raggiungono facilmente i 40 ed oltre ??


 


Roberto Gatti


Dic. 06