Home News «Vitigni autoctoni per vincere la sfida della qualità»

«Vitigni autoctoni per vincere la sfida della qualità»








Nellambito di Festambiente Arsia ha organizzato il convegno “In vino veritas: la sfida della tradizione per la produzione vitivinicola di qualit in Toscana”







 


FIRENZE. E possibile immaginare la terra di Toscana senza le sue vigne e i suoi vini? No. Il connubio tra paesaggio toscano e il vino che sa produrre inscindibile e ha contribuito in maniera decisiva al successo di entrambi in tutto il mondo. Ambiente, storia, cultura, antichi sapori e saperi che si intrecciano e che rendono unico un luogo e i suoi prodotti.

Si parler del legame tra qualit dei vini e tradizione nel corso dellincontro promosso da Arsia dal titolo “In vino veritas: la sfida della tradizione per la produzione vitivinicola di qualit” in programma a Festambiente (Rispescia, Grosseto), (cui prenderanno parte, fra gli altri, Stefano Boco, Sottosegretario ministero per le Politiche Agricole, alimentari e forestali, Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia, Attilio Scienza, Politecnico di Milano, Giuseppe Monaci, assessore allagricoltura dei Comune di Grosseto, Giancarlo Scalabrelli, universit di Pisa, Roberto Scalacci vicepresidente nazionale associazione Giovani Imprenditori della Cia).

Un tema quanto mai importante sottolinea Maria Grazia Mammuccini in questa fase particolare per la vitivinicoltura italiana, stretta fra le contraddizioni della nuova Ocm vino e il rischio che lUe autorizzi limpiego di trucioli nel vino per velocizzare leffetto invecchiamento. A fronte di tali contraddizioni occorre puntare pi che mai sullinnovazione attraverso la valorizzazione delle specificit locali, proprio per esaltare il binomio vitigno/territorio, per evitare il fenomeno dellerosione genetica e favorire lincremento della biodiversit nella coltivazione della vite.

Non caso, lArsia, lagenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e linnovazione nel settore agricolo e forestale – che fin dagli anni Novanta lavora per il recupero del germoplasma della Toscana – sta portando avanti uno specifico progetto che prende in esame i vitigni espressione di particolari territori, nei quali hanno trovato origine e dove, in futuro, potrebbero trovare nuove possibilit di valorizzazione.

I vitigni autoctoni oggetto del progetto dellArsia conclude Maria Grazia Mammuccini stanno offrendo spunti di grande interesse e si stanno anche definendo tecniche di campagna e di cantina per ottenere prodotti di elevata qualit che riescano ad esprime una spiccata tipicit in rapporto col territorio.

E i tesori della vitivinicoltura toscana hanno nomi dal sapore antico: Pugnitello o Ciliegiolo, Abrusco, Abrostine o Mazzese, tipici dellarea litoranea toscana; ancora, il senese Foglia tonda, o la Barsaglina, il Vermentino nero e il Pollera dellarea di Massa Carrara. Si sono confermate in particolare le potenzialit del Foglia tonda anche per la produzione di vini a medio invecchiamento ed il Mazzese per la produzione di vini giovani di largo consumo. Importante poi il lavoro di selezione clonale, attraverso progetti finanziati dalla Regione Toscana, dallArsia e da alcuni tra i pi importanti Consorzi di Tutela, dove sono stati omologati ben 11 cloni di Sangiovese, 3 cloni di Prugnolo gentile, 7 cloni di Vernaccia di San Gimignano, un clone di Colorino. E dei 79 vitigni attualmente coltivabili in Toscana, ben 31 sono autoctoni, e tra questi il Sangiovese che rappresenta il 60 per cento della superficie totale a vigneto.


 


( Fonte Greenreport)



 

Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.