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Borgogna, la grande truffa dei falsi vini pregiati

Bottiglie che vengono battute all’asta per migliaia di dollari: dai Magnum Petrus datati 1921 al Lafite 1787 che sarebbe stato selezionato per il presidente americano Thomas Jefferson


 

Petrus non è un vino, è un mito.
Sulla riva destra della Dordogna, dove il merlot domina sul cabernet- sauvignon, quella parcella di Pomerol produce un po’ più di 50 mila bottiglie all’anno, che fanno la gioia di collezionisti, intenditori e amatori danarosi. Mersault, sulle colline della Côte-de-Beaune, non è altrettanto prestigioso, ma produce vini bianchi di altissima qualità. 

Originari di Bordeaux e Borgogna, Petrus e Mersault sono due vini conosciuti in tutto il pianeta e non è un caso che nelle ultime settimane siano finiti appaiati anche nelle cronache giudiziarie per la vendita sul mercato di annate fasulle. Due casi ben diversi che sottolineano però quanto i grandi vini possano far sognare, malgrado la massificazione della produzione denunciata anni fa dal documentario Mondovino. 

Il caso del Mersault è quasi banale: un grande negoziante di vini di Borgogna, Labouré-Roi, è nei guai per aver venduto tra il 2005 e il 2009 vini che non corrispondevano al contenuto annunciato sulle etichette. Il Mersault, per esempio, era etichettato 2008, ma era stato in realtà prodotto nel 2010. Se sarà provata, si tratta di una truffa grave, perché l’anno di produzione ha altrettanta importanza del terreno su cui viene coltivata la vigna. 

Ma le indagini sono appena iniziate e la prudenza è d’obbligo: un’altra casa della Borgogna è stata oggetto di indagini e perquisizioni per dieci anni e poi prosciolta dalle accuse. Ma 

 
se si tenta di barare, se non di truffare, con le annate recenti, figuriamoci coi vini da collezione. 

E in questo caso siamo di fronte a veri e propri specialisti della truffa, un po’ come giocatori di poker che si siedono al tavolo con un mazzo di carte false in tasca. Quattro anni fa, per esempio, un collezionista indonesiano, Rudy Kurniawan, mise all’asta a New York una serie di annate di Clos-Saint- Denis, un vino prodotto dalla tenuta Ponsot, comprese fra il 1945 e il 1971. 

Peccato che quel vino sia però commercializzato solo dal 1982: un membro della famiglia Ponsot si accorse per caso della vendita e riuscì a bloccarla. Kurniawan è stato arrestato quest’anno dall’Fbi con l’accusa di aver contraffatto bottiglie pregiate per un valore di 1,3 milioni di dollari. 

E negli Stati Uniti non si scherza con la giustizia: la pena per i reati che gli sono stati contestati raggiunge i cento anni di carcere. Un secolo di galera per un vino fasullo. Ancor più audace sembra un collezionista tedesco, Hardy Rodenstock, che ha fatto fortuna nel mondo della musica rock prima di diventare un cultore di vecchi vini. 

Nel 1995 ha fatto assaggiare a Robert Parker, il critico americano più celebre e contestato del mondo – l’uomo che fa il bello e il cattivo tempo sul mercato dei grandi vini – una magnum di Petrus 1921. Parker è entusiasta e gli dà la nota più alta: 100 su 100. Peccato che Petrus sia diventato un vino reputato solo nel dopoguerra e che l’annata 1921 puzzi di falso. 

Rodenstock è cascato male: ha spedito 21 magnum di Petrus 1921 a un negozio di New York e una di loro è stata comprata da un miliardario texano, Bill Koch, il quale, oltre a collezionare vini, dà la caccia alle contraffazioni. E quel Petrus 1921 sembra proprio una bufala: etichetta e capsula sono state invecchiate artificialmente, il tappo non è della stessa misura di quelli usati per il Petrus. 

Ma Rodenstock sembra specializzato nelle grandi trovate, come il vino destinato a Thomas Jefferson e scoperto casualmente in una cantina parigina. Nessun documento storico indica che il presidente americano abbia mai citato da qualche parte il Lafite 1787 che sarebbe stato imbottigliato per lui: Koch ha così denunciato il tedesco, il processo è in corso a New York. 

In ogni caso, la reputazione di Rodenstock è immensa, nel bene e nel male. E presto anche il grande pubblico finirà per conoscerlo: Brad Pitt dovrebbe vestire i panni del tedesco in un film dedicato alla sua storia rocambolesca, che sembra fatta su misura per Hollywood.

 
( Fonte La Repubblica )

 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.