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Agricoltura: è crollo dei prezzi sui campi per frutta, ortaggi e cereali

 


Listini pi bassi di due anni fa. Produttori sempre in grave emergenza


 


 


 


La Cia segnala una situazione estremamente difficile. Molte le imprese agricole in pesante difficolt. La picchiata delle quotazioni all’origine si somma alla crescita vertiginosa dei costi produttivi, contributivi e burocratici. Un trend che si tradotto in un taglio netto dei redditi (meno 20,6 per cento nel 2009).


 


Per i prezzi sui campi sempre caduta libera. Vanno in picchiata soprattutto i listini di frutta (meno 28,8 per cento ad aprile scorso rispetto all’analogo periodo del 2009), di ortaggi e legumi (meno 4,4 per cento) e dei cereali (meno 5,1 per cento, con punte del 15-20 per cento per il grano duro). Quotazioni che risultano pi basse di quelle di due anni fa (2008), quando gi la situazione era abbastanza difficile. Una picchiata che sommata alla crescita continua dei costi produttivi, contributivi e burocratici ha determinato un taglio netto (meno 20,6 per cento solo nel 2009) dei redditi degli agricoltori, ormai in piena emergenza. E’ quanto segnala la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale, sulla base degli ultimi dati Ismea, evidenzia che il calo complessivo per i prezzi agricoli all’origine stato, sempre ad aprile, del 4,5 per cento, che fa seguito ad una flessione del 9,6 per cento a marzo e del 13,4 per cento dell’anno passato.


 


Per la frutta – ricorda la Cia – sembra ricalcarsi l’andamento negativo del 2009, anno in cui si registrarono nette diminuzioni sia per le produzioni estive (pesche, nettarine, susine, fragole, meloni e angurie) che per quelle autunnali (pere, mele, arance, mandarini e clementine). Un trend allarmante che sta mettendo in ginocchio tantissimi agricoltori che vivono in un clima di profonda incertezza.


 


Stesso discorso per gli ortaggi, anche se i cali rispetto alla frutta – sottolinea la Cia – sono meno eclatanti, pur segnando listini ancora ridotti rispetto allo scorso anno. Difficile il quadro anche per i cereali che ormai da pi di due anni hanno imboccato una drammatica china. Le maggiori difficolt si registrano per i produttori di grano duro, le cui quotazioni sono addirittura pi basse di venticinque anni fa (1985) quando il prodotto toccava Il prezzo di 55 mila delle vecchie lire (pari a 27/28 euro) a quintale, mentre oggi, invece, pari a 15,50/16 euro, con una diminuzione di oltre 12 euro a quintale, nonostante il gravoso aumento dei fattori e dei mezzi produttivi e dei costi contributivi.


 


Analizzando l’andamento del mese di aprile, la Cia – sempre sulla base dei dati Ismea – sottolinea che per il complesso delle coltivazioni si avuta una flessione del 9,3 per cento rispetto all’analogo mese del 2009. Si ha, al contrario, un leggero recupero (pi 1,4 per cento) sul fronte del settore zootecnico.


Per i singoli comparti, sempre a livello tendenziale, si registrano, oltre quelli di frutta, ortaggi e cereali, cali del 3,9 per cento per i vini, del 7 per cento per le colture industriali, dell’8,8 per cento per i tabacchi, del 4,3 per cento dei bovini e bufalini, del 12 per cento per i volatili domestici e del 15,1 per cento per gli altri animali vivi. Notizie positive, si hanno, invece, per l’olio d’oliva (pi 11 per cento), per latte e derivati (pi 8,3 per cento), uova (pi 5,6 per cento), suini (pi 2,9 per cento) e ovi-caprini (pi 1,3 per cento). Aumenti che, tuttavia, non compensano minimamente i crolli che si sono avuti negli ultimi dodici mesi.


 


Un quadro, quindi, non certo esaltante che coinvolge tutti i settori agricoli, dall’ortofrutta ai cereali dal vino all’olio d’oliva, al lattiero-caseario. Per questa ragione la Cia ribadisce la necessit non solo di interventi straordinari e concreti da parte del governo proprio per fornire un solido sostegno alle imprese agricole che si trovano in una grave emergenza, ma soprattutto di un nuovo progetto di politica agraria che deve scaturire dalla Conferenza nazionale dell’agricoltura e lo sviluppo rurale da effettuarsi entro quest’anno.


 


( Fonte Newsfood )


 


 


Annotazioni di Winetaste


 


Le zone in cui abito sono enormi estensioni piane di terre, in cui non si vedono i confini, locchio si disperde allorizzonte. Proprio questa mattina durante uno dei miei pochi giri in bicicletta verso il mare, notavo come un grande industriale veneto, abbia acquistato centinaia di ettari di terreno e vi abbia impiantato alberi da frutta, con impianti allavanguardia.


Una piccola parte di questi terreni era di un vecchio contadino, che con i suoi figli la coltivavano da decine di anni, ma evidentemente per quanto abbiamo letto sopra, le piccole aziende non ce la fanno piu a sopravvivere e si vedono costrette, loro malgrado, a vendere ( o svendere in taluni casi ) le loro propriet.


Vedo in tutto questo un ritorno al latifondo dei primi del 900, cosi i ricchi diventeranno sempre piu ricchi ed i poveri sempre piu poveri. La mia povera nonna, che non aveva studiato, mi recitava sempre un vecchio proverbio , a mio avviso ancora oggi valido in ogni parte del mondo, che testualmente riporto :


soldi fanno soldie debiti fanno ( altri ) debiti!


Tutto questo anche grazie alle politiche agricole dei nostri governanti vecchi e nuovi, che non vedono piu lontano di un palmo dal loro naso. Quasi mai, gente preparata nelle specifiche materie, viene assegnata a dirigere importanti organismi, ed i risultati sono questi : un ritorno nefasto al passato di oltre 100 anni.


Roberto Gatti

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.